Spinning al black bass con lo spinnerbait

Lo spinning al black bass conosce un'evoluzione senza tempo. A distanza di anni, sono tante le novità offerte dal mercato per la catture di questo istancabile predatore delle acque dolci, fratello della prestigiosa spigola. Anche in Puglia la pesca al black bass conosce un numero crescente di appassionati che si affacciano allo spinning, anno dopo anno. La sfida porta a migliorarci, selezionando le esche per ogni occasione, dai semplici worm ai crankbait. Oggi vi parlerò degli spinnerbait, recentemente testati al Lago di Occhito con ottimi risultati, che mi hanno spinto a scrivere questo articolo tecnico per tutti gli amici di Pescanet.


Lo spinnerbait

E' un’esca "made in USA" che si colloca nella fascia dedicata alle wired baits (esche con filo metallico). Prende forma dalla fusione di due esche: il cucchiaino e lo jig. Lo spinnerbait, infatti, è costituito da un filo metallico a forma di forcella. Quest’ultima fa da supporto a due elementi ovvero le palette e il gonnellino dove è nascosto l’amo. Ciò che rende estremamente catturante quest’esca è il fortissimo mix di vibrazioni unito al luccicore che emette, simile ad un piccolo branco di pesce foraggio. L’ elemento fondamentale che distingue i vari tipi di spinnerbait è dato dai 3 tipi di palette: willow ( paletta a forma stretta e lunga), colorado (paletta a forma tonda), indiana (simile alle palette willow ma più tondeggianti). I colori più catturanti sono l’oro (da utilizzare in acque più profonde e torbide) e l'argento (da applicare in acque chiare o leggermente velate). Lo spinnerbait può essere utilizzato da solo o con l’ausilio dei trailer, esche in silicone( kreature, twister, grub ecc.) da innescare sull’amo ed hanno il compito di aumentare le vibrazioni e attenuare l’impatto con l’acqua. E’ consigliabile utilizzare colori simili a quelle del gonnellino per un mimetismo perfetto volto al massimo rendimento dell'innesco.


Attrezzatura per il black bass

Per utilizzare lo spinnerbait dobbiamo acquistare canne rigide con azione di punta, dotate di una una potenza di lancio che va dai 10 ai 30 grammi, con una lunghezza compresa tra i 2.40 metri ei 2.70 metri. Quest’ultima taglia è necessaria se siamo in presenza di ostacoli sommersi vicini alla sponda, perchè ci permetterà di avere un maggior controllo dell’esca e, per l'appunto, evitare fastidiosi incagli. Il casting della canna dovrà variare dai 10 ai 15 grammi. E' d’uopo caricare il mulinello con una lenza madre in nylon, con diametri variabili dallo 0.26mm allo 0.30mm per le grammature più pesanti. Il consiglio che mi sento di dare è quello di non utilizzare girelle con moschettoni ma di legare lo spinnerbait direttamente alla lenza madre per far si che si muova liberamente, senza oscillazioni anomale.


Tecnica di recupero

Essendo un’esca molto versatile ci permette di sondare i vari strati d’acqua per capire dove il pesce è in caccia. Ci sono vari modi per recuperare lo spinnerbait:

• STOP AND GO: il recupero deve essere intervallato da soste ( ed è proprio in questo breve lasso di tempo che potremo fare strike). Si può sfruttare questa tecnica sia in superfice che in acque più profonde.

• LENTO: il recupero deve essere effettuato in prossimità del fondale.

• VELOCE: ottimo per acque chiare e basse.

Lo spinnerbait presenta la sua efficacia se lanciato in prossimità di erbai: è possibile presentarlo sia vicino o addirittura dentro la vegetazione, non troppo fitta, facendo attenzione a non incagliare e recuperando a canna alta. Si può percepire la mangiata anche in caduta, se il lancio avviene in acque profonde dove ci sono alberi sommersi. Ovviamente lo si può lanciare anche in acque libere magari se notiamo che il pesce è in caccia in prossimità della superficei.

Francesco Mastrangelo

Francesco Mastrangelo

Francesco Mastrangelo, appassionato di pesca a spinning, trota torrente, ledgering, bolognese.

Articoli consigliati

I migliori articoli dall'archivio di Pescanet