Ledgering di primavera tra orate e carpe

Primavera, tempo di cambiamenti che mutano di stagione in stagione come i campi verdeggianti che diventeranno dorati, maturando il grano che sarà raccolto durante l’estate. I pesci si risvegliano dal freddo e lungo inverno, con temperature basse e neve a quote minime come accaduto lo scorso febbraio, in una cornice di gelo che difficilmente dimenticheremo. Il richiamo della bella stagione porta due regine, l’orata e la carpa, a vincere la curiosità ed attaccare le nostre esche con una tecnica di estrazione anglosassone, il ledgering. Oggi vedremo come affrontarle in due ambienti totalmente diversi, ovvero mare e acqua dolce, con un fattore comune: la pesca a fondo.


Carpe e Orate: due regine molto simili

In tanti anni di esperienza ho imparato a riconoscere i pesci dal loro comportamento durante il recupero. La tre pezzi da ledgering permette di avvertire le famose “zuccate”, quei colpi prepotenti con la testa caratteristici di pesci combattivi. La ricerca degli ostacoli sommersi nasce proprio dall’abitudine di curiosare sul fondale e cercare il nutrimento giornaliero. La carpa è famosa per succhiare le esche e risputarle (non a caso esiste l’innesco ad hair-rig con le boiles) mentre l’orata spacca i bivalvi con la grossa dentatura. Hanno una femminilità intrinseca che si manifesta nell’essere regine dell’ambiente acquatico, guadagnando un titolo assolutamente invidiabile. La prima è una signora di gran classe, molto desiderata dai pescatori di acque salse per le carni pregiate e le assolute doti in combattimento. La carpa, invece, è il sogno di tanti pescatori che si dedicano alla sua cattura in ambienti diversi, sviluppando tecniche specialistiche che hanno fatto la fortuna del settore, come il carp fishing ed il ledgering pesante. Entrambe godono del massimo rispetto dei pescatori che dovrebbero sempre provvedere al rilascio, sia per evitare le solite ed invidiose polemiche che scoppiano anche sui social network, sia per dare l’esempio ai tanti dilettanti che spesso sopprimono esemplari fuori norma, al di sotto delle misure minime stabilite per legge.


Le lenze per la pesca all'orata e alla carpa

La ricerca di carpe ed orate va effettuata sul fondo, con la tecnica del ledgering che abbiamo già spiegato sul nostro portale. Oggi affrontiamo un discorso più approfondito che va oltre i rudimenti della tecnica inglese applicabile sia in mare che in acqua dolce, con alcune modifiche nella lenza. Per affrontare la carpa consiglio di acquistare una canna da ledgering piuttosto robusta, sui 3,90 metri con azione MH o H e portata fino ai 150 gr, dotata di vettini intercambiabili come si può notare dal video. Il mulinello sarà di dimensioni intermedie tipo un 3000/4000 con ampia riserva di monofilo dello 0,18/0,20 di ottima fattura, per evitare rotture durante il lancio. La lenza seguirà lo standard dell’anti-tangle con un pasturatore a gabbietta (Cage feeder – vedi foto) con peso variabile tra i 15 e 40 grammi, tipicamente da acque lente. Poi completiamo lo schema con una girella ed un terminale corto, di 30/40 cm dello 0,12 strong ed amo Casini 66BN del n°10. Per la pesca in mare occorre andare un po’ più di finesse, con canne da 3 pezzi in 3,60 metri, ad azione M e potenze di lancio entro i 60 grammi perché pescheremo con pasturatori più leggeri. La lenza da combinare seguirà un anti-tangle, pasturatore a saponetta da 20/30 o 40 grammi (block-end feeder), girella e terminale di 70 cm dello 0,12 fluorocarbon con un amo Maver Jurassic J13 del n°8.


Pastura da carpa e pasture per orate

Avvicinare i pesci nella zona di operatività può essere difficoltoso senza un’adeguata pasturazione. Le carpe adorano il profumo di pastoncino, il gusto della vaniglia e talvolta il mix di fegato o cozza. Pastureremo con una busta di Tubertini Carpa-Tinca da 1 kg. La pastura va riposta in una vaschetta e inumidita a dovere, ottenendo un composto friabile, che si sciolga in acqua senza problemi. Prima del lancio, caricheremo il pasturatore senza premere troppo sulle due estremità, evitando di comprimere eccessivamente la pastura. Questa inizierà a sciogliersi all’impatto con l’acqua e, una volta raggiunto il fondo, creerà un letto di pastura. Dalle carpe passiamo alle orate, prede tipiche del ledgering primaverile alle imboccature dei porti, dove si concentra il pesce in entrata e uscita. Vorrei consigliare un approccio un po’ insolito, che però può funzionare come fattore sopresa nei confronti di pesci abituati ad una alimentazione a base di pellet, che scappano dagli allevamenti o nutrono una certa simpatia per le farine di pesce. Riempiremo il pasturatore a saponetta con dei bigattini e colmeremo tutto con un po’ di pastura da Orata/Sarago/Spigola della Antiche Pasture, modello Blue Marlin. Trattasi di pastura a base di farine precotte, dal colore piuttosto scuro con grana media. Anche qui, riponiamo tutto in una bacinella e prepariamo un composto friabile, che si sciolga in acqua nonostante la pressione dei bigattini. La soluzione melliflua di pastura e bigattini attrae anche cefali e spigole che entrano a far parte del lauto banchetto in profondità. Vorrei porre una nota nei confronti dei lettori: utilizzo i pasturatori block-end in materiale plastico perché non soffrono la ruggine dovuta all’acqua del mare; tuttavia possiamo pescare con i cage-feeder plastici della Stonfo o Fox da 20/30 e 40 grammi.


Inneschi vari

Il primo innesco in figura riguarda l’amo Casini 66BN con 4 bigattini a bandiera, poi due chicchi di mais. Il 66BN ha un filo medio rinforzato di colore nero, è nichelato quindi non soffre le testate di grossi pesci, né di carpe e orate. Il secondo innesco, da alternare a quello del bigattino, è specifico per la pesca all’orata, con l’amo Maver Jurassic J13 ideale per verme coreano (vermara, americano, bibi, ecc) grazie alla curvatura un po’ insolita e due piccoli ardiglioni sul fianco sinistro.

Ricapitolando le strategie possibili:

- CARPA: Pasturatore con pastura e innesco di mais.
- CARPA: Pasturatore con pastura mista a bigattini e innesco di bigattini.

- ORATA: Pasturatore con pastura a base di farina di pesce e bigattini, innesco di bigattini.
- ORATA: Pasturatore con pastura a base di farina di pesce e innesco del coreano.


Conclusioni

In una stagione incerta come la primavera, il pescatore deve trovare quella "dritta" in più per incuriosire il pesce. I nostri consigli fungono da vademecum approfondito per aumentare le possibilità di catture di peso. Evitate luoghi sconosciuti e preferite i punti di scambio tra le calde acque dei porti, misti a sabbia e melma che incontrano le tiepide correnti provenienti dall'esterno. La pazienza e la costanza nel ledgering ripagheranno gli sforzi profusi!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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