Pesca sul Fiume Adige a Trento
La pesca in città è una delle più comode e affascinanti in assoluto. Anche se molto spesso si pensa che i corsi d'acqua cittadini non offrano buona pescosità, ci sono diversi casi in cui questa credenza può essere smentita. Tutto dipende dalla gestione del territorio e, soprattutto, dalla sapiente azione delle società di pesca sportiva che periodicamente ripopolano il fiume per garantirne la sua vitalità e pescosità. Un esempio di tutto ciò appartiene al sistema acque del Trentino, che vanta una gestione delle acque provinciali di assoluto rilievo, tale da diventare un esempio per tutta Italia.
Il fiume Adige a Trento. Per la realizzazione di questo itinerario siamo stati a pesca nel cuore del Trentino e di preciso a Trento, in pieno centro città. La città del Concilio è attraversata dal fiume Adige, corso d'acqua che nasce in Alto Adige, passa per il Trentino e prosegue fino al Veneto, dove incontra il Mar Adriatico. L'Adige a Trento ha i classici caratteri di fondovalle: ampiezza moderata, lieve e profondità che non supera i due metri nel periodo invernale. In primavera, a causa dello scioglimento delle nevi, l'Adige è carico d'acqua e la pesca si fa difficile o talvolta diviene impossibile.
D'estate, da Luglio a Settembre, se la stagione non è piovosa, l'Adige diventa uno spot interessante, sia per gli amanti della pesca alla trota al tocco, sia per gli appassionati di spinning. L'autunno coincide con la chiusura della pesca alla trota ma, diversamente da altre zone d'Italia, la provincia di Trento decreta l'apertura al 1° Gennaio, in pieno periodo vacanziero. È proprio dal 1° dell'anno che riparte la pesca alla trota e prosegue fino all'arrivo della primavera, condizioni meteorologiche permettendo.
Zona di pesca e regolamento. La zona che mostriamo in foto è la "AP2", ovvero un tratto di fiume che si estende dal ponte dell'Autostrada di Trento Nord fino alla passerella di Via Monte Baldo. Trattasi di una zona a pronta pesca, dove avvengono semine programmate a cura della APDT di Trento. È il tratto ideale per i turisti che ogni anno trascorrono le vacanze estive ed invernali in Trentino: facile accesso, auto a portata di mano, bel panorama e tanto verde. Le sponde sono bel curate e presentano tratti molto regolari. Sulla sponda destra, che coincide col sentiero della pista ciclabile, vi è una sorta di "scalino" di discesa in acqua, ben visibile ad occhio nudo. Sulla sponda sinistra, invece, il fondo è più scosceso. Personalmente preferisco pescare dove sono presenti gli ostacoli in acqua, perchè sono convinto che molto spesso il pesce preferisce fermarsi nei punti con minor corrente anzichè al centro del fiume. Come detto in precedenza, l'apertura del fiume Adige in zona AP2 (e anche AP1 a S.Michele) è fissata al 1° gennaio. La pesca alla trota prosegue fino al 30 settembre, con divieto solo per i venerdì non festivi. Il limite delle catture è fissato a 4 capi complessivi. In particolare, il regolamento prevede massimo 2 capi di trota marmorata con misura minima di 40 cm, ibrido 40 cm, fario e iridea di 22 cm. È consentita la pesca con le esche naturali (ad eccezione del bigattino) e artificiali, a patto che si utilizzi una sola canna, che può essere armata con un massimo di due ami o due ancorette.
Lenza consigliata. Per avere la meglio sulle trote iridee del fiume Adige abbiamo utilizzato una tecnica di pesca molto semplice: il pendolino. Un vero e proprio classico intramontabile che funziona abbastanza bene nel periodo invernale sul grande fiume di Trento. Per pescare col pendolino bisogna dotarsi di una canna teleregolabile ad azione rigida con una lunghezza tra i 6 e gli 8 metri, tali da permettere una buona trattenuta dell'esca. Acquisteremo dei pendolini da 10/15 grammi, perline salvanodo, girelle a barilotto e una bobina di 0,16 per terminali. Passeremo il pendolino lungo il trave, poi aggiungeremo una perlina salvanodo e chiuderemo tutto con la girella. Realizzeremo inoltre uno spezzone di 1/1,2 metri armato di un amo del 6/8. Le esche consigliate sono le camole del miele e il lombrico. Specie dopo le semine è bene tentare la fortuna con la camola, esca sempre vincente contro le iridee di tutte le taglie, dalle standard di 27/28 cm (come le trote ritratte in foto) alle più grosse, che arrivano a superare i fatidici 7,5 kg!
Azione di pesca. Giunti sul luogo di pesca monteremo la teleregolabile alla sua massima dimensione. Lanceremo al centro del fiume e faremo scorrere il pendolino fino al suo completo fermarsi. Manterremo il filo tra le dita ed effettueremo alcuni sussulti con la punta della canna per muovere l'esca. Molto spesso è buona norma fermarci e lasciare che sia la corrente del fiume a fare il resto. All'improvviso avvertiremo la tocca del pesce, così repentina da trasmetterci una bella scossa di adrenalina. La ferrata dovrà essere fulminea, per evitare che il filo perda la tensione e la trota possa scappare approfittando della corrente. Eseguiremo il recupero a canna alta sfruttando le potenzialità offerte dall'attrezzo. La trota cercherà sicuramente qualche anfratto dove ripararsi, sfruttando ovviamente la portata del fiume. Quando il pesce sarà più vicino dovremo accorciare la teleregolabile chiudendo uno o due blocchi. La trota sarà ormai sfinita e si lascerà accompagnare nel guadino. Bagniamoci le mani e rilasciamola con cura, con l'augurio che un giorno passi nuovamente a trovarci, magari qualche chilo in più!