Eging game alla seppia

Giorni fa ho ricevuto una critica costruttiva. E’ raro ammettere che un giovane alle prime armi possa mettere in discussione il tuo operato, lasciandoti l’impressione che abbia ragione. Senza troppi giri di parole mi ha detto la sua: gli scritti su Pescanet sono meno ricchi di passione, appaiono come articoli “triti e ritriti”, molto diversi dai lavori più vecchi. Talvolta credo che la gratuità del nostro sito vada accettata senza troppi complimenti né commenti. Ribadisco che, per i gusti più “professionali”, c’è sempre la rivista cartacea dove scrivo dal 2009. Eppure credo nella grande importanza del content marketing e della fruibilità libera delle informazioni. Se le parole, le immagini, le illustrazioni parlano da sole, altrettanto lo fa un portale che vuole aprirsi all’Italia intera, perché la pesca è una disciplina universale e subisce solo alcuni ritocchi, a seconda della regione. Per non farla troppo lunga, vi dirò che ho accettato la sfida. Non che abbia dubbi sulla qualità del mio operato ma conviene sempre ascoltare gli altri; potremmo aver cambiato il nostro modo di comunicare o forse la gente preferisce un buon sito web gratuito ricco di contenuti rispetto all’articolo sulla carta stampata che comunque sottrae (in senso buono) 5€ al mese. Senza troppi indugi, ho scelto di tornare a parlare di pesca come una volta, spremendo le meningi fino all’ultimo consiglio da elargire alla comunità intera. Allacciatevi le cinture e partiamo per il magico mondo dell’Eging Game alle seppie!



Il successo dell'Eging game

Mai come quest’anno si è sentito parlare di Eging. L’inverno scorso ha sancito il sacro consolidamento della disciplina Made in Japan mentre quello appena passato è stato un vero e proprio movimento di massa, capace di coinvolgere tantissimi pescatori, da nord a sud. Il merito è nella semplicità della tecnica: canna, mulinello, filo e artificiali. Tutto è ridotto all’osso e persino un pescatore alle prime armi può avvicinarsi all’Eging senza incorrere in banali difficoltà. Se da un lato vi è una notevole semplicità nell’impostazione di pesca, dall’altro c’è una complessità di fondo nel ricercare le prede. Le seppie (e i calamari) sono cefalopodi un po’ lunatici: alcuni giorni capita di farne incetta di buoni esemplari, in altri, invece, contiamo i minuti che mancano al nostro ritorno a casa. Quella dei cappotti è una tematica affrontata anche nello spinning alla spigola, disciplina che conta tanti fallimenti e poche (ma buone…) catture. Per fortuna, il tasso di insuccesso dell’Eging Game è minore per via del ridotto sfruttamento marino verso i cefalopodi. Le sorprese sono abbastanza frequenti e la gran maggioranza degli spot (porti e scogliere basse) permette di divertirsi in assoluta libertà.

Eging game intesa come pesca alla seppia da riva

La pesca alla seppia ha un fascino intrinseco che va oltre l’aspetto culinario. Lanciare, jerkare, recuperare pian piano… E’ uno stile totalmente diverso dalle pesche a marcia spedita. Dopo il salpaggio sulla terra ferma, la seppia emette un simpatico fascio di luce luminescente che irradia i nostri occhi. Da piccola diventa grande e si gonfia come un pallone pieno d’elio. La poggiamo per qualche attimo per terra; cambia colore e si mimetizza con la superficie. Mentre proviamo a slamarla, nonostante la cautela, siamo investiti da uno schizzo di inchiostro! C'è dell'altro ma ci fermiamo volentieri qui perchè il resto sta per arrivare.



Test con i Trabucco Pro Squid Jig

Durante l’uscita fotografica a seppie, abbiamo testato con successo le totanare Trabucco Pro Squid Jig nei colori bianco-arancione-fucsia ( misura 3 ) e giallo-azzurro-fucsia ( misura 2,5). Si tratta di totanare semi-professionali, dal costo intermedio, dotate di una forma alternativa al classico egi plastico. E’ possibile notare la somiglianza con un gamberetto vero sia per la fisionomia, sia per le “zampe”, che si animano una volta in acqua. La fluorescenza in acqua mi è parsa un po’ limitata ma hanno due peculiarità a loro favore: il piombo ha una forma diversa dal solito e permette un movimento più repentino verso il basso, simile a quello di un gamberone; il cestello è di colore nero, quindi ha subito un trattamento che allontana la ruggine e lo rende abbastanza robusto. La seta che ricopre l’egi non ha subito rotture e, nonostante l’utilizzo prolungato, non risente dello stress dovuto a salsedine e recuperi sul fondo. Entrambi i modelli hanno visto l'impiego in condizioni di luce scarsa (tramonto) con buoni risultati, segno che la colorazione non è talvolta determinante quanto l'assoluta naturalezza del movimento, che simula alla perfezione un gamberone in fuga.



Le attrezzature per la pesca alla seppia

Il mercato sforma di anno in anno una caterva di novità. Le più importanti aziende nel panorama pescasportivo sono arrivate a studiare specifici modelli per l’Eging. Anche le normali canne da spinning vanno bene purchè il casting non superi 15 grammi per una lunghezza tra i 2,10 e 2,40 metri. Il mulinello da abbinare è un buon 2500/3000 a frizione anteriore, imbobinato con un buono 0,20 in nylon. Nella borsa conserveremo una decina di egi con misure tra i 2,5 e 3,5 , moschettoni, alcuni piombini da drop-shot pari a 10/15 grammi (se pescheremo su grosse profondità – altrimenti non ce n’è bisogno) delle pinze con forbici, una torcia luminosa e uno spazzolino da denti. Quest’ultimo serve per eliminare i frammenti delle seppie dai cestelli, evitando di ostruirli nel tempo. L’equipaggiamento può fermarsi anche qui. Semplice, vero? Non ho sminuito l’eging bensì ho preferito essere sincero e descrivere l’attrezzatura utilizzata negli scorsi mesi che ha sortito buoni risultati.



Seppie di primavera

Anche se siamo un po' fuori stagione, le seppie continuano a mangiare e... caspita, che seppie! Chi non le ha mai pescate potrebbe incontrare alcune difficoltà. Non trattandosi di pesci, le seppie si muovono "al contrario", non combattono rubandoci filo e guadagnando distanze. Si agganciano all'egi e si lasciano trascinare con apparente facilità ma, una volta sopr'acqua, scaricano l'adrenalina con fantastiche accelerate verso il basso. Per affrontare l'Egi Fishing occorre andare a pesca durante i cambi di luce e di notte. I momenti migliori sono l'alba, il tramonto o le ore più scure. Monteremo egi in misura 2,5/3,5 con alta capacità di affondamento, colorati con sfumatore contrastanti con l'ambiente marino, al fine di stuzzicare l'appetito delle seppie in caccia. Il passo che va dalla teoria alla pratica dura pochi istanti. Con il primo lancio sarete tutti catapultati nel mondo dell'Eging Game! Attendiamo che l'artificiale si posi sul fondo ed effettuiamo due/tre/quattro potenti jerkate. L'egi si alzerà dal fondo e, recuperando costantemente, si animerà come un gambero vero e proprio. Dobbiamo girare la manovella del mulinello seguendo un moto costante ma lento, altrimenti incapperemo in fastidiosi incagli che costringeranno alla rottura della lenza (...e perdita dell'artificiale). Sono solito recuperare con "l'invitino", ossia appoggiando il dito indice sulla manovella del mulinello. Gestisco meglio il movimento dell'esca e avverto una maggiore sensibilità nella fase di abboccata.

Come abbocca una seppia?

Quest'ultima è davvero inconfondibile. Potremmo quasi asserire che la seppia si aggangia all'artificiale, si lancia e poi lo aggredisce aggrappandosi col suo peso. E' come sentire un leggero incaglio che tira dal senso opposto alla trazione. Una volta in canna, la seppia incomincerà a remare contro di noi anche se, molto spesso, si lasciano andare per quasi tutto il combattimento per sprigionare una forza incredibile nella fase finale. Qui entra in campo l'esperienza! Dopo aver incocciato la seppia, continuiamo nel tirare la lenza come se nulla fosse. Evitiamo strapponi o movimenti bruschi che potrebbero far sganciare la preda dal cestello. Una volta a pelo d'acqua, appoggiamo il guadino (accessorio fortemente consigliato) sotto la superficie, nascondendone la testa. La seppia ha l'abitudine di dare qualche ultimo colpo di coda verso il fondo, muovendosi al contrario come se fosse in retromarcia. Farà un po' di spettacolo rendendo più appetitosa la battaglia! Ormai esausta sarà pronta per essere guadinata e poggiata per terra per la slamatura ed il successivo rilascio. Fate attenzione agli schizzi di inchiostro e...buon divertimento!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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