Primi passi dalla scogliera con la bolognese
Il mondo dell'Associazione Pescanet è assolutamente eterogeneo. Ci sono pescatori esperti, altri che vantano un glorioso passato agonistico, poi c'è spazio per alcuni giovani pescatori minorenni che stanno muovendo i primi passi nel mondo della pesca in mare. Parlo di Gianluca, Davide, Antonio, tre piccoli amici che mi bombardano costantemente di domande su Facebook, al punto da farmi perdere spesso la pazienza (succede a tutti... i giovani hanno troppa voglia di imparare in fretta). L'articolo che segue è dedicato a loro, ai piccoli amici che hanno comprato una canna bolognese e vogliono cimentarsi per la prima volta in un classico della pesca in mare rivolto alla cattura di pesci che vivono a mezz'acqua, come saraghetti e occhiate, rigorosamente da rilascio (la loro pezzatura è sempre minima) ma forieri di soddisfazioni per chi deve fare ancora tanta strada nella pesca.
Definiamo il concetto di bolognese
Ad alcuni sembrerà un concetto scontato; dopo la marea di domande che ricevo giornalmente via mail e facebook ho deciso di spiegare una volta per tutte cos'è la bolognese. Si tratta di una canna telescopica di 5/6/7/8 metri che conta rispettivamente 5/6/7/8 sezioni, per comodità suddivise in sezioni di più o meno un metro, alcune più lunghe ed altre più corte per ovvie esigenze costruttive. Su ogni sezione è montato un anello passa-filo, sulla penultima può esserci un anello intermedio che funziona sempre da passante, sull'ultima invece vi troviamo uno o due anelli passanti.
Le azioni di una canna bolognese
Le azioni appartengono ad una classificazione ben definita: light, medium, strong - in italiano: morbida/parabolica, medio-rigida, rigida-di punta. Canne morbide permettono di lanciare pesi minimi (galleggianti da 1/3 grammi), canne medio-rigide consentono lanci più pesanti (2/6 grammi) mentre quelle rigide arrivano a gestire galleggianti più sostenuti, anche nell'ordine di 10 grammi. In commercio vi sono tantissime proposte e i Pescanet Shop convenzionati hanno in magazzino diversi modelli per le esigenze di amatori ed esperti. Spetta a noi scegliere l'attrezzo giusto, in base alle disponibilità economiche e alla pesca che dobbiamo fare.
Prede dalla scogliera
La pesca dalla scogliera artificiale è il primo step da impartire ai ragazzi, per presentare nel miglior modo possibile " l'amico blu ". La comodità degli scogli, l'attrezzatura ridotta al minimo, la praticità del bigattino e la semplicità nell'effettuare piccole catture sono tutti fattori da tener conto per non rendere difficile l'azione di pesca. Con Davide, uno dei "Pescanet Boys" che conta solo 14 primavere, ho ripreso a pescare a bolognese come facevo un tempo, da bambino. Era il 1998, avevo solo 15 anni e, terminata la scuola, avevo solo un obiettivo: pescare. Ogni mattina avevo un appuntamento speciale con la scogliera del porto di Molfetta in compagnia di una bolognese Browning Galaxy 5000, canna molto basica con cui ho fatto le ossa. Un pomeriggio d'Agosto ho portato Davide con me, alla riscoperta di un pezzo del passato. Gli ho chiesto di farmi tutte le domande possibili, con la consapevolezza di realizzare un articolo alla portata dei più piccoli, da condividere gratuitamente in rete. Ha esordito con una domanda: "quali pesci peschiamo oggi?". Col bigattino è più probabile incocciare qualche sarago, magari occhiate di buone dimensioni, forse la spigola ed un'aguglia. Il sarago e l'occhiata vivono a diverse profondità ma hanno l'abitudine di stare a mezz'acqua, abboccando volentieri ad un bigattino ben presentato, accompagnato da una pasturazione costante sempre a base di cagnotti. Se siamo certi di pescare su grosse profondità non serve nemmeno sondare, ma posizionare il galleggiante a 4/4,5 metri di altezza. Altrimenti possiamo sondare e impostare la battuta di pesca a mezz'acqua.
Come fare la montatura per la pesca a bolognese?
Per affrontare la costruzione della lenza dovremmo aver già fatto un po' di pratica con piombini e pinzetta. Riprodurremo lo schema della didascalia su uno spezzone di filo tra il metro e metro e mezzo dello 0,16 che va imbobinato sul mulinello. Disporremo 8/10 pallini dello 0,15 (misura n°5 nella scala convenzionale) che tarerà perfettamente un galleggiante da 1,5 grammi a forma di penna, molto sottile e con l'antenna intercambiabile per pescare di notte. I pallini avranno le seguenti distanze (disposizione ideale per 1 metro di lenza): 30-20-15-10-8-7-4-3-2-1 cm. Il terminale sarà lungo quanto la disposizione dei piombini: 100 oppure 150 cm. Eviteremo così eventuali garbugli o stupidi grovigli durante il lancio per una lenza a baricentro basso/alto. In figura consigliamo lo 0,12, monofilo standard per la pesca dalla scogliera, che non deve mai mancare nella cassettina di pesca. L'amo sarà del n°18/20 a gambo corto, con gola stretta e filo corto (Serie 808 Tubertini - senza ardiglione). L'innesco del bigattino singolo è micidiale, impone una scelta istintiva che spesso porta ad ingoiare il boccone in modo decisivo. Gli ami senza ardiglione facilitano nell'innesco del bigattino e permettono una migliore slamatura del pesce, oltre a procurare minor danno all'apparato boccale. Le credenze che portino catture limitate sono assolutamente da sfatare.
Mantenere i pesci in attività con fiondate di bigattini
Il concetto della pasturazione è spesso storpiato nella pesca a bolognese. Tengo a precisare che per pastura si intende il lancio in acqua di sfarinati, mentre il rilascio prolungato di larve sarebbe meglio chiamarlo "fiondate di bigattini". Tutto ciò ha lo scopo di tenere sempre in attività le prede, che entrate in frenesia alimentare, abboccheranno una dopo l'altra. Si tratta di un'azione da compiere ripetutamente, ad intervalli regolari di 5/10 minuti, senza esagerare nel riempire lo scodellino della fionda. I primi tempi sarà difficile prendere la mira ma la pratica aiuta, come in tutte le cose. Vorrei focalizzare l'attenzione sulla dispersione dei bigattini nell'acqua. Questi, all'arrivo in superficie, tendono a scendere o galleggiare. Galleggiano se sono gonfi d'aria, morti o vecchi. Affondano se freschi o di qualità. L'ho capito a mie spese e più volte mi sono scontrato con le idee di qualche ignorante che non ammetteva la realtà del "bigattino che galleggia". Se ci troviamo in condizioni di corrente laterale o frontale dobbiamo calcolare a vista il movimento del galleggiante. Se tende verso destra, fionderemo a sinistra, così il bigattino scenderà in corrispondenza dell'amo. Se invece tende a sinistra, lanceremo verso destra, poi la corrente farà il suo compito. Sembrano concetti facili ed elementari ma vi assicuro che saper leggere l'acqua richiede tempo e costanza, non sempre alla portata di un giovane pescatore.
Conclusioni
Un pomeriggio diverso dal solito ci ha regalato molteplici catture di occhiate, saraghi sparaglioni ed un fasciato portafortuna grande quanto un palmo di mano tutti rigorosamente rilasciati perchè siamo convinti sostenitori del catch & release anche in mare. Possono sembrare prede minori, quasi al limite della decenza, ma non mi stancherò mai di ripetere che il mare non è fatto solo di spigole da 7 chili e orate giganti. I bambini dovranno pure imparare da qualcosa! Tutti noi, prima di dedicarci alla preda da chilo, abbiamo fatto pratica con il ghiozzo, poi con la bavosa e la donzella, poi siamo passati alle boghe, alle occhiate, al saraghetto ed infine la spigola. Lo step intermedio può essere difficoltoso e durare a lungo. Con questo articolo le giovani generazioni non avranno problemi nel realizzare una lenza semplice, intuitiva e di facile costruzione.