Pesca alla boga con canna da riva

La pesca in mare non è solo ricerca dei predoni. Spigole e orate sono certamente prede importanti ma non costituiscono necessariamente un metodo per giudicare la bravura del pescatore. Anche i pesci cosiddetti "minori" fanno testo e tra questi c'è la famosa boga, un pesce che richiama tanti appassionati durante l'estate e l'autunno, mesi in cui è al massimo della sua attività. La boga è un pesciolino diffuso in tutto il Mar Adriatico, Tirreno e Jonio. Lo troviamo sia negli ambienti portuali, sia in scogliera, lungo le dighe e persino da riva o lungo i canali che degradano dolcemente verso i largo. Si avvicina a riva durante le calde giornate di aprile e ne rimane fino al freddo di dicembre. E' quasi assente tra gennaio e marzo a causa delle temperature rigide. La taglia è variabile: piccola, media, grossa. Solitamente le piccole boghe rappresentano uno stadio iniziale del pesce, mentre quelle medie e grosse rappresentano già un passo verso un pesce ben definito, potente, capace di far divertire anche esperti pescatori. Purtroppo la penuria ittica dell'Adriatico è un dato ben conosciuto e le boghe medio-grosse sono solo un ricordo delle annate d'oro della pesca sportiva. Personalmente ho pescato grosse boghe fino ai primi anni 2000. Poi, sessione dopo sessione e annata dopo annata, ho registrato carnieri sempre inferiori, con pesci più piccoli e malati, ricchi di zecche e dall'odore a dir poco nauseante. Le carni sono abbastanza gustose a patto che l'intestino sia svuotato in tempo, prima della conservazione in frigorifero.



In gara o semplicemente per divertimento 

Il pescetto è uno scacciapensieri nella pesca di tutti i giorni e un jolly per le competizioni. Non amo l'agonismo perchè non è nei miei canoni sportivi ma l'improvviso interesse per le gare di molti adepti del Pescanet Team mi obbliga ad affrontare tematiche che avevo ormai disatteso da anni. La pesca alla boga permette di staccare dalla tensione di ogni giorno e migliorare nei movimenti, nei recuperi e negli inneschi, complice la ripetitività assoluta delle azioni. Se l'obiettivo finale è gareggiare, la pesca alla boga con canna da riva diventa un'occasione per dare il massimo di sé e spremere il picchetto fino all'ultimo pesce, realizzando anche 1.000 o 2.000 punti in tre ore (in passato si arrivava normalmente ai 3000-4000). Scegliete cosa fare in libertà. Dal canto mio vi introdurrò la boga con un approccio tecnico, cercando di entrare nei particolari e donando preziosi consigli per chi è agli inizi di una promettente carriera juniores.



Bolognese e galleggiante

Il bello della pesca alla boga sta nel non richiedere una particolare attrezzatura. Possiamo montare una canna fissa, una bolognese o una canna all'inglese. La pesca avviene a mezz'acqua o al massimo a tre quarti di fondo quindi possiamo impiegare canne corte che lancino a 15/20 metri dalla nostra postazione. Oggi concentreremo l'attenzione verso la bolognese ovvero canna telescopica con anelli che dovrà necessariamente possedere un'azione di punta, preferibilmente rigida, per massimizzare i tempi e battere in velocità la prontezza delle boghe. Le preferenze personali vanno comunque considerate e il pescatore potrà tentare la cattura delle boghe anche con attrezzi meno potenti, purchè ad azione rapida, dato che la mangiata della boga avviene in pochissimi istanti e i “lisci” sono abbastanza frequenti. Una bolognese di 5 metri con un mulinello di taglia 2000 sono un'accoppiata ideale per le boghe. I galleggianti più usati hanno forme affusolate (carota o pera rovesciata) per una portata di 2 o 3 grammi. E' preferibile acquistare modelli dotati di porta-starlight per un'eventuale pesca in notturna o durante il tramonto e l'alba. La restante attrezzatura è la stessa per la pesca dalla scogliera. Consigliamo un buon panchetto per stare comodi anche per lunghe sessioni di pesca, una nassa per il mantenimento vivo del pesce e la conta finale, un guadino qualora dovesse abboccare qualche bella salpa entrata in pastura. Non dimentichiamo lo straccio! Le boghe hanno la terribile abitudine (come le salpe d'altronde...) di svuotare il contenuto dello stomaco durante le fasi di slamatura. Rischieremmo di ritrovarci sporchi e coperti di un odore irrespirabile a fine pescata. Uno straccio o un asciugamano evitano il fastidioso “puzzo” tipico della boga.



La lenza per le boghe e un piccolo "trucco"

Le boghe sono pesci aggressivi che attaccano l'esca senza fare troppi complimenti. Per colpire l'attenzione ed evitare che la minutaglia distrugga il pasto durante la fase di discesa uso da anni una montatura semplice quanto efficace. Occorre montare una torpille che tari perfettamente la portata del galleggiante ( 2 o 3 grammi). Fermiamola con una girella o un aggancio rapido Stonfo e connettiamo un finale di 30 cm dello 0,14. Rinforziamo il finale con uno spezzone di 3/5 cm dello 0,20 che eviterà la rottura a causa dei denti taglienti delle boghe. Montiamo un amo del n° 12/16 a gambo lungo tipo 6315 o 120N Gamakatsu. La forma allungata del gambo e la curvatura più o meno accentuata trattengono al meglio pezzi di verme coreano, tremolina, mazzancolle, gamberi o pastelle. Non in tutte le gare è permesso pescare con due ami. Se il regolamento ce lo consente possiamo preparare un doppio terminale da 25 e 30 centimetri sulle stesse indicazioni della lenza precedente. E' preferibile allenarsi con il doppio terminale sia per gestire l'abboccata, sia per prendere più confidenza con la ferrata. Il lettore attento noterà una chicca da agonisti conosciuta come torpille bianca. In molti hanno l'abitudine di colorarla con smalto, Uniposca o correttore da ufficio. La colorazione attrae le boghe nelle vicinanze dell'esca e favorisce un contatto diretto con il branco affamato. Provatela e noterete una sicura differenza nelle catture!



Esche per la boga

Un innesco ben fatto è molto determinante nella pesca della boga. Capita di pescarle una dopo l'altra senza troppa difficoltà e ciò che fa la differenza è la quantità finale nel cestino. Il carattere curioso e aggressivo delle boghe ci impone di tentarne la cattura con frammenti di verme coreano, gamberetti o scampi (anche quelli congelati vanno bene purchè non sia stata effettuata una cottura preventiva). In alternativa ci sono le pastelle bianche, a base di formaggio, le pastelle scure a base di sarda oppure quelle rosa, con un'alta componente di gambero macinato. L'innesco dev'essere pulito e non troppo voluminoso. Le boghe piluccano velocemente l'esca durante la discesa e si muovono con assoluta maestria per sfilarla dall'amo. Dobbiamo ferrare ad ogni minima esitazione del galleggiante senza aspettare che questo scenda sott'acqua per più di due secondi. Capiterà anche di vederlo spiombare verso l'alto. E' il segno che la boga sta prendendo il largo salendo a pelo d'acqua.



Pasturazione da superficie

Non si può pescare la boga senza effettuare una corretta pasturazione a base di sfarinati. In negozio vi sono numerose soluzioni per la pasturazione. Troviamo sia le pasture sfuse, secche, in confezione da chilogrammo sia quelle già pronte da 2 o 3 chili. Consiglio di scegliere pasture specifiche per la boga con alto contenuto di sarda, a grana fine, dal colore bruno che andranno eventualmente potenziate con integratori al formaggio o farina di pesce. Una buona pastura per tre ore di pesca prevede 1 kg di base, 250 gr di pane grattugiato, 100 gr di formaggio, 250 gr di sarde macinate e una spruzzata di glutammato che esalterà la sapidità del composto. Lanceremo dapprima 3 palle di pastura grosse quanto un'arancia; poi, una volta entrati in pesca, scenderemo con la grandezza fino ad attestarci a piccole noci di mantenimento. La pastura non dovrà essere né troppo liquida né troppo secca. Se dovesse risultare morbida e friabile aggiungeremo del pane grattugiato. Se ci sembra troppo secca allunghiamo tutto con del latte. Il lancio continuo delle palle di pastura creerà una nuvola odorosa che colpirà l'attenzione dei branchi di boghe sparsi a pochi passi da riva.



Tutti pazzi per le boghe

Mesi fa sono stato attaccato pubblicamente su Facebook da un imbecille (ora aspirante agonista) sulla scarsa importanza della pesca alla boga durante le competizioni. A parte l'incompetenza del ragazzo, ciò che mi meravigliava era l'incredibile credenza che la spigola fosse superiore alla boga al punto da definirla pesce tecnico. Il tempo ha dimostrato il valore delle mie tesi. Il giovane ha sofferto una terribile figura da peracottaro durante l'ultimo evento agonistico in mare, ammettendo la sconfitta morale e commettendo persino la gaffe di raccontare un particolare della sua pesca alla spigola: terminale dello 0,20! Tralasciando le vicissitudini del giovanotto (che dal sottoscritto ha tanto da imparare), pare che la boga sia tornata in auge durante le gare pugliesi. Tutti sono pazzi per la boga e cercano utili consigli per vincere le competizioni con preziosi accorgimenti gratuiti tratti dal web. Credo di aver dato una infarinatura completa sull'argomento. Ricordate che le gare di canna da riva si vincono col pescetto e non con le spigole!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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