Pesca a feeder in mare

L'evoluzione del ledgering si chiama ormai pesca a feeder. Una tecnica che continua a ottenere nuovi adepti, sia in acqua dolce, sia soprattutto, in mare. Le motivazioni che sono alla base di questo successo risiedono in vari fattori: l'adattabilità della tecnica a contesti come i porti, le dighe frangiflutti e le scogliere naturali; la maggiore pescosità, grazie alla presentazione dell'esca e della pastura a pochissima distanza; la praticità delle montature che, nonostante la semplicità, garantiscono risultati molto soddisfacenti. Sentivo da tempo l'esigenza di chiarire molti dei punti chiave della pesca a feeder in mare: specialità ormai alla portata di tutti, spesso però confusa con la classica pesca a fondo o col beach ledgering, sempre più praticata ma molti pescatori a bolognese che desiderano aprirsi ad alternative allettanti. Partiamo quindi dal principio e cerchiamo di fare il punto sul feeder fishing in mare.

La pesca a feeder in mare: spot e attrezzature necessarie

Scogliere naturali con fondali sabbiosi, dighe artificiali con frangiflutti, foci dei fiumi e ambienti portuali sono sicuramente gli spot più consoni per la pesca col pasturatore. Vanno evitati ambienti rocciosi ricchi di incagli perchè rappresenterebbero un suicidio tecnico. Meglio preferire zone con un fondale libero da elementi sommersi, fatto solo di sabbia o melma. I pesci che popolano tali habitat marini sono principalmente cefali (dai muggini comuni ai bosega, cefalo dorato e cefalo verzelata), orate e spigole. Questi tre pinnuti hanno in comune l'essere spesso grufulatori, quindi muoversi sul fondo alla ricerca di cibo, piuttosto che ricercarlo a mezz'acqua. Per arrivare sul fondo, dove pascola il pesce, saranno quindi necessarie attrezzature dedicate a tale scopo: canne da feeder in tre pezzi o telescopiche con cima colorata, dalla lunghezza di 3,60/3,90 metri con potenze dai 30 ai 60/70 grammi, capaci di lanciare pasturatori (chiamati anche feeder) a corta, media e lunga distanza. Il mulinello, parte che compone a pieno titolo l'attrezzatura, sarà di taglia media, quindi si preferiranno modelli 3.000/4.000/5.000 con una buona riserva di filo e ambia bobina. Un dettaglio, quest'ultimo, non trascurabile, perchè implicitamente connesso alle gittate dei feeder, che andranno lanciati dove si presume essere l'attività delle prede. In altre parole: meglio bobine larghe, che consentono lanci ampi piuttosto che bobine piccole e corte, che fanno da freno a lanci lunghi. Infine, a completamento dell'attrezzatura piscatoria, è necessario un guadino di almeno 4 metri e un supporto per la punta della canna. La scelta tra treppiedi o un feeder rod rest è molto personale. Dipende se si pescherà seduti su un panchetto o in piedi, con la canna appoggiata sul treppiedi.

canna Trabucco Precision RPL SSW Master 390mulinello Trabucco Keiran 4000

Quali feeder per la pesca in mare?

Esistono feeder specifici per la pesca in mare? La risposta è dipende. Le aziende non hanno mai prodotto modelli d'acqua dolce e modelli da acque salate. Tuttavia i modelli ampiamente usati in fiumi e laghi possono essere traslati in ambiente marino senza alcuna difficoltà. Nelle immagini correlate all'articolo mostro due pasturatori a gabbietta, chiamati cage feeder, che sono ideali per la pesca a feeder in mare. Il primo, con maglia più larga e un peso di 1 oncia (28 grammi), è indicato per le fasi iniziali della pescata. Quando, insomma, c'è bisogno di rilasciare sul fondo una buona quantità di pastura, al fine di avvicinare le prede nella zona di operatività. Il secondo, invece, è un cage feeder con maglia più stretta, dal peso di 25 grammi, che rilascia comunque la pastura, ma lo farà più lentamente. Effettua quindi un'azione di mantenimento nei confronti delle prede, liberando il contenuto meno velocemente. Altri modelli di feeder per la pesca in mare sono i pasturatori a saponetta con buchi circolari, concepiti per la pesca a bigattino, oppure i method feeder. Ne parlo in altri articoli su Pescanet, che invito a leggere per maggiori approfondimenti.

feeder per la pesca in marepasturatore cage feeder per la pesca in mare

Pasture, esche ed inneschi per la pesca del cefalo a feeder

Il pasturatore, come dice la parola stessa, ha il compito di pasturare, quindi di rilasciare quantità di pastura sul fondale. Scusate il gioco di parole ma era assolutamente necessario. Le pasture più indicate per il feeder in mare sono due:

1) le bianche (come in foto), a grana fine e dall'alto contenuto di formaggio, destinate al cefalo e occhiate. Possono essere anche "allungate" con una spruzzatina ulteriore di formaggio, pane grattugiato, glutammato da pesca o aminoacidi;

2) le scure, a grana fine o media, dall'alto contenuto di farina di sarda, destinate a orate, saraghi e altri pesci grufulatori. Micidiali saranno bigattini sfusi, gli aminoacidi o qualche goccia di olio di sarda, da aggiungere all'impasto.

Per la realizzazione dell'articolo odierno, ho pescato con una pastura Target Fish Salt Water da fondo, impostando il tutto per la cattura di cefali da una scogliera artificiale confinante con la foce di un fiume del Nord Italia. Una circostanza ideale per pesci di taglia media, particolarmente divertenti, che entrano molto volentieri in frenesia alimentare.

pastura per la pesca a feeder in mareverme coreano o tremolina per la pesca in mare

Le esche più indicate sono tre: il bigattino, il verme coreano o la tremolina. Il bigattino è quasi universale, nel senso che cefali, orate e spigole lo gradiscono in tante, tantissime circostanze. Ci sono poi fondali dove il bigattino è sconosciuto ai pesci, vuoi perchè nessuno lo utilizza, vuoi perchè sono abituati a cibarsi di altro. Ecco che entrano in scena il verme coreano, che non tradisce quasi mai, oppure la mitica tremolina. Nelle immagini sottostanti è possibile scorgere la differenza tra questi due invertebrati. Ad una visione attenta, il coreano appare più carnoso, più "grosso" ed anche più lungo, tendente ad un verde/marrone. La tremolina, più costosa e non sempre disponibile in negozio, è più ricca di sangue, quindi assume un colore rosso e ha un corpo più piccolo, più corto e meno "largo" del coreano. Entrambi i vermi vanno bene quando si tratta di pescare i cefali a feeder, ci mancherebbe. Tuttavia mi sento di raccomandare la tremolina quando la pressione piscatoria è tanta, con molti concorrenti accanto a voi, che pescano allo stesso modo. Vi darà una marcia in più per fare selezione!

innesco verme coreano o tremolina

Montature per la pesca a feeder da riva

La pesca a feeder in mare non deve contrastare le correnti come avviene in fiume. Anzi, sotto molti aspetti, è simile alla pesca in lago, dove il pasturatore è adagiato sul fondo e i movimenti dell'acqua sono minimi, se non assenti. Per questo motivo non servono lenze complesse ed è bene abituarsi a montature semplici. Ce ne sono due, che consiglio da anni: montatura da feeder con anti-tangle oppure con la brillatura. La prima è spiegata in figura. Passeremo un tubicino anti-tangle (anti groviglio) lungo il monofilo madre dello 0,18 caricato in bobina. Agganceremo all'anti-tangle un pasturatore a gabbietta dal peso di 20/30 grammi. Successivamente inseriremo sul filo madre una piccola perlina in silicone, che fungerà da parastrappi tra l'anti-tangle e la girella. Il terminale avrà una lunghezza di circa 70 centimetri (fino al metro in caso di pesci sospettosi) e sarà costituito da un ottimo 0,14 fluorocarbon. Gli ami più indicati per la pesca con coreani e tremolina sono i 2120N di Gamakatsu (o similari) nella misura del 10, che presentano due piccoli ardiglioni aggiuntivi, utilissimi per sorreggere l'esca quando innescata per intero o quasi. Altrimenti, per pescate più sopraffine, con pezzi di coreano e tremolina non intera, vanno benissimo i classici modelli 120N e 6315 sempre di Gamakatsu (o simili), nelle misure del 12/14.

montatura pesca feeder in mare con anti-tangle

La brillatura è un concetto più avanzato, che potrete prendere in considerazione quando c'è bisogno di maggiore sensibilità in condizioni di acque limpide, freddo tipico autunnale o invernale. Proprio come avvenuto durante la realizzazione del pezzo, in una classica domenica novembrina abbastanza nebbiosa e particolarmente grigia. La montatura da feeder è composta quindi da uno stopper in gomma che fungerà da sistema autoferrante. Successivamente passeremo una girella con moschettone da feeder (nello specifico una Feeder Bead della Preston) e la fermeremo con un apposito gommino copri-nodo. Inseriamo una girellina nel filo madre (uno 0,16 o 0,14) e fermiamoci. Da questo punto in poi, realizzeremo una brillatura di una decina di centimetri, girando e rigirando il monofilo madre. Al termine della brillatura, effettueremo due nodi alle estremità: una da coprire col gommino, una invece su cui posizionare la girella. Avremo così costruito la montatura da feeder chiamata twisted loop. L'ho presentata anche in un altro articolo su Pescanet, dedicato però alle acque dolci. Relativamente al terminale, suggerisco un metro di 0,12/0,10 fluorocarbon, armato con ami del n° 12/14 modello 6315 o 120N.

Tanti cefali ma anche spigole e orate!

Siamo pronti per entrare in pesca. I cefali ci aspettano. Saranno i primi con cui familiarizzare pescando a feeder in mare. Sono pesci divertenti, talvolta smaliziati, talvolta famelici e ingordi. I primi lanci avranno il compito di preparare quel tappeto di pastura, necessario a richiamare o interessare le prede dove intenderemo pescare. L'azione sarà solitamente condotta tra i 20 e 40 metri, ossia distanze che rappresentano uno standard su cui pascolano i pesci di fondo. Al quarto o quinto lancio, appoggeremo la canna sul rod-rest e osserveremo la cima colorata della tre pezzi. I primi strattoni non tarderanno ad arrivare, fidatevi. Non occorrerà ferrare con violenza, anzi in molti casi il peso del pasturatore avrà lo scopo di auto-ferrare il pesce. Il combattimento, invece, richiederà tenacia e abilità, specie quando i cefali si avvicineranno a riva e tenteranno di tutto per infilarsi tra anfratti degli scogli, vanificando i nostri sforzi. Dopo il primo muggine ne seguiranno sicuramente altri: più grandi, magari come i cefali bosega, o di taglia medio-piccola come i cefali dorati ritratti nelle mie foto. I sorrisi non mancheranno e la voglia di sperimentare vi farà venire voglia di catturare spigole, oppure le orate. Per quest'ultime rimando sempre ad un approfondimento successivo, sempre su Pescanet, dove troverete utili consigli e montature sempre per il feeder in acqua salata.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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