Feeder col Paternoster Rig

Nel pieno dell'inverno, quando sono ormai assuefatto dalla trota lago, cerco rifugio nelle grandi Fisheries della Lombardia e del Veneto. Non si tratta di veri e propri carpodromi, bensì di grandi cave simili a piccoli e medi laghi naturali, popolate da tinche, carpe e grossi carassi. In questi ambienti, nonostante le temperature rigide in giornate tutt'altro che soleggiate, è possibile fare pescate discrete, a patto di seguire due principi: leggerezza e sensibilità. Oggi vi porterò con me alla scoperta di un metodo inglese dal nome di paternoster rig: non è altro che una lenza, una montatura che trae origine dal classico paternoster e lo vede applicato alla pesca a feeder o ledgering, che dir si voglia.

Perchè proprio il paternoster rig?

La domanda è lecita e meritate una risposta. Ho scritto tanti articoli sulla classica pesca con l'helicopter rig, altri ancora sul running rig. Ho anche raccontato minuziosamente il ledgering con l'anti-tangle o col power-gum, inoltre ho sempre consigliato di pescare tutto l'anno a method feeder. Cos'ha di diverso il paternoster rig? La sensibilità e ci aggiungerei anche... la leggerezza. La motivazione è intrinseca alla geometria della lenza. In tutte le varianti già nominate, quando il pesce abbocca e tira con sé la lenza, come prima cosa avverte il peso del piombo. Pertanto, se la mangiata è debole o poco convinta, al minimo sentore di un peso, di una zavorra, di un limite, la preda sputa l'esca e demorde, andando via. Il paternoster rig, invece, è l'unica montatura che dona alla lenza una particolare morbidezza, perchè il terminale non è collegato direttamente con il piombo, bensì è una sorta di prolungamento del filo madre. Quindi, in fase di trazione durante l'abboccata, il pesce sentirà meno peso, meno limite alla sua mobilità e ingoierà il boccone più voracemente.

Montatura per la pesca a feeder col paternoster rig

La lenza per pescare a feeder col paternoster è un classico (rivisitato) del ledgering di fine anni '80. È vietata in tutte le gare perchè considerata una lenza bloccata, ma fuori dal mondo agonistico è sicuramente apprezzata. Per realizzarla occorre imparare a creare una brillatura del trave: trattasi di un'operazione che richiede un po' di pratica ma non è impossibile, che consiste nell'irrigidire un pezzo di lenza, girando e rigirandolo su sé stesso. Vediamo nel dettaglio come costruire la montatura, aiutandoci con lo schema sottostante che semplifica tutto. Prendete la lenza madre (solitamente impiego uno 0,23 / 0,25) e recuperate tra le vostre mani circa un metro di filo, senza tagliarlo. Posizionatevi verso metà spezzone ed infilate una girella con moschettone, immediatamente seguita da un tubicino in silicone. Effettuate un nodo bloccante, passando il filo due volte all'interno. Inoltre incominciate a brillare la lenza, rigirandola su se stessa. Otterrete una perfetta brillatura, che sarà ancor più irrigidita quando all'estremità inserirete il tubicino a protezione dell'asola nata sulla girella con moschettone. Agganciate il feeder e assicuratevi che la brillatura tenga. Prendete l'altra estremità, quella ancora libera per intenderci. Chiudetela con una girella ed eventualmente ponete un piccolo gommino a protezione della stessa. Agganciate un terminale di 15/20 centimetri ed il gioco è fatto. La montatura del paternoster rig per la pesca a feeder è pronta!

Lo schema base della lenza segue quanto descritto. Può essere perfezionata a proprio piacimento con stopper, ulteriori girelle, oppure con una brillatura di trecciato, di powergum. Il mio invito è sempre a migliorare e ritoccare le mie lenze secondo le proprie esigenze, perchè le acque che frequentiamo sono diverse e il pesce può comportarsi in modo differente.

Azione di pesca e consigli tattici per la variante moderna del ledgering

L' azione di pesca non differisce dal ledgering classico. Bisogna solo avere maggiore accortezza nella scelta del pasturatore: block-end feeder per i bigattini oppure open-end feeder per la pastura. Durante la realizzazione del servizio ho preferito concentrarmi sul ledgering con una pastura a base di halibut, mentre ho impiegato 3 bigattini ed 1 caster a bandiera, innescandoli delicatamente su un amo a gambo corto senza ardiglione. Il complesso pescante sembra avermi dato ragione, consentendomi di catturare una decina di ciprinidi durante una fredda mattinata di gennaio, trascorsa in terra veneta. Potrebbe avere un esito positivo anche per voi, sia in acqua dolce e perchè no... anche in mare! La sensibilità conferita dal paternoster rig può essere micidiale in canali popolati da specie eurialine come spigole, cefali e orate. Allo stesso tempo, può rivelarsi efficace anche in mare aperto, in condizioni di bassa marea, pescando dai piccoli moli su fondali sabbiosi. Provare per credere!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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