La scogliera di Polignano a Mare

La cittadina di Polignano sorge in seno ad una incantevole baia a Sud di Bari ed a pochi chilometri dalla valle d'Itria, al confine con la penisola Salentina. Qui è nato uno dei padri della musica leggera italiana, Domenico Modugno, cantautore noto a tutti per la sua canzone "Nel blu dipinto di blu", cui è stata dedicata anche una statua che sovrasta la piazza principale del paese. Il litorale è caratterizzato da un insieme di grotte marine, ognuna delle quali ha una sua propria peculiarità. Rocce rossastre, grigie, nere, colme di spugne anfrattate magistralmente tra i fori.


Le grotte si formano con l'azione esercitata dall'erosione delle acque nonchè dei molteplici agenti atmosferici, e sono meta particolarmente ambita degli appassionati di immersioni e subacquea in generale. D'estate è meta del turismo di massa, ma da settembre a maggio le coste sono praticamente deserte, e rappresentano per noi pescatori un paradiso incontaminato da esplorare. Vi sono piccole cale (Cala Incina e Cala Paura), ma anche le cosiddette "terrazze", cioè strapiombi sul mare, dai quali capita sovente di vedere qualche pescatore tentare catture di pesci di scoglio. La costa è piuttosto frastagliata, aspra, ricca di anfratti e buche. Affrontarla non richiede particolari attrezzature, la classica bolognese di 6 metri, ad azione rigida, è la giusta soluzione. I luoghi migliori da cui pescare sono Cala Incina e Cala Paura; le condizioni più indicate sono quelle con mare leggermente mosso e brezza proveniente da nord, oppure durante una scaduta, con acqua torbida e spumeggiante. Negli altri casi si rischia di incontrare un problema molto comune durante l'inverno, cioè la vicinanza delle reti alla costa, che impone di pescare a distanza molto corta onde evitare tediosi grovigli.


Come pescare a Polignano a Mare

 Vi sono diverse lenze che è possibile adottare: una di queste è quella suggerita da Francesco, il nostro accompagnatore, che contempla un galleggiante scorrevole da 3/5 grammi, opportunamente modificato (noterete nell'immagine un galleggiante da passata "truccato"), fermato da alcuni pallini a distanza di 50 cm dal terminale. E' necessaria una montatura di questo tipo in quanto i fondali sono molto profondi, con punte anche di 12/13 metri. Pescando invece a mezz'acqua, è consigliabile fermare il galleggiante ad una profondità pari a 4 metri, inserendo nel trave una torpille con dei pallini di coronamento e doppio teminale. Questi ultimi, dello 0,14/0,16 con lunghezza variabile tra i 20 ed i 40 centimetri, saranno armati da ami del 10/12, ai quali innescheremo tronchetti di sarda, bigattini, vermi, scampi e pastella. Per attirare i pesci nella nostra zona di attività sarà d'uopo una previa e copiosa pasturazione a base di larve oppure sfarinati al formaggio, sarda e farina di pesce, a forma di piccole palline.


Esche reperibili sul posto

Un discorso a parte merita l'esca di Palo (nella foto è in sequenza il suo innesco), anellide tubicolare, molto diffusa presso la scogliera bassa del posto e nel porticciolo di questa cittadina. E' facilmente riconoscibile per la sua forma: sembra infatti un fiore perchè è composto da un tubicino alla cui estremità è posta una chioma. Una volta reciso dallo scoglio che lo ospita, lo si libera dal guscio e lo si inserisce sull'amo a piccoli pezzi oppure con l'ausilio di un ago. Si tratta di un'esca dal potenziale attraente davvero alto, naturale e facilmente reperibile durante tutto l'anno


Pesca dalle "Terrazze"

Proseguiamo quindi lungo il nostro itinerario. Qui si pesca dall'alto, con attrezzi robusti, come canne telescopiche di circa quattro metri dall'azione non inferiore ai 100 grammi, abbinate a possenti mulinelli capaci di contenere una buona riserva di filo dello 0,40. I lanci, considerando che vengono effettuati in maniera perpendicolare al fondale, sono alquanto lunghi ed il monofilo riceve uno stress notevole durante la fase di recupero, dovendo salpare in velocità prede anche superiori ai tre/quattro etti. A completamento della lenza useremo dei piombi a perdere, con sistemi anti - incaglio (vedi la "ballerina", ossia il piombo col tubetto verde).


Le prede più comuni appartengono alla categoria del pesce di scoglio: labridi, occhiate, saraghetti, triglie e, di notte, qualche grongo, catturati con il verme coreano, trancio di calamaro o verme di Rimini (altresì conosciuto in Puglia come "vermara"), esca davvero efficace. Non di rado si osserva anche qualche pescatore che pratica la sua attività preferita direttamente dal balcone di casa. Si tratta di una tecnica molto popolare quanto antica, praticata tutto l'anno, specie d'estate.

Altre informazioni utili:

Negozio consigliato:  Brunopescashop.com a Monopoli. Telefono: 392-4378066. Sito: www.brunopescashop.com

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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