Come pescare a Carpfishing
Il carpfishing è la pesca dell’attesa. Tutto quello che avviene prima, la preparazione delle canne, la scelta delle boilies, riconduce al momento in cui l’avvisatore inizia a suonare. In quel momento il cuore si ferma, la mente inizia a viaggiare. Ed ecco che in un balzo siamo in piedi, pronti a ferrare. Tante le aspettative, tanti i sogni. Il carpfishing è forse la pesca dei sognatori. Di quelli che mentre aspettano pensano e fanno. C’è chi costruisce nuove montature, chi si documenta. Quegli spazi che sembrano vuoti ed “inutilizzati” in realtà non lo sono. Nulla è lasciato al caso. Il carpfishing è una continua prova. La ricerca perpetua dell’esca giusta, della combinazione perfetta di gusti. Spesso a questo bisogna aggiungere una buona dose di fortuna. Ma se sperate di prendere qualcosa solo con quest’ultimo ingrediente vi sbagliate di grosso. Come già detto in precedenza, questa tecnica è una continua ricerca, una continua evoluzione. Spesso riuscire a stare al passo con tutte queste nuove esche, tecniche e montature non è facile. Credo che per approcciarsi al carpfishing si debba partire dalle basi. Da quelle montature che funzionano sempre, che nella loro semplicità ci sanno sempre regalare delle soddisfazioni, senza fronzoli.
Attrezzatura per la pesca a carpfishing
La scelta dell’attrezzatura in questa pesca può essere molto ampia. Noi quindi ci soffermeremo esclusivamente sul necessario: canne, mulinelli , lenza e piombi. Le prime si differenziano in due misure standard: 12 e 13 piedi ossia 3,6 m e 3,9 m. Le 12 piedi sono le cosiddette “tutto fare”, permettono di pescare nella maggior parte degli spot sia in acqua ferma che in acqua corrente. Le 13 piedi ci consentono di effettuare lanci più importanti, sacrificando però leggermente la maneggevolezza. Oltre alla lunghezza le canne si differenziano per la loro potenza, che viene espressa in libbre. Più si sale con queste ultime e più si possono lanciare piombi pesanti. In ogni caso consiglio canne intorno alle 3-3.5 libbre di potenza, per avere sempre un attrezzo polivalente. Per quanto riguarda i mulinelli invece si possono trovare sul mercato modelli studiati per questa pesca, dotati di 2 frizioni, una classica da utilizzare in fase di combattimento ed una “di abboccata”(chiamata bait runner),che permetterà al pesce, una volta allamato di scappare senza portarsi dietro la canna. Le dimensioni del mulinello si sceglieranno in base a dove si pescherà. Taglie 8000-10000 per laghi, canali e fiumi di modeste dimensioni per arrivare fino a 12000-14000 se si pescherà sulle grandi distanze. Perché dimensioni così generose? Perché in bobina sono normalmente caricate lenze in nylon da 0.35 a 0.40 di diametro. Questo perché i pesci che andremo ad insidiare potrebbero essere di grosse taglie. Finiamo con i piombi, che verranno collocati nella parte finale della lenza, più precisamente tra quest’ultima e il finale. Ne esistono di due tipi: piombo in linea ,ossia posizionato direttamente sulla girella di collegamento tra lenza e finale e il piombo a perdere, ossia quello posizionato al di fuori della lenza madre tramite apposite clip che facilitano lo sgancio del piombo nel caso di incagli con ostacoli.
Montature per il carpfishing
Ne contempliamo davvero tante , tutte più o meno collaudate ed efficaci, ogni anno sempre più complesse e performanti. Però il carpfishing è nato con la più semplice di tutte queste, ma soprattutto sempre efficace e contemporanea: l’hair rig o, più semplicemente, amo con capello. Con questo terminale l’amo risulta libero dall’esca che viene invece fissata sul capello, ossia l’eccedenza di lenza posta oltre l’amo. La carpa, durante l’alimentazione tende infatti ad aspirare e sputare l’esca. Sarà proprio in questa ultima fase che l’amo, grazie alla sua posizione, pungerà il labro inferiore del pesce. Per costruire questo terminale ci occorre: un filo trecciato , un amo con occhiello e una girella semplice. Ora vedremo la costruzione passo per passo con l’aiuto di foto illustrative.
Fase 1- Tagliare uno spezzone di circa 35-40 cm di trecciato da 25-30 libbre ed eseguire ad un capo una piccola asola di massimo 1 cm. Dopo di che far passare il filo dalla parte senza asola nell’occhiello dell’amo dall’esterno verso l’interno e tirare fino a lasciare lo spazio necessario per innescare la nostra esca 1,5-2 cm a seconda della grandezza di quest’ultima (questa eccedenza sarà il nostro capello).
Fase 2 - Ora bisogna realizzare il nodo senza nodo facendolo girare per 6-8 volte il filo intorno al gambo dell’amo partendo dall’occhiello a salire fino all’altezza della punta, e tornare verso l’occhiello facendo rientrare il filo in quest’ultimo, sempre dall’esterno verso l’interno. Concludiamo portando in tensione il filo per serrare il tutto.
Fase 3 - Concludere il nostro terminale andando a posizionare una girella misura 8-10 con un semplice nodo clinch o una normale asola.
Fase 4 - Inserire nel centro della boilie l’apposito ago infila boilies e ancorarsi all’asola del capello.
Fase 5 - Far scorrere la boilie dall’ago al terminale.
Fase 6 - Estrarre l’ago e fermare la boilie sull’asola tramite lo stopper o più comunemente chiamato ferma boilies.
Esche da carpfishing
Dopo aver parlato di attrezzatura e montatura non si può non affrontare l’argomento esche. Tema fondamentale del carpfishing. Comincerei con il descrivere le boilies, esca iconica di questa tecnica. Le boilies sono esche sferiche formate da farine di diverso tipo, aromi e uova. Hanno una grandezza che varia dai 6 ai 40 mm. Ne esistono una grande varietà. Si suddividono in affondanti e pop-up (galleggianti), entrambe possono variare nel diametro e nel gusto. Per finire ci sono le classiche esche, ossia granaglie ed esche naturali come il bigattino. Insomma una scelta così ampia da riuscire a mettere in crisi chiunque! Non esiste l’esca perfetta universale. Questo va detto subito. Come per tutte le cose bisogna procedere per tentativi. Soprattutto nel carpfishing. Spesso potrà capitare di credere di aver trovato l’esca giusta, ma probabilmente la boilie che si rivelerà vincente in primavera, in autunno non sortirà più alcun effetto. Le carpe sono così, amano sorprenderci e farsi sorprendere! Però in tutto questo universo di varietà di gusti, forme e colori ci sono dei punti fermi. Dei porti sicuri che ci sanno sempre dare una mano. Il mais è uno di questi. Alimento universale in grado di attrarre sempre i pesci, in tutte le stagioni. Meglio ancora se aromatizzato, in commercio se ne trovano diversi gusti tra cui vaniglia e fragola. Tornando alle boilies quest’ultima è stata creata ad hoc per le nostre amiche baffute e in questa tecnica sarà comunque sempre la nostra esca regina. Come detto in precedenza ne esistono tantissimi tipi in commercio. Dal gusto fruttato e dolce, a quelle più pungenti come spezie e pesce. Ora non c’ è nessuna legge scritta, ma generalmente si tendono ad utilizzare sapori dolci e fruttati in primavera ed estate, e sapori più decisi come ad esempio le spezie e pesce in autunno e soprattutto in inverno. Detto ciò sarà il nostro spot di pesca a parlare. In alcuni laghi saranno più efficaci determinati gusti che probabilmente saranno inefficaci in fiume o canale. Saranno la tenacia e la voglia di sperimentare che ci porteranno ad ottenere buoni risultati.
Acquisti consigliati per pescare a carp fishing
Intorno al mondo del carpfishing c’è un universo di articoli da poter acquistare. Alcuni di questi sono fondamentali per un buona e comoda sessione di pesca. Altri possono essere lasciati momentaneamente, o in modo permanente, da parte. Il primo acquisto da fare è sicuramente un kit di avvisatori acustici ,fondamentali perché ci avvisano con un “bip” ogni qualvolta che il filo si muove. Questo ci consente di tenerci pronti per quando la carpa abboccherà. Questi avvisatori vanno generalmente avvitati su un trepiede, chiamato rod pod, ossia un unico supporto che tiene in pesca correttamente le nostre canne. Personalmente per iniziare consiglio l’acquisto di semplici picchetti che sono molto versatili e più accessibili, in quanto essendo ancorati al terreno ci permettono di pescare nella maggior parte degli spot. Per quanto riguarda il benessere del pesce ci sono due oggetti che sono assolutamente indispensabili: un guadino molto ampio e un materassino ben imbottito. Ricordatevi sempre di bagnare con cura il materassino prima di posarvi la carpa! Altro acquisto importante è una sedia, non necessariamente da carpfishing, può andare bene anche una sedia da campeggio. La cosa fondamentale è che sia comoda. Saranno molte le ore di attesa infatti. Per evitare di bagnarsi, o di essere cotti dal sole, consiglio inoltre l’acquisto di un ombrellone da carpfishing o di una piccola tenda riparo, chiamato anche bivvy.
Ulteriori consigli
Ecco infine qualche piccolo suggerimento. Per prima cosa mai lasciarsi scoraggiare. I cappotti ci sono, esistono. Anche se farete tutto alla perfezione potrebbe capitare che nessuna carpa decida di abboccare. Niente panico. Vietato demoralizzarsi. Il carpishing nasce per fare una “selezione”. Se abboccherà qualcosa non sarà certamente piccolo. Quindi la parola chiave è perseveranza. L’attesa verrà ben ripagata, ve lo posso garantire. Il secondo è un consiglio più tecnico: la dimensione della boilie andrà scelta in base alla grandezza dell’amo. Se la boilie sarà troppo grossa infatti rischieremo di perdere la carpa. In fase di aspirazione infatti, il pesce aspirerà l’esca e l’amo. In fase di espulsione invece l’amo verrà coperto dalle dimensioni eccessive della boilie e pertanto non avremo una allamata. Diciamo che non esiste una vera e propria regola scritta. Deve esserci una certa armonia tra le due parti. Le grandezze devono essere simili. Se la boilie vi sembra troppo grande, o troppo piccola, probabilmente è perché la scelta non è corretta. La maggior parte delle boilies che si trovano in commercio variano dai 18 ai 22 mm. Per queste bisognerà utilizzare un amo compreso tra le grandezze 2-4. Terzo, ed ultimo, consiglio è quello di effettuare una pasturazione preventiva ove possibile. Senza esagerare, dobbiamo richiamare le carpe, non sfamarle. Una pasturazione eccessiva infatti rischierebbe di compromettere la sessione di pesca.
Conclusioni
Il carpfishing non è una pesca “immediata”. Inizialmente mi irritava dover aspettare così a lungo, e soprattutto il non avere il controllo della situazione. Tutto avveniva giù, nelle profondità di un lago, o nel letto del fiume. Poi però quel suono, quel “bip” degli avvisatori, ha invaso parte della mia mente. Si è fatto strada nel centro delle mie passioni, imprimendosi con forza. Facendomi credere di sentirlo di tanto in tanto. Quanto potere può avere un singolo, semplice segnale sulla nostra mente? Quanto può influenzare il nostro modo di vedere e percepire la pesca? Tanto. Davvero tanto. Vi invito a provare per credere. Non riuscirete più a farne a meno. Il carpfishing è una pesca in cui il corpo rimane fermo, ma la mente no. Dietro ad ogni montatura, ad ogni innesco, ci sono menti diverse che hanno collaborato per dei cambiamenti. Questa tecnica può sembrare difficile proprio per questa ampia varietà di montature ed esche. Ma vi assicuro che partendo dalle basi vi renderete conto che è semplice, essenziale. Perché come in tutte le cose, la semplicità vince. Una semplicità che ritorna anche qui. Anche in questo universo fatto di rig, gusti e dimensioni. Una semplicità che è fatta di silenzi, di sogni, di idee e di speranze. Silenzi che, se avrete fortuna, saranno interrotti da un suono che cambierà il vostro modo di vivere la pesca.