Pesca in mare con la roubasienne

Torniamo indietro col tempo al 1993. Avevo dieci anni e muovevo i primi passi nella pesca in mare esercitandomi nel porto di Molfetta, in provincia di Bari. Cercavo di documentarmi in tutti i modi in quanto sentivo l'ardente desiderio di imparare in fretta. A quel tempo, però, farsi una cultura sulla pesca era abbastanza difficile. In edicola c'erano le riviste Pescare Mare e Pesca in Mare, mentre i numeri di Pescare e Pesca In erano pressochè sconosciuti in una regione in cui la pesca in acqua dolce era appannaggio di pochi intimi. Qualche edicolante aveva ancora le videocassette de L' Arte della Pesca e, in alcune tarde serate (con replica il sabato mattina verso mezzogiorno), c'era un fantastico programma su TMC chiamato Strike - La Pesca in TV. Internet non esisteva, il cellulare si usava solo per telefonare e l'informazione alieutica appariva dannatamente ristretta se paragonata alla moltitudine di contenuti disponibili oggi, nel 2022 (anno in cui scrivo questo pezzo). Diversamente dal momento attuale, però, la qualità delle poche e rarissime trasmissioni, era decisamente alta. I montaggi erano professionali, i testi apparivano decisamente curati e la voce fuori campo impreziosiva il tutto. Tra questi contenuti di valore vi fu una puntata di Strike - La Pesca in TV che mi incuriosì particolarmente. Trattava la pesca a roubasienne in mare... un'autentica sfida per quei tempi, cosa non da meno anche al giorno d'oggi.

Pesca a roubasienne in mare nel porto: da La Spezia a Molfetta

Sono riuscito a recuperare quel preziosissimo filmato. L' ho pubblicato su Pescanet con il player che parte proprio dal punto in cui si parla di una battuta di pesca a La Spezia, con una sfida tra canna fissa e roubasienne. Ringrazio Mirko Vacca per la sua condivisione su Youtube. Gli sono veramente grato perchè consente di avere un primo punto di partenza su cui imbastire un articolo, che vorrei aprisse un nuovo modo di pescare. O che, almeno, possa stimolare la voglia di esplorare nuove frontiere alieutiche per tutti coloro che posseggono la roubasienne. Detto ciò torniamo al 1993. Quando assistetti incredulo quel filmato per la prima volta, rimasi stupito dal fatto che una lunga e costosa canna del genere fosse stata impiegata in mare con particolare maestria ed efficacia. Pensai fosse una trovata pubblicitaria eppure, nel 2003, esattamente dieci anni più tardi, compresi che non si trattava di un "video-redazionale" Maver. Era bensì uno spunto tecnico da non sottovalutare. Le foto che completano l'articolo, infatti, sono state scattate nel dicembre di quell'anno, durante una delle diverse pescate a roubasienne che ho condotto con successo in mare a Molfetta, mia città natale, il cui porto offriva spot ideali per questo tipo di pesca. 

pesca in mare con la roubasienne

Quale canna roubasienne per la pesca in mare

La lunga canna ad innesti di origine francese è sicuramente il punto di partenza nella discussione odierna. Pensare di comprarla appositamente per pescare in mare può essere uno spreco, a meno che lo si sfrutti con continuità. Chi invece è in possesso di una roubasienne potrà sicuramente dedicarsi a questa specialità. Con quale canna? Sicuramente una 13 metri o 11,5 metri con punte all-round o da bianco, quindi con vettino telescopico che possa ospitare un elastico dello 0,9/1mm, oppure con una vetta da carpodromo montata con un elastico massimo dello 1,4 mm in previsione di grosse prede. Sconsiglio le mini roubasienne da 6, 8 e 9,5 metri concepite per il carpodromo. Il motivo è molto semplice. Non tanto per l'azione di punta, bensì perchè il pesce andrà cercato più o meno alla distanza raggiungibile di una canna fissa, quindi dagli 11 ai 13 metri, con bannière di circa 1,5 metri. Con la canna estesa fino alla massima lunghezza, il pescatore potrà operare su un fondale di 5/5,5 metri al massimo, che equivalgono più o meno alla lunghezza di un kit di 5 pezzi, oppure di 3,5 metri circa che corrispondono ad un kit di 4 pezzi

pescatore a roubasienne in portopesca a roubasienne in mare

Dove pescare in mare con la roubasienne

La risposta è una sola: l'interno dei porti. Le motivazioni sono diverse. Innanzitutto ricordiamoci che la pesca con la roubasienne avviene principalmente in acque ferme (si, lo so, esistono i galleggianti a vela per le acque correnti... ma non mi sembra il caso di parlarne in questa sede). L'interno di un porto ha in comune la corrente ridotta al minimo come avviene in un lago, un canale o un fiume canalizzato. In secondo luogo, pescando in mare, bisogna posizionarsi in modo comodo su un panchetto ben accessoriato. Così facendo si eviterà di scivolare tra gli scogli, facendosi male e rompendo la canna; inoltre, se ben seduti e con spazio alle spalle, si riuscirà a portare all'indietro la lunga canna ad innesti verso il rullo, evitandone raschi in qualche maldestro passaggio tra le pietre o sull'asfalto. Infine ci sono altre due motivazioni da non sottovalutare. Pescando nei porti, la differenza tra il livello della superficie del mare e il pescatore appare minimo, al punto da non superare il metro e mezzo, rendendo la pesca semplice e ben praticabile. Immaginate invece di pescare dalla scogliera, con un certo dislivello e con la canna di 13 metri in posizione obliqua... L' ultima motivazione è nella profondità degli spot. Nei porti, i fondali sono a portata della lunghezza del kit: si pesca spesso su profondità di 3/4 metri che sono assolutamente gestibili dalla tecnica francese.

montatura per la pesca in mare con la roubasienne al cefalo montatura per la pesca a roubasienne in mare

Pesca al cefalo con la roubasienne

Non sono qui per parlarvi nè di spigole nè di orate, lo avrete sicuramente capito. A mio parere, l'attenzione della pesca a roubasienne in mare deve essere riposta sul cefalo (o muggine che dir si voglia). Questo pesce è probabilmente quello che ha comportamenti più in linea con una pesca raffinata e leggera come la specialità francese. Se ci fate caso, nella pesca al cefalo a canna fissa si impiega la pastura, si utilizzano ami piccoli, terminali capillari, galleggianti leggeri ed esche delicate. Lo stesso può essere traslato pescando a roubasienne. Propongo, infatti, due montature: la prima per una presentazione dell'esca molto statica (torpille) e la seconda per una pesca quasi in trattenuta, quasi alla passata, con maggiore fluidità e naturalezza (8/10 pallini). Entrambe hanno in comune i 2 braccioli, da realizzare con terminali dello 0,08/0,10, armati con ami del 20 a gambo corto o 22 a gambo lungo, innescando il fiocchetto di pane. Pescando con la roubasienne noterete quanto la tecnica transalpina sia vincente sulla canna fissa in fatto di sensibilità, gestione della cattura ma soprattutto in efficacia nella presentazione dell'esca. È sicuramente questo un aspetto da non sottovalutare se si vuole sperimentare un'alternativa sia alla canna fissa, sia alla bolognese in ambiente portuale, ottenendo lusinghieri risultati. Provare per credere!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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