Cefali alla Lega Navale Italiana di Barletta
Barletta è rinomata per le attività pescherecce nell' Adriatico. Nel dopoguerra si è resa protagonista di uno sviluppo industriale con colossi come la Cartiera, il cementificio Buzzi Unicem, la Timac Agro, la Cofra, aziende impegnate nel manifatturiero avanzato, conosciute in tutta Italia. Il porto ha subito un'espansione di pari passo con la crescita della città, spingendosi sempre più verso il mare con due moli (ponente e levante) ed un piccolo approdo per i natanti della Lega Navale Italiana. E' proprio qui che il Pescanet Team ha condotto una pescata di assoluto successo, impostando una battaglia a cefali di media dimensione, catturati su fondali sabbiosi, a suon di bolognese.
Il molo della LNI
Il manufatto sorge proprio al centro dell'ambito portuale ed ha la forma di una L al contrario. La profondità si assesta sui 2,5/3 metri, affrontabile a suon di canna fissa (una 7 o 8 metri è ideale) e bolognese. Oltre alla pesca al cefalo, il molo garantisce possibilità di successo anche nel ledgering e pesca alla spigola con il gambero vivo, come testimoniato da catture di rilievo effettuate da alcuni utenti di Pescanet. Il panorama che si erge dinanzi ai nostri occhi contempla il sistema di silos industriali del porto di Barletta, il centro, il lungomare e, alle nostre spalle, la cementeria, inconfondibile nella sua sfortunata aggressività paesaggistica.
Attrezzature leggere
Per l'occasione abbiamo sfoderato una nuova bolognese, la Trabucco XPS Pro Light, un attrezzo specialistico per pesche raffinate. Fabrizio di Acquaria, sponsor di Pescanet, ha testato l'affidabilità della Artico AB 9060. Per la pesca al cefalo occorre andare di fino, con mulinelli leggeri, monofili capillari e galleggianti nell'ordine del grammo e mezzo, a forma di carota o goccia, a seconda della corrente.
La montatura
La geometria scelta per il molo della LNI è mostrata in figura. Essa contempla un galleggiante da 1,5 grammi che andremo a tarare con una torpille da 1,25 grammi ed una serie di pallini a distanza costante, distribuiti in 50 centimetri. Continuiamo con un microaggancio Stonfo e due braccioli dello 0,10/0,12. Per realizzare un doppio bracciolo occorre prendere uno spezzone di 1 metro, montare due ami modello Gamakatsu 6315 su entrambe le estremità.
Pasturazione e strategia
Giunti in loco, prepariamo la pastura con una base da cefalo di 1 kg, aggiungiamo mezzo chilo di pane grattugiato e 100 grammi di pecorino romano (o formaggi di basso costo). Mischiamo tutto con calma, confezionando tre/quattro palle di brumeggio ben strette, che dovranno essere lanciate nella nostra presunta zona di pesca. Dopo la pasturazione, apriamo la bolognese, stendiamo la lenza e sondiamo. Segnalo che vi sono alcuni ostacoli sul fondo, quindi non consiglierei di restare ad un palmo dal fondo, piuttosto alziamoci a 10/15 centimetri per evitare incagli. L'esca ideale è il pan bauletto (o pan carrè) che va ammollato e strizzato, contenuto poi in uno straccio per evitare che si disidrati. Sull'amo va posizionato a mo' di fiocco, come mostrato nei nostri articoli specifici. Tra un pesce e l'altro è buona norma lanciare piccole palline di pastura, utili per non disperdere il branco di cefali.
Conclusioni
Uno spot che si aggiunge ai tanti altri itinerari pugliesi. Per coloro che vogliono esplorare nuovi orizzonti vi è il molo "lungo", quello ad est. L'auto va lasciata alla base e per raggiungere la punta è necessario uno zaino ed un carrello, la strada da percorrere è parecchia. Molti pescatori rammentano catture di mormore, orate e spigole, su profondità alte, nell'ordine dei 9/10 metri. Buona fortuna!