Cefali in foce e canale con la spallinata
Capita sovente di scoprire nuovi posti, al punto da imparare ulteriori metodologie per affrontarli al meglio. Le foci ed i canali della Puglia e Basilicata sono ecosistemi davvero interessanti, dove è possibile trovare proprio di tutto: cefali, spigole e orate in primis. Lo sguardo odierno ci propone un primo approccio al pesce onnipresente, dall'animo combattivo e risoluto, capace di dominare le nostre giornate di pesca fornendo ore di assoluto divertimento. Il cefalo è un pesce in attività tutto l'anno, sia d'estate con i grossi esemplari a pelo d'acqua, sia d'inverno, quando risale i fiumi ed i canali durante le mareggiate. In queste circostanze, le foci si trasformano quasi in laghetti protettivi dove il pesce riesce a stazionare in attesa del ritorno dell'alta pressione. Durante le tranquille giornate invernali il cefalo è libero di muoversi in lungo e in largo, in mare aperto e dentro la foce-canale. La pesca si fa interessante perchè molto di questo pesce di passaggio può essere ingannato con la canna bolognese, un classico per gli amanti del purismo che non rinunciano alla pesca in mare anche col freddo pungente.
Pesca alla passata in corrente
Prendiamo l'esempio della foce-canale degli Argonauti, a Marina di Pisticci. Essa è molto simile alla foce del Capoiale presso il Lago di Varano; rispecchia infatti un sistema standard di costruzione del canale, sia per la Puglia che la Basilicata. Alle ore 14, momento in cui siamo a pesca e realizziamo questo servizio, vi è la seguente situazione: lato destro del canale con corrente ad uscire mentre il lato sinistro ha un movimento dell'acqua ad entrare. Anche un pescatore alle prime armi nota questa dinamica dei fluidi che trova conferma nei guizzi dei cefali, concentrati solo lungo la nostra sponda. Noi ci troviamo con la corrente che sposta il galleggiante da sinistra a destra, con una velocità media, come se fossimo in fiume e dovessimo adoperare la famigerata passata. Effettivamente, è di passata che si tratta, una tecnica poco descritta su Pescanet perchè dalle nostre parti non vi è la gran quantità di acque dolci del nord Italia e la pratica non è affatto agevole viste le caratteristiche torrentizie dei fiumi. Agli Argonauti come alla foce del Capoiale c'è da rimboccarsi le maniche, analizzando al meglio ciò che avviene nell'acqua con un gioco di correnti che influenzerà la pescata.
La spallinata: montatura per la pesca in foce
Leggere l'acqua vuol dire comprendere ciò che accade dinanzi ai nostri occhi. Quest'oggi osserviamo un movimento ad uscire che trasporta da sinistra verso destra i detriti, anche in superficie. La corrente superficiale segue questa regola. E... a mezz'acqua? sul fondo? Domanda interessante. La risposta porta ad una pronta analisi della stabilità del galleggiante. Se la corrente di superficie monta verso destra, mentre quella inferiore è contraria, il sussulto del galleggiante tende ad essere poco uniforme, quasi storto. In questo caso, davvero particolare, è necessario bilanciare le due forze con la tripla spallinata o la biconica (chiamiamola così... come vogliono i nostri fan). Per fortuna, stavolta la natura ci viene incontro e da un'attenta disamina si intuisce che la corrente sul fondo segue lo stesso verso della sorella in superficie.
Pesca al cefalo in foce
I due colleghi del Pescanet Team, Sergio e Nico, sono già in pesca, con due piombature molto rigide. La loro lenza è provvista di torpille secca, creando una situazione alquanto rigida che più volte costa la perdita del cefalo proprio sulle tocche più difficili. La scelta sposta il focus dalla torpille alla spallinata, morbida, a scalare, che faccia scivolare meglio l'esca, presentandola fluttuante alla forza della corrente. Vediamola meglio, con i riferimenti all'immagine allegata all'articolo. Si parte al contrario, dall'amo verso l'alto. Un buon Gamakatsu 6315 del 16 fa da padrone, con l'innesco del pane, che è collegato ad una girella con aggancio rapido attraverso un terminale di 60 centimetri. I pallini, tutti dello 0,13gr per 11 elementi, sono distribuiti a 20/15/12/10/8/7/6/5 centimetri terminando con un bulk finale composto da pallini dello 0,09gr che tarano quasi completamente il galleggiante da 1,5 con forma di carota. Una volta entrati in pesca noteremo la perfetta simbiosi della lenza e del batuffolo di pane che si confonde sinuosamente con la corrente. La pasturazione deve seguire la direzione della nostra lenza, quindi lanceremo le palle di sfarinato al formaggio, angolandoci quasi a 45° dalla nostra postazione perchè, scendendo, si poseranno poi nel giusto senso. Per effettuare una passata assolutamente elegante potete adottare un mio accorgimento che vede fermare il monofilo con l'indice ad archetto aperto. Nel momento della mangiata e quello successivo, chiudiamo l'archetto con uno scatto di mulinello e ferriamo in modo istantaneo.
Una pesca per l'estate e per l'inverno
La pesca in canale e in foce ha un suo fascino sia nei mesi invernali, quando le spiagge sono deserte e si avverte il frizzante profumo del mare, sia in estate, col caldo pomeridiano prima del tramonto. Le esperienze del Pescanet team ci portano a non sottovalutare un ambiente sempre ricco di pesce, anche nelle giornate più dure del rigido inverno, quando la calda acqua proveniente dal fiume (o dal lago - vedi il caso di Varano e Lesina) si scontra con i gelidi fluidi marini. Tra gli spot consigliati per i mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio annoveriamo gli immancabili porti canale presso la foce del torrente Saccione, foce del Capoiale, Foce Varano, il tratto canalizzato del fiume Ofanto, il fiume Lato, la foce del Fiume Lenne ed il porto degli Argonauti. La presenza di pesce foraggio è sempre elevatissima, con ampie possibilità di condurre una pesca specifica anche ai predatori.