Pesca alla spigola col gambero vivo

La pesca alla spigola è da sempre una specialità molto in voga tra i pescatori in acque salse. Richiama centinaia di migliaia di appassionati lungo le coste italiane che la praticano solitamente nei porti o lungo le scogliere popolate dai serranidi. La sua lunaticità e l’alta qualità delle carni fanno sì che questo pesce abbia quasi aspetti mitologici agli occhi dei pescatori. La sfida nei suoi confronti, infatti, è accentuata da racconti fantomatici di esemplari di grossa taglia (la canonica è sempre sui 7 chili e mezzo), catturati con chissà quali lenze artefatte ed esche fantasmagoriche. Tralasciando quello che è il mito, ma andando nel concreto, oggi racconterò il mio personale punto di vista sulla pesca alla spigola grazie all’aiuto di un carissimo amico di vita e di pesca, che reputo un pescatore umile ed esperto. Sergio, è il suo nome, pesca le spigole da più di vent’anni, e ha messo a punto una serie di stratagemmi per la pesca della regina che ho voglia di condividere; desidero regalarvi, infatti, un vademecum utile per iniziare o approfondire la pesca al branzino con il gambero vivo. Una tecnica praticabile sia d’inverno che d’estate, in autunno e in primavera.

Attrezzature per la pesca alla spigola

Due sono le tecniche più inclini alla pesca della spigola: bolognese e inglese. Nel primo caso, sarà d’uopo acquistare una bolognese di 6 o 7 metri, ad azione rigida, capace di contrastare agevolmente le fughe della preda. Chi ama i modelli dalle prestazioni massime, potrà comprare le top di gamma dei marchi più blasonati in carbonio altissimo modulo, anellarle in modo personalizzato e lasciare anche una customizzazione con il proprio nome. In alternativa, per chi non dispone di budget esagerati (il momento di crisi è per tutti, specie nel povero e martoriato Sud), potrà scegliere modelli tra i 70€ e 150€, sia di 6 che 7 metri, capaci comunque di pescare agevolmente. La canna, infatti, resterà sempre appoggiata al panchetto o sul secchio, ed il pescatore la utilizzerà nel vivo solo durante il lancio o il recupero. Ciò che conta realmente è la lenza, il monofilo per intenderci. Che la canna abbia un costo da 500€ o da 100€... poco importa alla spigola. Importerà magari al vostro ego, al desiderio di esibizionismo insito in ogni pescatore. Ricordate comunque che conta realmente la qualità della lenza, che deve essere ben realizzata. Nel caso della pesca all’inglese, invece, si potranno acquistare canne in tre pezzi da 4,20 metri o 4,50 metri. In alternativa, le inglesi telescopiche vanno comunque bene, soprattutto quando si pesca di notte e la visibilità è veramente ridotta. Dovranno lanciare galleggianti tra i 6 e i 10 grammi, quindi un range di casting di 5/25 grammi è essenziale. I mulinelli, infine, potranno essere gli stessi per bolognese ed inglese: a frizione anteriore, di taglia 2.500/3000, con bobina eventualmente maggiorata ed una buona capienza di monofili tra lo 0,16 e lo 0,20.

Esche per la pesca alla spigola: il gambero vivo

Tra le esche per la pesca alla spigola annovero solitamente il bigattino, il verme coreano ed il gambero vivo. Quest’ultimo è il principe per la pesca alla spigola (piace anche all’orata!), quindi preferisco concentrarmi sul crostaceo per parlarvi di come reperirlo e come innescarlo. Prima di tutto, bisogna dotarsi di un guadino con una testata a maglia stretta. Poi occorre andare sulla banchina di un porticciolo e “raschiare” il bordo alla ricerca dei gamberetti. Mi si faccia passare il termine, perchè raschiare per davvero è vietato per legge. C’è un altro metodo, ovvero comprare un retino per gamberi e all’interno mettere una o più sarde. Attendere un po’ di ore, tornare sul posto, tirar fuori dall’acqua il retino e trovare i gamberi che si saranno depositati all’interno. In estate è più facile reperire i gamberi, mentre col freddo l’operazione è difficile. Un ossigenatore a batteria verrà in aiuto, consentendo di mantenere vivi i gamberetti nel tempo. Due parole sono d’obbligo per l’innesco: bisogna infilare l’amo dalla coda del gambero, proprio come in foto. Gli inneschi dalla testa fanno morire l’animale. Inoltre l’innesco dalla coda garantisce la massima vitalità per il crostaceo, oltre alla grande capacità di movimento che attirerà di sicuro le spigole affamate.

Pesca alla spigola con la bolognese

La pesca alla spigola con la canna bolognese si svolge in porto o dalla scogliera con una lenza semplice, diretta, efficace e senza troppi giri di parole. Faremo passare lungo il trave (dallo 0,18 allo 0,22 per chi punta ad esemplari Big) un galleggiante con starlight da 3 grammi a goccia o carota. Il galleggiante a goccia sposa bene il mare calmo, mentre la carota offre più stabilità col mare mosso o increspato. Infileremo sul trave anche una torpille da 2,5 grammi, una girella del 22 (o similare), un terminale dal metro al metro e mezzo dello 0,16/0,20 in fluorocarbon. Chiuderemo la lenza con un amo del n°6 Tubertini Serie 19 (il preferito di Sergio). Ecco, la lenza è pronta! Niente di irreale, di incredibile. Solo purezza e semplicità che piacciono molto alle spigole in caccia nel sottocosta.

Pesca alla spigola all’inglese

Quando il fondale è superiore alla lunghezza della canna o c’è l’esigenza di lanciare piuttosto lontano (perchè il pascolo del pesce avviene a metri e metri da rica), la pesca all’inglese viene in aiuto del pescatore. La montatura per praticarla da riva, in porto ed in scogliera, è costituita da un nodo di fermo che passerà lungo il trave dello 0,18/0,20. Seguirà una perlina, poi un galleggiante piombato da 6/8+2, ancora una perlina ed infine uno stopper in gomma che regolerà l’altezza in cui pescheremo. A completamento della lenza, aggiungiamo una torpille da 1,5 grammi, una girella (che andrà posizionata più o meno a 2 metri dallo stopper in gomma) ed uno svolazzo dello 0,10 di lunghezza tra il metro ed il metro e mezzo. Infine, un amo Tubertini Serie 19 n° 6 sancirà al meglio la definizione della montatura per la pesca all’inglese.


Come pescare le spigole

La prima cosa da fare giunti in porto o dalla scogliera è preparare gli attrezzi, quindi sondare e rendersi conto della profondità dello spot. Sergio è solito pescare a mezz’acqua o a tre quarti di fondo. Mai su di esso. Mi rendo conto che le spigole possono avere comportamenti differenti da zona a zona, quindi in Puglia si comportano come da mia descrizione mentre altrove (in Tirreno per esempio) potrebbero muoversi solo a contatto col fondo. Valutate questo aspetto, tenendo ovviamente conto dei miei consigli. Detto questo, la pesca è tipicamente di attesa, con pochi lanci, almeno per controllare il gamberetto e molta posizione da riposo. I cappotti sono all’ordine del giorno, anzi delle serate. Allo stesso modo non vi è alcuna certezza di terminare la serata con una rosa di spigole da far inviare i pescatori in rete. La spigola è lunatica, forse più delle donne (mi perdonino le signore che leggono questo pezzo), e può regalare serate indimenticabili come interminabili e prolungati mesi di agonia senza un pesce. Consiglio comunque di seguire un vademecum che si basa sull’esperienza: sfruttate le giornate di bassa pressione, i picchi di marea, le serate con luna crescente; lasciate perdere (a meno che abbiate tempo da regalarvi) le giornate di alta pressione, la bassa marea, le serate con luna piena. Approfittate della nebbiolina, della foschia, della pioggia fine e del passaggio tra tramontana e scirocco. Tentate più volte mantenendovi a tre quarti di fondo, un po’ alzati da esso perchè il pascolo degli esemplari in caccia non si svolge solitamente a pelo d’acqua o sul fondo. Infine abbiate tanta, tanta pazienza, copritevi bene se pescherete d’inverno. Oppure munitevi di una bella radio portatile, se pescherete d’estate e vi piace la musica d’attesa. Godetevi soprattutto il mare, la sua quiete, la sua immensità. E state attenti al galleggiante perchè l’attimo dell’abboccata è veramente fuggente!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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