Pesca invernale a feeder in laghetto

L’ inverno è una vera sfida per chi ama la pesca. Il clima ostile, il termometro che scende sotto lo zero, il letargo di molte specie di pesci. Tutto sembra remare contro e ci invita a restare a casa, al caldo (magari con la consorte sotto le coperte...) ma la passione brucia nel cuore, come un fuoco che non si spegne, mai. Cosa fare allora? Sognare i bei tempi, essere nostalgici e vivere di ricordi? Oppure combattere il Generale Inverno, approfittando di qualche sprazzo di sole che solitamente avviene tra i giorni della Merla e Cernevale? Personalmente credo che la pesca meriti un riposo nei mesi più freddi. Ha il suo senso, credetemi. Ci fa apprezzare di più la primavera e l’estate, quando possiamo sperimentare tante tecniche, tra cui il feeder senza dubbio. Ma anche in inverno, a volte, la voglia di uscire a pesca si fa sentire nelle giornate oserei dire favorevoli: domeniche e feriali con alta pressione, oppure quando piove e spira lo scirocco, con la temperatura che lambisce i sette, forse otto gradi. Momenti del genere sono occasioni da non perdere e da affrontare col giusto approccio nella pesca a feeder: larve, pasturatori ultraleggeri, montature iper sensibili e pasture adatte alle acque fredde, magari applicandoci un tocco di fantasia.

canna da feeder in piegacarpa pescata a feeder in inverno

Metabolismo dei pesci in inverno

I laghetti popolati da ciprinidi e pesci gatto ci offrono la possibilità di praticare la nostra passione in uno specchio d’acqua ricco di possibili prede. Peccato però che l’attività dei ciprinidi sia al minimo storico: sono in letargo, facciamocene una ragione. D’inverno, infatti, il pesce piccolo (come l’alborella) si ferma e si pianta sul fondo del laghetto a causa dell'acqua gelida. Immaginate quindi come possa sentirsi il pesce di taglia come un carassio "preistorico" oppure une bella carpa oltre i due chili. Tali pinnuti si muoveranno appena, per saziare la fame e andare alla ricerca di cibo. Allo stesso tempo, cercheranno di risparmiare energie, evitando di stancarsi inutilmente. Tale comportamento  è frutto del metabolismo rallentato, statene certi! In un quadro alieutico così compromesso si fa spazio timidamente la pesca a feeder con pastura da acque fredde e bigattino: un'esca proteica, che si muove in acqua per qualche minuto, quel che basta per avvicinare potenziali catture verso la nostra area di attività. Dove permesso dal gestore, il bigattino (bianco e colorato) rappresenta la chiave di volta per il successo di battute di pesca invernali destinate al cappotto. Ricordo però che ci sono vari modi per pescare a feeder nella stagione fredda. C'è sempre il metodo "oldie but goldie", ovvero da "squadra vincente non si cambia". Scherzi a parte, vediamo nel dettaglio come ho impostato la pescata durante l'uscita raccontata attraverso le fotografie che compongono l'articolo.

canna da feeder in attesasonubaits match method mix

Pesca invernale a feeder in laghetto: scelta del feeder e pasturazione.

L' intero sistema pescante deve rispondere a esigenze di leggerezza e sensibilità. Nelle foto potrete visionare l'impostazione che sono solito applicare per queste circostanze: una tre pezzi con cima ultralight da 3,30 metri, un mulinello di taglia 3000, filo madre dello 0,18, pasturatore da 15 grammi open-end e una pastura specifica per acque fredde, dall'alto potenziale. La canna ultraleggera permette di percepire le abboccate più timide, mentre il pasturatore da 15 grammi è quel minimo sindacale che serve per lanciare adeguatamente e caricare sia pastura, sia una decina di bigattini. Come potete notare nell'immagine sottostante, ho l'abitudine di riempire il pasturatore con un po' di pastura, poi aggiungerci i bigattini e richiudere lo stesso con altra pastura. Una sorta di effetto "tappo", idea rubata al caro Mario Molinati che saluto affettuosamente ringraziandolo per il consiglio. Per la pasturazione, invece, mi affido all'ottima Sonubaits Match Method Mix: uno sfarintato da method che, secondo me, lavora molto bene anche su pasturatori a gabbietta e open end. Ha la caratteristica di unire ingredienti opposti: farina di pesce e biscotto, ossia un mix agrodolce che stimola l'appetito dei ciprinidi e vince le situazioni più difficili. La preparazione del composto e non è proprio semplice: bisogna metterlo in una bacinella, poi aggiungervi acqua, attendere venti minuti e sbriciolarlo tra le mani o con un setaccio, in quanto si formeranno fastidiosi grumi. Una volta lavorata, la Match Method Mix sarà pronta per essere impiegata con successo.

open end feederbrillatura pesca a feeder

Pesca invernale a feeder in laghetto: montatura a running rig, terminale e innesco.

La montatura più performante, frutto sia di consigli di un feederista di professione, sia del mitico Bob Nudd, prevede la doppia brillatura. Trattasi di un running rig che si esegue dapprima passando la girella con attacco specifico per il feeder, poi un gommino parastrappi ed ancora realizzando una brillatura di circa dieci centimetri, chiusa con un nodo. A questa prima brillatura va connesso un terminale dello 0,14 per una lunghezza di 30 centimetri, brillato negli ultimi 6/7 centimetri (proprio come in foto). Per quanto concerne l'amo, impiego volentieri ami piccoli (tipo i Trabucco serie 120 del n°21) su cui innesco tre bigattini a bandiera, colorati. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una moda, tuttavia una preferenza personale c'è: pescando su fondali non superiori ai due metri e mezzo, cerco di creare un contrasto col fondale caricando bigattini bianchi nel feeder, lasciando poi quelli colorati sull'amo. Sono convinto che ogni stratagemma utile per incuriosire le prede sia d'aiuto. Perchè non tentare questo tocco d'artista? A me funziona, lo stesso potrebbe accadere anche a voi.

doppia brillatura per running rig da feedercarpa catturata pescando a feeder in inverno

Trucchi e stratagemmi per migliorare le proprie catture

Dimenticate le pescate memorabili delle calde giornate estive, quando le canne si piegano a ogni lancio e le carpe corrono come forsennate. Pescare a feeder in inverno è una sfida diversa, che premia la pazienza e la tecnica. Suvvia, non lo dico soltanto io, bensì è un dato di fatto quasi incontrovertibile. Non sono io a dirlo, ma i numeri. Guardate i risultati delle gare di feeder di gennaio: arrivare a tremila o quattromila punti è già un'impresa. Ciò significa che il sapore della vittoria è più intenso. Anche se pochi e combattuti, i pesci presi a feeder in inverno valgono di più perché richiedono una serie di accorgimenti e stratagemmi per ingannare la diffidenza di pinnuti furbi e diffidenti. Ecco alcuni trucchi che, sicuramente, vi faranno divertire e vi premieranno con catture insperate.
 
ami e terminali da pesca a feeder invernalecarpetta pescata in inverno


Più la lenza è sensibile, minori saranno le possibilità per il pesce di avvertire l'inganno. Evitate anti-tangle o gommini ferma pasturatore sulla lenza, escluso quello alla base della brillatura. Bisogna dare un po' più di libertà al terminale di muoversi durante l'abboccata del pesce. In quel momento cruciale, la preda non deve percepire resistenze, altrimenti rifiuterà l'esca e vanificherà ogni vostro sforzo. Lasciate che parta e ferrate qualche attimo dopo la piega del cimino. Non tenete il filo in tensione, lasciatelo anche con una leggera curva disegnata sull'acqua. State tranquilli, le carpe tenderanno ad auto-ferrarsi da sole. Una volta abboccato, il pesce cercherà di fuggire verso punti di riparo e sarete voi stessi a percepire questo comportamento a causa dei movimenti del vettino, che indicheranno chiare "zuccate" verso la sponda opposta o ostacoli sommersi.

innesco bigattino a bandieraun carassio preistorico pescato a feeder

Prendetevi tutto il tempo che serve. Non fatevi prendere dall'impazienza, lanciando e scaricando il pasturatore ogni 7/10 minuti. Le abboccate potrebbero richiedere più tempo, anche venti o forse trenta minuti. State tranquilli: la nuvola di pastura sarà depositata sul fondo e accanto ad essa ci sarà la bandiera di esche pronta per essere scrutata. Ed infine, non sprecate bigattini e pastura. Cercate di lanciare sempre nello stesso punto, prendendo un riferimento sull'acqua come palo, un albero, una capanna sulla sponda opposta. I lanci devono essere precisi, mai troppo distanti. Sono sempre convinto che non serve pescare a centro lago, anzi meglio insistere sugli 11,5/13 metri, sfruttando l'eventuale pasturazione di pescatori a roubasienne avvenuta nei giorni precedenti. Concentratevi su ogni dettaglio condiviso in questo articolo e mettete in pratica le mie nozioni. Sono sicuro che i risultati non mancheranno!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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