Pesca al Porto di Bari

Spesso si parla del Porto di Bari solo relativamente alle gare gestite dalla FIPSAS presso il Molo Pizzoli o la diga foranea. L'idea che ne deriva è quella di un porto di grandi dimensioni, riservato a pochi intimi. La realtà è ben diversa e preferiamo screditare questa impressione che deriva a primo acchito. Il porto di Bari offre molteplici approcci alla pesca con la bolognese, inglese e canna fissa, tecniche utilizzabili per la pesca della spigola, orata, cefalo, occhiata, salpa, ecc. Proprio perchè si tratta di una struttura di grosse dimensioni, occorre procedere per tappe, analizzando con calma tutte le possibilità offerte da un itinerario davvero interessante, testato in diverse occasioni.


Molo San Cataldo

Partiamo nel nostro itinerario da San Cataldo. Esso rappresenta un ottimo spot per gli appassionati di pesca all'inglese, bolognese, canna fissa, ledgering e fondo in generale. Per la sua posizione, esso ripara dai freschi venti da nord, mentre è battuto da quelli provenienti dai quadranti meridionali. Il fondale si assesta su una profondità media di 3-4 metri, poi man mano che ci si spinge verso la punta del molo, questa aumenta. Il molo è comodamente raggiungibile dal centro della città di Bari, vi è un'ampia zona di parcheggio nelle vicinanze. Per poter avere un primo approccio è consigliabile andarci almeno in due, in quanto occorre scavalcare il muretto e scendere con molta attenzione. Sconsigliabile, quindi, per chi ha problemi di vertigini. I pesci più comuni presso il molo di San Cataldo a Bari sono: spigole, orate e cefali. Tra le varie tecniche che abbiamo già annoverato, la bolognese riscuote molto successo. Questi pesci, infatti, possono essere insidiati con lenze leggere, terminali dello 0,10 con bigattino innescato su piccoli ami. La pasturazione, elemento fondamentale durante la nostra azione di pesca, potrà essere costituita da pellets e sfarinati, al formaggio e aglio per i golosissimi cefali. Non mancano catture di splendide orate, come quella del nostro fedele collaboratore, che testimoniano il passaggio di pesce pregiato da questa particolare zona del porto.Tra le altre tecniche, proponiamo l'uso del ledgering, con canne leggere, dotate di cimette sensibili per pasturatori da 20 grammi, colmi di bigattini. Si tratta di una tecnica specifica per i grufulatori come l'orata o il sarago, a volte attivi presso San Cataldo.


Ex campo gara - Marisabella

Chiamasi ex campo gara perchè la pesca è interdetta. Marisabella è chiusa, l'accesso è limitato per lavori e non c'è più scampo per noi pescatori. Presso il molo di Marisabella si sono svolte numerose competizioni FIPSAS durante il periodo che andava a cavallo tra la primavera e l'autunno inoltrato. Era un campo gara meraviglioso: lineare, asciutto, pulito, ricco di sorprese e, spesso, difficile da comprendere. Questa complessità imponeva un sistema di pesca raffinato, dedicato al cefalo che qui raggiungeva dimensioni da capogiro, come testimoniato dalle foto. Marisabella non era solo cefali: qui la pesca la si poteva impostare anche in velocità, al pescetto, con prede quali aguglie, sparlotti, trigliette, occhiate, boghe. Erano necessarie le canne fisse (il fondale è di 7 metri circa), anche di 8/9 metri oppure bolognesi opportunamente modificate in cima per l'inserimento del vettino rigido in fibra di vetro. Questo cambiamento le rendeva ideali per la pratica del "lancetto", tecnica di origine genovese, che consisteva in una pesca a fondo, con piombo plastificato, avvertendo le tocche sul grezzo della canna, che si riflettono poi lungo la cima.


Il molo Sant'Antonio

Nel magico scorcio della Bari Vecchia, è impossibile dimenticare il Molo Sant'Antonio, a due passi da Piazza del Ferrarese. La comodità è unica, ci si arriva direttamente in auto, senza doverla lasciare incustodita. Consigliamo di posizionarsi lungo la fascia interna, quella che è rivolta verso la città. La profondità media consta di 4 metri, ideali per affrontarlo con la pesca all'inglese o la bolognese. I pesci che popolano il molo sono principalmente due: spigole e cefali. La minutaglia si affaccia durante l'autunno e la fine dell'estate, con simpatici saraghetti e boghe. Un metodo di pesca molto proficuo per il Molo di Sant'Antonio è proposto dagli inglesi. Una reattiva match rod di 3,90 metri permette di pescare in velocità il pescetto, composto da schiumaroli, boghe, salpe e sparlotti. Una pasturazione completa, a base di sfarinati di farina di pesce, assieme al verme coreano come esca, è un mix micidiale per carnieri di tutto rispetto.


L' Acquario

In giornate fredde e con forte ventilazione da nord, la pesca al porto di Bari potrebbe essere compromessa. L'Acquario è un asso nella manica da sfruttare, spesso meta del pascolo di orate che sono solite rilasciare le proprie uova a pochissimi metri da riva. Si tratta di un luogo molto caratteristico perchè rispecchia tecnicamente le difficoltà della pesca in foce, nonostante ci troviamo in una sorta di lago salato all'interno del porto di Bari. La condizione fondamentale è la leggera corrente trasversale che si impone andando da sinistra verso destra, nel classico verso caratteristico della fuoriuscita dell'acqua. Le orate sono solite abboccare violentemente all'esca che flutta morbida seguendo il moto della corrente. Unico neo: l'odore insopportabile di fogna che si avverte nelle giornate senza ventilazione. Purtroppo sembra esserci qualche scarico mal depurato nelle vicinanze, quindi sconsigliamo di portare a casa il proprio bottino, pena rischi culinari che non vogliamo assolutamente attribuirci.


Il molo di Bari Santo Spirito

Bari non è solo "Bari Città", ma anche periferie. Il porticciolo di Santo Spirito, ad ovest di Bari, nel territorio della 1° Circoscrizione è una simpatica perla per il pescatore completo. C'è di tutto: spigole, mormore, cefali fanno da padrone, a volte anche lecce stella e pesce di scoglio. Il porticciolo è bloccato da due moli, uno ad est ed uno ad ovest. Entrambi sono di piccole dimensioni, quello ad ovest è di recente costruzione. Si può pescare comodamente presso l'estremità di questre strutture, sfruttando la comodità della scogliera, molto comoda per chi può possizionarsi con il proprio panchetto e canne a seguito. Due sono le tecniche infallibili a Santo Spirito. La prima è la pesca con la corta bolognese di 5 metri (va bene anche una 6 metri), ad azione rigida, con il gamberetto vivo o con ciuffetto di bigattini. L'alternativa alla telescopica è data dalle tre pezzi per la pesca a ledgering, poker risolutivo nella pesca delle mormore sui fondali sabbiosi.


Il molo di Torre a Mare

Il porticciolo di Torre a Mare sorge adest di Bari ed è l'ultimo territorio appartenente alla 5° Circoscrizione. Si tratta di un gioiello che non offre solo la possibilità di andare a pesca... vi sono ottimi ristoranti e possibilità di passeggio con la famiglia. Il molo di Torre a Mare è di piccole dimensioni e consigliamo di posizionarsi dalla parte esterna del molo, quella che punta verso il mare aperto. Il pescetto va ricercato con una montatura molto tecnica, nella pura tradizione inglese. Nel nostro caso, suggeriamo l'impiego di una veloce match rod di 3,90 metri ad azione 3/15 grammi da armare con una penna di pavone (va bene anche un galleggiante a cannuccia) di 4+2 gr. Per avvicinare le prede a riva è d'obbligo pasturare chirurgicamente ad una distanza di 20/25 metri. Le acque sono molto cristalline ed il pesce è piuttosto smaliziato, vista la bassa pressione piscatoria che si registra in zona. Una volta effettuata l'azione di brumeggio si entra in pesca silenziosamente, con lanci frequenti ma precisi nella nuvola di pastura appena creata.



Montature e conclusioni finali

Chi ha letto attentamente le precedenti righe ha compreso che le tecniche più efficaci sono la bolognese e l'inglese. Il ledgering è un'alternativa, una sorta di jolly. Proponiamo due montature standard, valide in ogni situazione, che hanno riscosso parecchio successo, dimostrabile con le corpulente catture che accompagnano il nostro itinerario. La prima è dedicata alla pesca all'inglese, specifica per combattere in velocità la minutaglia costituita dal pesce di piccole dimensioni, al di sotto dei 200 grammi. La seconda montatura è specifica per la pesca al cefalo, un pesce che qui a Bari raggiunge dimensioni da capogiro. Per chi preferisce pescare spigole col gambero vivo, potremmo suggerire un terminale di 100/120 cm come svolazzo, dello 0,12, collegato ad un filo madre percorso da una torpille di 2,5 grammi e conseguente galleggiante da 2,75 grammi. In conclusione, crediamo di aver mostrato sinteticamente una serie di spot della città di Bari. Descriverli in maniera completa e minuziosa sarebbe pressochè impossibile in un'unica pagina di un portale di pesca. Ciò che però vogliamo sottolineare è l'estrema versatilità che offre il nostro capoluogo, passando da moli di piccole dimensioni, in scorci naturalistici davvero interessanti, a lunghe dighe tipiche dei porti di grandi dimensioni. A voi la scelta!

Altre informazioni utili:

Divieto di pesca in porto: La zona di Marisabella è recintata e non è più possibile pescare. Per le altre zone occorre essere tesserati FIPSAS, in possesso di speciale permesso, da richiedere in Capitaneria di Porto per poter avere l'accesso completo alla zona. In mancanza del tesserino FIPSAS si rischiano salati verbali e sequestro dell'attrezzatura.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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