Pescare col floating feeder in laghetto

Da diversi anni ormai sono convinto che la pesca nelle fisheries rappresenti il possibile futuro della nostra disciplina. Una piacevole alternativa alle acque libere, da frequentare due o più volte al mese. Spazi privati, ben curati, con tutti i servizi a disposizione dell'appassionato pescatore: parcheggio, sponde comode, ristoro per una piacevole pausa in riva al lago. Non solo... pesce in abbondanza, regolamenti abbastanza elastici e, soprattutto, divertimento assicurato. Certo, carpodromi e laghetti non sono spot difficili, è inutile negarlo. La ricchezza di pesce consente, anche a chi è alle prime armi, di fare buoni carnieri. Tuttavia ciò che conta, in contesti di questo tipo, è l'approccio: pescare raffinato, con tecniche superlative, può sicuramente fare la differenza, sia in termini di selezione della taglia, sia per ciò che concerne la ricercatezza della catture. Per la realizzazione di questo articolo ho scelto di affidarmi all'esperienza di un pescatore con molti anni di agonismo alle spalle, che sposa assolutamente la mia idea. Guelfo Morganti, attualmente socio della Pescatori Padovani e fondatore del Team San Marco (società veneta di tanti anni fa, con un glorioso passato di garisti), è stato un degno compagno di avventura in un viaggio attraverso la magia del floating feeder. Una specialità che ha deciso di raccontare e mettere a nudo su Pescanet, in tutta la sua efficacia.

Pesca a galla con il floating feeder

Ho "conosciuto" Guelfo Morganti per la prima volta nel 2002, attraverso gli articoli di Roberto Panighello su Pesca In. Non si trattava ovviamente di una conoscenza "de visu" ma per me era come essere lì: tra quelle fotografie e quegli spot ritratti da Panighello, pubblicati sulla mitica carta stampata che ormai, a causa della digitalizzazione eccessiva, è diventata quasi un lusso per pochi. Ricordo molto bene la capacità che aveva avuto Guelfo nell'innovare la pesca, in un momento di notevole transizione tra la vecchia scuola degli anni novanta e l'attuale filosofia alieutica. L' ho poi incontrato vent'anni dopo, nel 2022, durante una manifestazione dell'associazione Pescatori Padovani. Mi sono presentato in punta di piedi e, con un po' di timidezza e tanta nostalgia, gli ho confessato di conoscerlo già e di rimembrare le sue gesta agonistiche del ventennio passato. Da lì è nata poi una corrispondenza sui social ed eccoci qui: a parlare di floating feeder, con alcuni scatti effettuati in un laghetto alle porte di Venezia, grazie all'apporto di Guelfo che ha accolto il mio invito per un servizio specialistico su Pescanet.

caricamento del floating feederfloating feeder, pasturatore galleggiante

La pesca col floating feeder è una variante della pesca a feeder, dedicata essenzialmente al periodo estivo, quando c'è bisogno di effettuare una pasturazione a galla e insidiare prede che stazionano nello strato superficiale dell'acqua. Può essere impiegata con successo in acque commerciali, alla ricerca di grossi amur e carpe, oppure (per i più scaltri - cosa che ho fatto anche in Trentino) in acque libere per tentare i cavedani a galla. In commercio esistono appositi pasturatori per la pesca a floating feeder. Ci sono modelli con il corpo a forma di gabbietta, altri invece a forma di pallottola con buchi laterali (come in foto). In comune hanno la testa del galleggiante, di colore arancione, che funge da segnalatore di abboccata. Vanno collegati con la lenza mediante un'apposita girella dotata di moschettone, inserita nell'archetto solitamente in spago o in nylon. I floating feeder sono disponibili in varie misure e il peso è determinato dalla quantità di pastura caricata all'interno del cilindro.

montatura e brillatura per pesca col floating feeder

Montatura per la pesca a floating feeder

Per praticare la pesca col floating feeder occorre dotarsi di una canna da feeder di 11 o 12 piedi (3,3 o 3,6 metri) con una potenza adeguata al lancio dei pasturatori, quindi non troppo rigida. Altrimenti vanno bene anche le canne all'inglese sempre in tre pezzi, magari da 3,60 o 3,90 metri. Un buon mulinello di taglia 3000 completa l'armamentario per cimentarsi in questa profittevole variante del feeder fishing. Detto ciò, passiamo alla montatura. Guelfo ha studiato e inventato una montatura alternativa a quelle che si vedono in rete, che ho anche promosso su Pescanet. Mi riferisce che è frutto di riflessioni sul campo, quindi va presa come un sistema differente basato sulla sua solida esperienza di "feederista". Sul monofilo madre (uno 0,18/0,20) è solito passare uno stopper, seguito dal connettore col floating feeder. Poi c'è nuovamente un secondo stopper e, a seguire, una prima brillatura che irrigidisce il tutto. Il terminale, di circa 70 centimetri dello 0,16/0,18, è collegato con la lenza madre con un'altra brillatura, che va ad intersecarsi con la prima. Questo stratagemma ha due vantaggi: evita garbugli e rende elastica, oltrechè morbida, l'intera lenza. Un'interessante alternativa all'impiego della girella. Sicuramente più difficile da realizzare ma non impossibile. In ultimo, poi, un amo del 14/16 a gambo corto barbless, con un bait band, un "capello", un quick stop oppure una baionetta che infilzerà una boile da 8 millimetri.

innesco di una boile con la baionettaspruzzare liquido sgrassante su filo affondante

Linea di pesca e strategie per essere vincenti

Essendo la pesca col floating feeder diretta alla cattura di pesci che pascolano a galla (molto spesso a vista), occorre preventivamente decidere la linea di pesca: corta, media, lunga... dove capita. Parto col dire che sicuramente una pesca a corta distanza non ha molto senso. A media e lunga distanza (tipo verso la sponda opposta o contro un isolotto a centro lago) è sicuramente sensata. La ripetitività della pasturazione in uno stesso punto è sicuramente a favore delle prede, che entrano in pastura e vanno poi in frenesia alimentare, garantendoci il massimo del tira e molla con pesci importanti. C'è poi un'altra strategia che è il frutto dell'esperienza avuta in alcuni laghetti dell'Alto Adige. Trattasi di una pesca a vista, che va effettuata con occhiali polarizzati, utile deterrente capace di consentirci l'individuazione di carpe erbivore e regine che stazionano ad un palmo dalla superficie del laghetto. Si carica il pasturatore, lo si lancia nelle immediate vicinanze del pascolo. Si attende, si dà qualche sussulto e... tac! Preda agganciata! 

Tra le strategie da mettere in atto per una fruttuosa battuta di pesca a floating feeder, Guelfo mi racconta che è solito mantenere un'attenzione particolare sia alla pasturazione, sia al galleggiamento della lenza. Innanzitutto ha l'abitudine di non caricare del tutto il pasturatore galleggiante, talvolta anche prima della fine corsa del cilindretto. Lo fa impiegando sia con pellet di 2 millimetri (come in foto) opportunamente bagnati, sia uno sfarinato chiaro, molto morbido e fluido, al sapore dolciastro tipo ananas o scopex. Il tutto si rivela un mix davvero esplosivo per i pesci. Richiamati dal rumore del floating feeder e dal suo svuotamento, carpe e amur non hanno sicuramente scampo. La seconda strategia, invece, riguarda l'affondamento del monofilo madre. Come nella pesca all'inglese, il filo deve affondare e non rimanere in superficie. Dato che spesso si sporca e perde la sua qualità "sinking", Guelfo spruzza sulla bobina un po' di liquido sgrassante al limone. Un trucco spesso dimenticato, che può favorire sia un miglior comportamento della lenza, sia una ripetuta sessione di lanci e recuperi che manterranno sempre operative le prede nella nostra zona di pesca.

Un divertente amur catturato da Guelfo MorgantiGuelfo Morganti con una bella carpa regina

In laghetto e in carpodromo, con stile!

La pesca estiva in carpodromo o in laghetto può essere avvincente se praticata con particolare attenzione ai dettagli. Il gioco un po' più "facile" delle acque libere può spegnere gli entusiasmi. Eppure sono fermamente convinto che, quando le fisheries sono affrontate con stile, proprio come ci insegna Guelfo, la sessione di pesca è molto più di una semplice pescata. È un'evoluzione tecnica che ci migliora e perfeziona il bagaglio alieutico, portandoci a contatto con una raffinata variante del feeder fishing, destinata esclusivamente alla pesca a galla. Affidandovi ai consigli del nostro Guelfo Morganti potrete divertirvi per intere mattinate e pomeriggi infuocati. Le vostre canne saranno piegate all'inverosimile, sotto la tensione di prede che ci daranno tanto filo da torcere e con lunghi recuperi, che potranno durare anche più di venti minuti!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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