Pesca a trota lago in estate

La bella stagione coincide col periodo in cui molti tornano a praticare la pesca sportiva con maggiore assiduità. Le fredde giornate invernali sono ormai un ricordo. Il caldo, la voglia di natura e di divertimento spingono i pescatori per diletto a frequentare spot tipici come il mare, il fiume e, perchè no, anche i laghetti di pesca sportiva alla trota. Vuoi per una vacanza in montagna o in Appennino, vuoi perchè si è vicini ad un impianto che non offre soltanto carpe e pesci gatto, può capitare di ritrovarsi in un ambiente artificiale popolato da trote iridee di pezzatura piccola, media e grande. Come comportarsi in questi contesti, spesso affrontati d'inverno? Come pescare quelle "dannate" trote che, a primo impatto, possono sembrare difficili e astute? La risposta a questi ed altri quesiti è nelle righe seguenti.

Dove si pescano le trote in estate? 

Un primo concetto fondamentale, nella pesca alla trota nei mesi di luglio e agosto, riguarda gli strati di stazionamento delle prede. In altre parole, dove sono le iridee? Certamente non a galla, tranne nei primi attimi dopo la semina, bensì a fondo. L' acqua in superficie soffre di tre problematiche: la temperatura è più alta, è meno ossigenata e c'è più insolazione. Le trote, pesci predatori, non gradiscono queste condizioni assolutamente fastidiose. Preferiscono cacciare e nuotare in strati d'acqua più profonda, a contatto con fondale, dove c'è più ossigeno, la luce è minore ma, soprattutto, la temperatura è più bassa e può lambire i livelli primaverili. Ecco che, dopo la semina, le iridee si spingono al centro del lago e spariscono alla vista dei pescatori. Quando invece pascolano a pelo d'acqua e sono sotto gli occhi di tutti, trattasi di trote abuliche, che non mangiano e non vale la pena sprecare tempo cercando di insidiarle. Meglio concentrarsi su punti più produttivi dove i pesci stazionano in attesa di cibo.

Attrezzature per la trota lago estiva

Pescare le trote nei mesi caldi richiede canne con potenze e rigidità maggiori rispetto ai modelli impiegati in inverno. I modelli di 4,20/4,50 metri ad azione 12/20 o 15/30 grammi sono i più indicati. Ciò dipende dall'utilizzo di bombarde di profondità (dai 10 grammi in su) con affondamento elevato, che dovranno lavorare a distanza e scendere verso il fondo in breve tempo. In commercio ci sono tanti modelli di marchi differenti: acquistate 2/3 bombarde con affondamento medio e massimo, a seconda della profondità dello spot. Assicuratevi che il comportamento della bombarda sia veritiero e, in caso di dubbi, non compratele. Meglio poche bombarde di profondità che tanti modelli senza indicazioni sul corpo. Discorso a parte, invece, per le esche. Oltre alle camole del miele, che funzionano praticamente tutto l'anno, ottima resa si verifica con l'innesco di pastelle glitterate oppure di camole finte aromatizzate. Le trote hanno fame, il metabolismo è all'apice, quindi non disdegnano bocconi sostanziosi. Tutto sta nel presentarle al meglio, con inneschi curati e ben fatti, proprio come spiegato nell'articolo di Fishermax, al secolo Max Fortini.

Montatura per la pesca a fondo con la bombarda

Mi sento di suggerire una montatura che ho utilizzato più e più volte nei laghetti del Trentino e dell'Alto Adige, durante le ferie estive. Ha sempre funzionato, quindi ben venga condividere la lenza con tutti voi. È composta da un terminale della lunghezza di un metro dello 0,14-0,16 fluorocarbon che può essere portato anche a 1,30/1,50 metri in caso di laghi molto profondi. A seguire, poi, una girella tripla ed ancora una perlina salvanodo che fermerà la bombarda di profondità, solitamente zavorrata da 10 a 20 grammi. La tecnica di recupero è così composta:

- lancio a centro lago
- attesa di qualche secondo dopo l'atterraggio della bombarda sull'acqua (aiutatevi con l'orologio, se serve)
- inizio del recupero, lento ma costante, intervallato da piccoli saltelli dell'esca

Le oscillazioni della punta della canna, oppure piccole jerkate, possono sicuramente imprimere movimenti che ingolosiscono le trote. Ben venga fantasia ed esecuzione tecnica che possa stimolare l'appetito delle iridee.

Un ultimo consiglio, riguardante però la conservazione dei pesci dopo la cattura. Evitate di tenerli al sole, quasi a macerare in una putrida busta di plastica... Ne ho viste di tutti i colori negli anni. Mi è dispiaciuto assistere a esemplari gettati nell'immondizia dopo essere stati abbattuti e conservati nella plastica, capace di rovinare la purezza delle carni. Fate come me: rilasciatele oppure utilizzate una nassa. Mantenetele fresche e gustatele in compagnia, con una bella grigliata, brindando alle bombarde di profondità e alla trota lago. Tecnica divertentissima, praticabile anche in estate!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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