Pesca del barbo alla passata

Ci sono tecniche che pratichi per tutta la vita ma non ti entrano mai nell'anima. Altre, invece, sono come un amore a prima vista: ti colpiscono, hai già successo dalle prime sessioni e poi diventano parte del tuo bagaglio alieutico, restandovi di anno in anno. È questa la mia esperienza con la pesca del barbo a passata, tecnica dulciacquicola che ho sempre sentito essere una delle mie preferite. Tutto ebbe inizio circa nel 2017, periodo in cui conducevo una vita da normale pescatore che era solito frequentare posti noti come l'Adda a Lecco, il Naviglio Grande durante l'inverno, con qualche puntata in Oglio senza disdegnare il fiume Lambro dietro casa. Tutti magnifici spot di pesca in corrente con la bolognese, vere e proprie roccaforti lombarde della passata, specialità tutta italiana. Grazie ad un caro amico che mi introdusse in posti sempre più nuovi, incominciai ad aprire i miei orizzonti, fino a "girovagare" lungo i maggiori fiumi della Lombardia e del Piemonte come il Sesia, Adda, Serio, Ticino, la Muzza, i canali novaresi. Veri e propri campi di combattimento con i gran colonizzatori di barbi europei: ciprinide astuto e combattivo, tutt'altro che da "metti tre piombi, un finale da venti centimetri ed il gioco è fatto" (tanto per citare le dicerie della rete). Un degno avversario, il barbo, da contrastare con una lunga bolognese di sette metri, affidabile, ad azione rigida, capace di attutire improvvise zuccate e poderose fughe.

Premesse fondamentali per la cattura dei grossi barbi con la bolognese

Prima di entrare nel vivo della tecnica emiliana, ci sono da fare importanti premesse. La prima è nell'attrezzatura, come detto nelle righe precedenti. Non ci si improvvisa, anzi per pescare il barbo in fiume è necessaria una bolognese di buona manifattura, leggera e potente al tempo stesso, che dovrà imbattersi in lotte talvolta estenuanti con barbi superiori al chilo di peso. Il mulinello non dovrà essere da meno, quindi ben vengano modelli di taglia dai 3000 ai 5000, con bobine ampie e copiose riserve di filo. Con un set up di questo tipo si potrà fare sicuramente la differenza: prendere infatti 5 barbi e prenderne 50 è "tanta roba", come si suol dire a Roma.  Catturarli con una lenza da cavedano, leggera e raffinata, è un qualcosa a cui bisogna essere disposti. Col tempo sarà un continuo imparare dai barbi, specie poichè quando mangiano tendono a non guardare in faccia a nessun pescatore; se non dovessero aver fame, bisognerà mettere in campo più astuzie di Lucifero per assicurarsi un poker di catture, specie in posti difficili e molto battuti. Detto ciò, veniamo ad altre importanti premesse:

1) il pesce, durante l'estate, va cercato nei raschi perchè tende a muoversi seguendo la corrente;

 2) il grosso barbo, nel pieno della stagione calda e negli spot molto pasturati, fa fatica ad aggredire le nostre esche perchè è fortemente disturbato dalla minutaglia; 

3) occorre muoversi lungo il fiume, a valle e a monte, ricercando posti vergini. In queste condizioni sarà difficile incorrrere nelle fastidiose alborelle; 

Come cercare gli spot migliori per la pesca del barbo?

Vi svelo un piccolo segreto... Dopo cena, quando sono comodamente disteso sul divano, apro Google Maps sul mio pc portatile e parto con una serie di ragionamenti sugli spot da scegliere. Maps certamente ti aiuta, perchè ti fa vedere da satellite i cambi di profondità dell'acqua. Ciò è molto utile perchè sono sicuramente posti redditizi. Le massicciate dei fiumi, infatti, offrono la tana a tante specie ittiche, tra cui l'80% sarà costituito da barbi e il restante 20% di cavedani, pighi, pesci gatto, aspi, ahimè siluri e forse qualche rara trota. Esistono poi altri tratti come i fine massicciata: in estate hanno tanta biodiversità, garantiscono quindi la possibilità di incappare anche in altre specie ittiche, come cavedani, pighi, aspi, bremes. Perché? Semplice! Essendo il livello idrico più basso, le acque restano comunque ben ossigenate e la corrente si fa sentire, mantenendo le prede in costante attività, anche quando è forte.  Starà a noi trovare il miglior modo per catturare i barbi, sia nostrani che europei, evitando di credere a false credenze tipo che "il pesce non c'è" o "in quel posto non mangia". Ultimo posto ideale per la cattura del barbo è la cosiddetta spiaggia:  un avvallamento che offre molta comodità, fondali più morbidi e acque più lente, lineari, dove entrare in acqua e immergersi fino all'inguine, cosa decisamente più facile.

Come impostare la pescata al barbo

Entriamo nel vivo dei giochi. Quando raggiungerete una massicciata (non lo nego - è lo spot che preferisco più al mondo), per prima cosa dovrete costruirvi il posto. Talvolta ammetto che bisognerà disboscare con una roncola, in altri casi ci sarà da fare tutto a mani nude o con i guanti. Poi, al termine delle operazioni di rito, piazzatevi pure con canna, panchettino, "servidora" e tutto l'occorrente per una buona pescata di barbi. Con me sono sempre presenti almeno 1,5 kg di bigattini (anche 2 se necessario), 6 o 7 chili di ghiaia e colla per le larve. È il quantitativo ideale che consiglio anche a voi. Quanto alle colle, ne ho provate di vario tipo e le trovo decisamente più comode rispetto alla classica retina con dentro il sasso. Non ci pesco mai e la sconsiglio, perchè la meccanica del bigattino che si scioglie dopo essere stato incollato è decisamente più invitante quando si tratta di catturare i barbi

montatura per la pesca del barbo alla passata con la bolognese

Montature per la pesca del barbo alla passata

La lunga bolognese è aperta. Un buon filo da mulinello carica al massimo la bobina. Bisogna costruire la lenza ed entrare in pesca, i barbi ci aspettano. Consiglio tre montature che fanno parte del mio bagaglio di esperienze. Non ho uno standard ma queste sono le più comuni che mi sento di condividere con tutti. Non ci sono dei diametri standard: nella pesca al barbo si può usare uno 0,16 di terminale o uno 0,08... dipende molto dalla sospettosità delle prede o dalle condizioni dello spot. Tuttavia ci sono degli schemi importanti quando si parla di montature e disposizione dei piombini. Affrontando l'argomento "barbi", infatti, mi vengono subito in mente pallini grossi, biglie e spallinate. Incominciamo da un lenza basica, che può andare bene quando si inizia a pescare in un tratto di fiume con corrente costante (anche sostenuta ma continua), senza che vi sia la presenza di chiuse a monte o a valle. È composta da un terminale di 40 centimetri, collegato col trave mediante un nodo o un'asola. Evito volontariamente la girella perchè ha comunque un suo peso specifico e può farmi "sbandare" la parte finale della lenza. Continuando a salire, compongo la montatura con 10 pallini equidistanti del n°8 in 70 centrimetri. Una biglia da 9 grammi completa il tutto e tara quasi del tutto un galleggiante da 10 grammi.

montatura per la pesca del barbo alla passata con la bolognese

La seconda montatura per la pesca al barbo, che ho padroneggiato dopo un inizio non proprio semplice, contempla un galleggiante di 8 grammi, un pallino di piombo del n° 9 (o dell'8 o del 7) sull'asola, che va scelto in base alla corrente del fiume. A circa 40 centimetri dal pallino, lungo il filo madre, applicheremo 2 o 3 piombini del n°2 a distanza ravvicinata che fermeranno una biglia da 7 grammi. Il terminale sarà costituito da uno spezzone di 40 centimetri. Il vantaggio di una montatura da passata per il barbo così composta è che aiuta a raggiungere il fondo velocemente ma, al tempo stesso, offre maggiore morbidezza. È meno rigida, quindi potrà capitare la cattura di qualche cavedano, magari di qualche pigo oltre all'immancabile barbo. Direi che più pesce arriva al guadino e meglio è, vero? Fate particolare attenzione al fatto che porta immediatamente il peso della lenza verso il basso in modo molto veloce, quindi non è proprio ideale per la pesca in trattenuta.

montatura per la pesca del barbo alla passata con la bolognese

Vi è poi una terza montatura da barbo che sto sperimentando ultimamente. È un test che applico quando vado a pesca in condizioni di correnti difficili, come raschi e correntine con giri d'acqua insidiosi. Va sicuramente usata in trattenuta, ma soprattutto deve essere "accompagnata" se la si trattiene (perdonatemi lo slang tipico del gergo dei passatisti). Vediamo come realizzarla in modo semplice e funzionale. In pratica, consiste in un galleggiante di 6 grammi, una biglia da 5 grammi fermata da 7-8 piombini, a distanza di 2-3 centimetri l'uno dall'altro, del n°9 o del n°8 (decisione che prendo a seconda della corrente). Il terminale, infine, è lungo 40 centimetri.

Come pasturare nel modo corretto pescando alla passata

Non meno importante, per la pesca al barbo in passata è fondamentale avere una certa regolarità nella pasturazione dei bigattini. Vedo molto spesso pescatori che partono lanciando una "bomba" di pastura, nel vero senso della parola, seguita poi da lunghe, lunghissime pause anche di mezz'ora. Non va assolutamente bene, credetemi. Ho osservato i comportamenti dei barbi e sono arrivato alla conclusione che, lanciando ad ogni passata una palla di bigattini incollati, sarà possibile mantenerli sempre in attività e in totale frenesia alimentare. Sono ciprinidi molto curiosi, attratti dal rumore, dai sapori forti o dalle larve, in particolar modo quelle colorate. 

Colla per la pesca col bigattino incollato con la ghiaia

L' ultimo dettaglio, prima di concludere questo viaggio, riguarda le colle. Ho trovato in commercio un mix di colle che mi hanno consentito pescate e catture come quelle che vi mostro in foto. Vanno bene sicuramente la destrina e la gomma arabica, a patto che si comprendano le differenze. La destrina ha generalmente un incollaggio più rapido, meno forte nel tempo e necessita di essere "corretta" con un altro quantitativo di colla durante la sessione di pesca. La gomma arabica, invece, richiede una dose inferiore, è più lenta nell'attivarsi ma ha un incollaggio più forte, con una tenuta maggiore. Detto ciò, quando si va a pesca dei barbi nei correntoni, sia per aumentare la dose dei cagnotti che il peso della palla di bigattini incollati, porto sempre con me 1 kg di bigattini e 3 kg di ghiaia. Penso che ciò rappresenti una buona base per ottenere qualche cattura di pregio. Ovviamente, più ghiaia si incollerà e più la palla di bigattini arriverà velocemente sul fondo (e vi stazionerà più a lungo).

Francesco lo Curcio

Francesco lo Curcio

Soprannominato "il girovago comasco", è un grande appassionato della pesca alla passata. Tra le sue esperienze vi è anche l'aver partecipato a gare di carattere provinciale. Oltre alla bolognese, Francesco pratica con ottimi risultati anche la pesca all'inglese, roubasienne e feeder, divertendosi nelle acque del Nord Italia.

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