Pesca della trota in laghetto col galleggiante

La pesca alla trota in laghetto è sinonimo di tremarella e striscio con vetrino, bombarda, piombino. Tuttavia c’è una piccola branca che non prevede l’utilizzo di zavorre a contatto diretto col terminale, bensì un galleggiante segnalatore, come se stessimo pescando al colpo con la bolognese. Molti la snobbano perché perde l’elemento essenziale dettato dalla velocità. Tuttavia, in casi difficili, con trote abuliche, ferme e stazionarie sul fondo, è forse l’unica a garantire risultati apprezzabili. Molto spesso abbiamo vissuto cappotti clamorosi per la convinzione errata che la trota mangi solo a recupero: ciò è vero durante l’autunno, primavera ed estate, ma d’inverno, complice la riproduzione e le temperature davvero basse, il pesce preferisce muoversi il meno possibile, covando al meglio le proprie uova sul fondo. Lasciamo quindi le canne da striscio e tremarella sul porta-canne; concediamoci una battuta di pesca a "galleggiantino", seguendo i consigli di Pescanet, veri e propri contenuti di valore per tutti, dal neofita all’esperto.



Quando pescare a galleggiante?

Le fredde mattinate d'inverno sono accomunate da valori termici vicino allo zero. Durante il servizio fotografico in laghetto, il termometro oscillava sui 3°C alle otto del mattino, nonostante i caldi raggi di sole provenienti da oriente. Immediatamente dopo la semina avvertiamo le prime tocche, improvvisando svariate catture a vetrino o piombino, in superficie e a fondo. Passata la prima frenetica mezz’ora di pesca, ecco l'evolversi di una parabola discendente che colpisce la quantità di trote trote nei cestelli. Pian piano non c'è anima viva in acqua e la disperazione incomincia a segnare il volto dei pescatori, noi compresi! 

Trote fantasma

Dove sono le trote immesse durante la semina? Sono scomparse! Mentre alcuni proseguono la battuta di pesca a recupero, il sottoscritto e gli amici del Pescanet Team improvvisano un cambiamento di rotta. Apriamo le bolognesi corte e iniziamo a pescare a galleggiante. Ecco smuoversi la situazione con una cattura dopo l’altra, susseguita da altrettanti momenti di pausa. E’ proprio in questi attimi che occorre diversificare l’azione alieutica, dimenticando per un attimo lo striscio e la tremarella, concentrandoci solo sulla staticità della pesca a galleggiante. Sappiamo tutti che è bello sentire la mangianza della trota nel recupero, ma ciò che conta è il numero delle trote da portare alla pesatura e poco importa che siano pescate in un modo o nell'altro.



Attrezzature

Il mercato offre notevoli soluzioni per la pesca a tremarella e striscio, mentre per le trote a galleggiante vi sono sporadiche realizzazione specifiche. Daiwa e Trabucco hanno realizzato bolognesi con blocchi teleregolabili a 4/5/6 metri da impiegare in una sorta di pesca in velocità a galleggiante, ma si tratta di modelli che non hanno ancora determinato l'attenzione del pubblico agonistico, nicchia molto esigente e talvolte scettica verso le novità ingegneristiche. Per andare sul sicuro, useremo una bolognese di 5 metri con casting da 2 a 10 grammi, che sia capace di contrastare le fughe di pesci anche dal mezzo chilo in su. Monteremo un mulinello di taglia 2500 con un monofilo dello 0,18 in bobina. Non servono attrezzi di pregio, li sfrutteremo al minimo delle capacità perchè spesso lasceremo la canna sulla staccionata o in posizione di riposo. Non va dimenticato il guadino perché tirare al volo una trota, anche di 200 grammi, imprime dannose sollecitazione al sottovetta che potrebbe far crack! I segnalatori per la pesca alla trota sono di vario tipo. Abbiamo la penna, galleggianti a forma affusolata e a carota. In figura ne mostriamo uno piuttosto snello, con portata da 3 grammi a filo passante, indicato per una pesca lenta ma di sensibilità, con recupero minimo alternato da frequenti pause. C’è poi un modello Tubertini con forma più tozza da 5 grammi, sempre con filo passante, da impiegare per la pesca a galleggiante in velocità con un peso maggiore. Entrambi possono essere fermati con scoubidou in silicone lungo la lenza. Vanno montati con catenelle di styls, piombini o torpille secca. Nel nostro articolo vi spiegheremo come effettuare una corretta lenza con la torpille, per una metodologia che punta alla cattura di trote ferme, immobili, svogliate, tipiche dei laghetti lucani e pugliesi.



Come costruire la montatura?

La somiglianza con una lenza da pesca in mare la dice tutta sulla purezza di una montatura standard, alla portata di tutti. Monteremo un galleggiante da 3/4/5 grammi lungo il trave. Faremo passare una torpille da 3/4/5 grammi, a completa taratura del segnalatore. Colleghiamo il terminale di 40/60 cm dello 0,14 con una girella tripla. Sceglieremo un amo da trota come il gamakatsu LS 705N del N°10 con una o due camole innescate a regola d’arte. Prima di entrare in pesca dobbiamo assolutamente sondare la profondità ed attestarci ad un palmo dal fondo.



Come pescare la trota a galleggiante?

Le trote diffidenti sono un problema che mette in crisi ogni pescatore. Quando non vogliono saperne di mangiare dobbiamo sfoderare il jolly nella manica. Anche se pescheremo con il galleggiante, è importante mantenere una corretta azione di pesca che vedrà l’alternarsi di lanci, brevi recuperi “singhiozzati” misti a pause più o meno accentuate. La camola dovrà comunque ruotare in acqua tra un movimento e l’altro, favorendo le abboccate non appena ci si ferma per uno stop. La trota è solita seguire l’esca, valutandola a fondo, piluccandola se incerta. E' buona norma sperimentare esche alternative come le pastelle multicolor (dove permesse), uova di salmone, caimani e lombrichi. Sebbene non rappresentino il massimo della vitalità rispetto alla camola, stimolano l'appetito della trota ormai stanca di essere insidiata con la solita camola.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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