Bannière lunga o corta per la Roubasienne?
La pesca con la roubasienne conosce, anno dopo anno, un numero crescente di appassionati. Vuoi per la riduzione all'impiego di attrezzi dalla lunghezza standard di 13 o 11,5 metri, vuoi per l'introduzione nel mercato delle margin pole da 6 a 9,5 metri, la canna ad innesti francese è sempre più alla portata del pescatore amatoriale. Sia che si tratti di modelli nuovi o acquistati nei mercatini dell'usato, indubbiamente con la canna roubasienne si raggiunge un livello di precisione in pesca e pasturazione che non ha nulla a che vedere con le altre tecniche d'acqua dolce. Sarebbe impensabile di pescare con un 0,50 grammi sempre nello stesso punto, con la massima meticolosità, sfruttando una canna fissa o la bolognese, specie in presenza di vento. La francese ad innesti consente di operare chirurgicamente con una lenza di lunghezza indipendente dal totale della canna, più lunga o più corta a seconda del fondale o dell'altezza a cui si intercettano le prede. È proprio in questo dettaglio che interviene la bannière, tradotto da Google come "striscione", ovvero uno spezzone di filo che analizzeremo nelle righe seguenti.
Cosa è la bannière? Detta anche "bandiera" in italiano...
Tecnicamente definita bannière, chiamata anche bandiera o svolazzo in gergo, non è altro che la distanza di filo che intercorre tra l'apicale posizionato sull'estremità del vettino, collegato all'elastico, e il galleggiante posato sulla lenza. Può essere lunga o corta: le differenze nell'azione di pesca sono notevoli, sia che avvenga d'inverno, sia d'estate, proprio come mostrato nelle immagini di questo articolo. Esse sono state realizzate in tre circostanze in cui ho impiegato due bannière diverse. Nel secondo, in particolare, mi trovavo in inverno ed essendo stato "asfaltato" dai campioni della Pescatori Padovani, ho scelto di documentarmi meglio in loco e scoprire cosa era stato sicuramente determinante nel mio insuccesso. Oltre ad una diversa (ma non troppo) disposizione dei pallini, avevo notato, a competizione terminata, che la distanza più lunga tra galleggiante e vettino dei miei amici di pesca era un fattore da non trascurare. E dopo gli opportuni cambiamenti, ho cominciato a catturare anch'io, rimettendomi in carreggiata, seppur a garetta terminata.
Osservando vari pescatori impegnati con la roubasienne, in carpodromo e lungo le sponde di alcuni canali veneti, ho notato sia amanti della pesca col filo corto, sia gli irriducibili del filo lungo, anche quando le condizioni non lo richiedono. Ciò può dipendere da motivazioni a me sconosciute, oppure sono determinate da gusti personali. Tuttavia credo che sia il caso di suggerire di adattare la lunghezza della bannière alle condizioni dello spot e al tipo di pesca a roubasienne che è praticata in quell'esatto momento. Ecco perchè può essere utile prepararsi il giorno prima alcune lenze più lunghe e riadattarle successivamente, accorciando la bannière con un apposito strumento: un micro avvolgilenza di colore nero, che può essere sistemato a metà distanza tra il cimino e il galleggiante, reperibile nei negozi di pesca forniti di materiale per garisti di alto livello.
Bannière corta o lunga?
La risposta alla domanda richiede esempi pratici. Siamo in inverno, la giornata è soleggiata, a stento si lambiscono i dieci gradi ma tutto lascia presagire tanto divertimento. Pasturiamo quindi sulla punta della canna e lasciamo scorrere una distanza tra galleggiante e cimino di circa due metri. Questa è una buona soluzione che garantisce sempre buoni risultati: si pesca "fuori punta", come sono soliti dire i garisti, di circa 1 metro e mezzo o due metri; si pastura sulla punta della canna con fiondate di bigattini un po' ampie. Posizionare l'esca esternamente alla punta è una tecni-tattica che solletica l'appetito dei pesci che pascolano a distanza di sicurezza dall'esca, vuoi per il metabolismo più lento, vuoi perchè interpretano il ciuffo di bigattini (o il chicco di mais) come un tranello. Un'impostazione di bannière lunga è da preferire in acque basse, fredde, magari trasparenti, in cui l'ombra della cima della canna spaventa anche un impavido carassio. Se nel corso della pescata con la bannière lunga dovessimo incontrare vento o corrente tale da spostare il galleggiante e portarlo fuori dall'area di pasturazione, ci sono due soluzioni. O si utilizza una lenza più pesante, oppure si accorcia il filo tra galleggiante e cimino, sfruttando l'apposito avvolgilenza da roubaisienne, al fine di contrastare vento e corrente. Quindi la bannière diventa più corta e non si esce dall'area di pasturazione.
I vantaggi (e svantaggi) della bannière lunga
Personalmente considero una lunghezza standard di bannière lunga tra il metro e mezzo e i 2 metri e mezzo. Si può applicare in spot tutt'altro che limitati e in circostanze molto diverse tra loro, in vari periodi dell'anno. Il primo vantaggio è di entrare in pesca in acqua ferma o immobile (tipica dei carpodromi - carassiodromi) e pescare fuori punta rispetto al vettino. I vantaggi sono disarmanti e vi consentiranno di fare la differenza, credo già a 11,5 metri ma sicuramente a 13 metri quando tutti operano alla lunghezza massima consentita dai regolamenti federali. La bannière lunga aiuta in caso di pasturazioni più dispersive, a fionda o a mano, evitando di impiegare il cupping kit che lavora nel senso contrario. Non è tutto! Uno svolazzo lungo agevola anche il pescatore nel recupero di una grossa preda perchè la "leva" a sua disposizione è data da più centimetri di monofilo, oltre all'esile elastico della roubasienne. Può essere necessario alzarsi in piedi, salire sul panchetto e combattere contro una grossa carpa, oppure fare come l'amico Albero Bettella, presidente della Pescatori Padovani, che mi ha gentilmente mostrato come recuperare un grosso ciprinide, direttamente sul paniere, con in mano il kit della roubasienne. Azioni così ardite, che meritano la massima ammirazione e rispetto alieutico, non sono esagerazioni nè manifestazioni di puro ego. Servono, ve lo assicuro, a portare a guadino anche una preda di rilievo, che fa sempre punti in gara o genera grande soddifazione personale. Inoltre si evitano fastidiosi grovigli, in quando le vibrazioni dovute alle oscillazioni in combattimento sono attutite da una maggiore quantità di lenza a disposizione sommata all'estensione massima dell'elastico.
I vantaggi (e svantaggi) della bannière corta
In estate, col caldo, capita di pescare in laghetti o carpodromi adibiti alla cattura di pesci gatto e belle carpe. Spesso accade che il galleggiante affondi all'improvviso dopo una bella pasturazione a base di mais. Le prede ci sono e non si curano dell'ombra della canna. Hanno fame, scrutano l'esca, la muovono con le pinne o la strattonano. Ecco che il pescatore ferra e rimane impalato nello scoprire che ha commesso un "liscio". È accaduto anche a voi? A me si. Spesso, non lo nego. Si va avanti così per altri tentativi. Si manda il pesce a fare un viaggio in una città fantomatica del Porto Rico chiamata M*na e partono anche le bestemmie più assurde. Scene tipiche di tutta Italia, ve lo garantisco. Cosa fare? Il trucco che mi ha insegnato il buon Riccardo Galigani in un suo articolo di quasi vent'anni fa, è di accorciare la bannière ad un massimo di quaranta centimetri. Così facendo, il galleggiante lavora sotto l'estremità della canna, evitando parecchio lo scarto di filo in bando. Lascio che il galleggiante parta da solo e che la preda si auto-allami, sfruttando la resistenza offerta dall'elastico. In caso di un'ennesima codata, invece, il segnalatore d'abboccata sparirà per alcuni secondi e poi tornerà a pelo d'acqua come se nulla fosse. Grazie Riccardo per questa chicca tecnica, vivamente consigliata a tutti i lettori.
La bannière lunga e corta per pescare col galleggiante piatto
Concludo il pezzo raccontandovi di quanto accaduto per diversi anni durante le mie pescate in Trentino, alla Fossa di Caldaro. Trattasi di un canale molto interessante, dalla profondità inferiore al metro; purtroppo vittima di aumenti improvvisi di corrente, dovuti al rilascio controllato delle chiuse a monte, che si aprivano e incrementavano la quantità di acqua senza preavviso. In un contesto di acque libere così caratterizzate, ho vinto la diffidenza di scardole e carassi pescando con una bannière molto corta (30-40 centimetri), con una trattenuta particolarmente accentuata del galleggiante piatto (i Cralusso per l'esattezza), ovviamente quando l'acqua tirava molto e rendeva quasi impossibile la pesca con i classici galleggianti. Vice versa, ho pescato con bannière lunga sempre col galleggiante piatto, arrivando fino al metro e passa, quando la corrente rallentava ma non si annullava, trasformando la Fossa di Caldaro un placido corso d'acqua corrente di piena pianura.