Lago di Mezzo a Mantova

Durante l'estate ho visitato Mantova più volte. Sono rimasto parecchio incuriosito dalla folta schiera di pescatori che affollava le sponde del Lago di Mezzo: agonisti super preparati, con roubaisienne all'ultimo grido, panchetti e secchi colmi di pastura. Dettagli importanti, che hanno risvegliato la mia voglia di pesca nella città dei Gonzaga, rimasta piuttosto frenata dopo una disastrosa giornata a feeder condotta nell'autunno di qualche anno fa. Ho cercato di documentarmi, quindi ho visionato gli spot di pesca al tramonto, momenti in cui i pesci sembravano più inclini ad avvicinarsi a riva. Poi, ormai "confident" con la dimensione alieutica mantovana, ho scelto di trascorrervi un intenso weekend di pesca al colpo. Ore ed ore di tira e molla, che mi hanno regalato tanta ispirazione per scrivere un nuovo itinerario su Pescanet, che vale sicuramente la pena affrontare almeno una volta nella carriera di noi pescatori.

Mantova e l'agonismo

Nel panorama dell'agonismo italiano di pesca al colpo, Mantova occupa una posizione di spicco e detiene da sempre un primato in fatto di spot. Il Mincio a Pozzolo, il Canal Bianco, il Fissero a Ca' Vecchia sono tre importantissimi campi gara che batto alcune volte all'anno per migliorarmi tecnicamente. Ma, prima che essi diventassero patrimonio del pescatore moderno, negli anni '80 c'era il Lago di Mezzo a Mantova a fare da padrone. Era, infatti, il principale campo gara che garantiva un'ottima pescosità in primavera ed autunno. In estate, invece, a causa delle torride temperature padane, lamentava un calo della performance e obbligava a sospendere l'attività agonistica. Si pescavano cavedani, carpe, carassi, tinche. Oggi, invece, si catturano flotte di scardole, brèmes, pesci gatto, qualche carassio (oltre a black bass e predatori che non tratterò). La pescosità non è mai diminuita ma, vuoi per cause legate alle esigenze dei garisti, vuoi per un cambio derivante da ragioni a me sconosciute, il Lago di Mezzo non rientra più nel circuito ufficiale Fipsas. Merita comunque pescarvi per fare un po' di palestra, cosa che non guasta mai. Per crescere, per evolversi e non restare sempre nella comfort zone di acque e laghetti triti e ritriti.

Lago di Mezzo a Mantova

Nasce dal fiume Mincio, anzi non è altro che il fiume Mincio che si "allarga" e genera tre laghi veri e propri: Lago Superiore, Lago di Mezzo, Lago Inferiore. Entrambi sono una meraviglia idraulica applicata al corso del fiume, realizzata nel dodicesimo secolo, che ha preservato l'aspetto naturalistico, donandone una fisionomia assolutamente singolare. Il Lago Superiore ha l'estensione maggiore ma è poco profondo, nonchè ricco di vegetazione acquatica. Presenta un'area protetta, quindi interdetta alla pesca. Il Lago di Mezzo, invece, è il più piccolo e si trova a metà tra i due. È delimitato da due ponti: il Ponte dei Mulini a sinistra e il Ponte di San Giorgio a destra. È adatto alla pesca (da riva e anche da barca) per la sua profondità, che degrada da circa 2 metri a pochi metri da riva e si sviluppa fino a 10/15 metri nei punti centrali. La popolazione ittica inoltre non è affatto indifferente. Come detto prima, si catturano ottimi esemplari di brèmes, scardole, carassi, pesci gatto, black bass, persici e qualche esemplare di carpa, tinca, cavedano, luccio. C'è infine il Lago Inferiore, che va oltre il Ponte di San Giorgio, ma non sarà oggetto dell'itinerario odierno, nè è particolarmente rinomato per la pesca sportiva.

Come pescare al Lago di Mezzo a Mantova

La prima cosa da fare, una volta arrivati a Mantova al Lago di Mezzo, è parcheggiare (fatelo al mattino presto, il posto non manca) e scegliere una buona postazione. Personalmente penso che i punti migliori siano proprio a metà tra La Zanzara e Papa's, nel cuore del Parco della Scienza. L' accesso in acqua non presenta particolari problemi. Lo "scalino" è ben visibile e permette di pescare con canna fissa, roubaisienne, bolognese, inglese e canna da feeder. Le tecniche migliori sembrano essere proprio la roubaisienne e la canna fissa: offrono quella presentazione chirurgica dell'esca che tanto piace ai rutili del Lago di Mezzo. Per una prima esplorazione credo che convenga puntare sulla lunga telescopica (di 9-10 metri), come fatto dal sottoscritto durante la realizzazione di questo servizio. Preso forse dalla nostalgia della canna fissa (che ormai adopero solo due o tre settimane all'anno per pescare i cefali a Molfetta), ho concentrato le mie energie lavorando di nove metri, ottenendo risultati molto lusinghieri. La montatura che mi sento di vivamente di suggerire è costituita da un galleggiante di 1,5/2 grammi, disposto su una lenza madre dello 0,16 mm. A seguire, una coroncina di pallini a crescere, distribuita in 15/20 centimetri circa di lenza, una girella ed un terminale di massimo 20 centimetri, dello 0,13 mm. L'amo, un 14 a gambo corto, deve presentare un ciuffo di bigattini, un verme a penzoloni oppure due piccoli chicchi di mais (possibilmente di colore diverso). Per ciò che concerne l'aspetto della pasturazione, vi sono due possibilità: lancio costante di bigattini e mais oppure sfarinato dolce/amaro. Il sabato ho pasturato con la prima soluzione, riscontrando immediate catture di pesci gatto e qualche brème. La domenica, invece, ho cambiato strategia, lavorando più di sfarinato. Le prede sono risultate più variegate e di taglia maggiore, quindi la pescata ha avuto un esito più selettivo.

Mantova e dintorni: non solo pesca!

Conoscere Mantova solo per l'aspetto piscatorio è decisamente riduttivo. Dopo una domenica al Lago di Mezzo, magari in compagnia della propria partner o di un gruppo di amici, bisogna regalarsi un'esperienza a contatto con la città, che ha veramente tanto da offrire. Lasciate pure le canne da pesca in auto e concedetevi una passeggiata lungo il ponte di San Giorgio, raggiungendo la sponda opposta. Ammirate la skyline di Mantova: lo spettacolo sarà mozzafiato, ve lo garantisco. Ed ancora, addentratevi tra le vie del Centro cittadino. Visitate la Cattedrale di San Pietro, scattate qualche foto al Palazzo del Capitano, alla Rotonda di San Lorenzo e alla Torre dell'Orologio in Piazza delle Erbe. Camminate romanticamente tra i vicoli della città o soffermatevi sotto i portici, alla scoperta di gusti e sapori, come i tortelli di zucca o la caratteristica Sbrisolona. Ed alla fine, a completamento di un'esperienza tra arte e cultura, gustate pure un gelato, magari seduti in Piazza Mantegna, sulle "scalette" della Basilica di Sant'Andrea: qui c'è sempre un filo di vento ad allietare le calde giornate estive. In alternativa ad un tour in città, sulla via del ritorno ed a pochi chilometri da Mantova, propongo una visita a Curtatone, esattamente al Santuario della Beata Vergine Maria della Grazie. L'ambiente fluviale che si staglia dinanzi ai vostri occhi è particolarmente affascinante, con distese di fiori di loto visibili da vicino grazie ai tour guidati con i Barcaioli del Mincio. Un'atmosfera realmente magica, oserei dire surreale, che consente di fare un tuffo nel passato, in un tratto del Mincio che non è stato ancora antropizzato e riserva emozioni uniche, assolutamente da provare.

Altre informazioni utili:

Documenti necessari: obbligatoria la licenza di tipo B e il tesseramento Fipsas nell'anno in corso.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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