Pesca e castagne a Rapolla
Giorni fa ho caricato il filmato di "Pesca e Castagne a Rapolla" riscuotendo l'approvazione di buona parte dei fan iscritti alla Pescanet TV. La recente pubblicazione del filmato su Pescareonline è un vero e proprio onore, perchè giunge come una stima verso il lavoro semi-professionale di reporter svolto da tempo sulla web-tv. E' giunto il momento di scrivere e raccontare il perchè di una'escursione lucana nel mezzo di un ottobre così anomalo, caldo, a dir poco estivo. Per la prima volta in assoluto, ho deciso di abbandonare la consueta tendenza alieutica che obbliga alla ricerca del pesce di taglia. Il tempo mi sta cambiando e gli ultimi eventi della mia vita sono quasi un colpo di grazia verso quel modo di intendere la pesca che quasi non mi appartiene più. Lavoro, impegni e problemi in famiglia sono un cocktail micidiale per la mia creatività. Il mio cervello inizia a connettere neuroni alle nove del mattino e spegne la sua attività dodici ore più tardi, alle nove e mezza della sera. Sono connesso col mondo virtuale sia nel lavoro quotidiano, sia con Pescanet e i relativi partners. In tutto questo marasma lavorativo devo metterci anche le vicissitudini familiari e un pizzico di impegno per il sito, perchè c'è sempre qualcosa da produrre per mandare avanti la "macchina" degli aggiornamenti. Sabato e domenica sono due giorni in cui voglio riscoprire me stesso e dimenticare di esistere per tutti, tranne per la mia compagna e i soci dell'Associazione Pescanet, veri e propri amici.

Sagra della Castagna e delle Cantine Aperte a Rapolla (PZ). Ho sempre amato le castagne lucane. Sin da piccolo, adoro mangiarle a pranzo e cena. Il gusto inebriante della castagna e la sua preparazione tipicamente casereccia sono due icone ben definite nella mia mente. Quel sapore unico di frutto secco che si scioglie in bocca col suo calore genuino ti prende sin dal primo assaggio. A Rapolla, nel 1994, ho mangiato la mie prime castagne durante la Festa di paese che si tiene annualmente ad ottobre. Quasi 20 anni più tardi, mi sono diretto nello stesso identico luogo, alla ricerca di una Sagra che è cambiata (fortunatamente in meglio).
In passato Rapolla era invasa da stranieri provenienti dalle provincie di Bari e Foggia, che si appropriavano in modo illecito delle castagne, raccogliendole nei campi circostanti, invadendo il diritto di proprietà degli agricoltori. Per fortuna questa malsana abitudine è venuta meno e la vendita delle castagne è libera durante l'evento. Le campagne sono state chiuse al pubblico e lo saranno per sempre.


L'evento del 2013. La Sagra della Castagna e delle Cantine Aperte si è tenuta il 12 e 13 ottobre in un clima di generale festosità. Le immagini testimoniano il carattere popolare della manifestazione che punta a consolidare i sapori genuini della Lucania. Oltre alla castagna, cucinata in tutte le sue forme (cotta in forma liquida e solida), alla Sagra c'era di tutto: panini con carne, salsicce piccanti, delizie secche, primi piatti con pasta fresca locale, pannocchie, dolci, melograni, funghi e vino, tantissimo vino! Un vero e proprio paradiso per gli amanti del cibo! Oltre all'aspetto culinario, l'organizzazione della Sagra ha curato anche i momenti ricreativi con spettacoli musicali diretti da artisti di strada (e non).


Alfonso Intana, titolare del Lago Andrea di Rapolla, itinerario già descritto su Pescanet, era alla Festa assieme a sua Moglie in una cantina aperta al pubblico. Ho intervistato Alfonso chiedendogli le origini della festa, quali prodotti offrisse la sua cantina e le specialità di "Casa Intana". Io e Marina (la mia compagna) siamo stati accolti in un clima tipicamente meridionale, fatto di accoglienza e gentilezza verso il prossimo, sconosciuto a molte popolazioni nordiche che guardano l'altro con sospetto, squadrandolo dalla testa ai piedi. Alfonso ci ha mostrato le castagne di "prima scelta", rigorosamente selezionate, che presentano una forma maggiorata e, di conseguenza, un sapore più forte. Mi ha offerto un bicchiere di vino bianco ed abbiamo continuato l'intervista con uno spezzone dedicato alle bontà dolciarie preparate da sua moglie. Il resto è nel video, realizzato appositamente per voi.


Il Lago Andrea. Il laghetto sorge in un punto strategico che regala una vista mozzafiato su tutta la vallata rapollese. Si tratta di uno specchio d'acqua di piccole dimensioni dove è possibile praticare la pesca a trota lago durante il periodo freddo e la pesca al pesce gatto d'estate. La forma è quasi circolare, con angoli più stretti ed altri più larghi (una sorta di trapezio). Le sponde sono uniformi e la pescosità è più o meno identica in ogni punto del lago. La profondità media è di quasi due metri, quindi può essere affrontato sia con tecniche di recupero, sia a galleggiante. L'immissione delle trote avviene a inizio turno ed è ammessa la pesca con due canne per pescatore. Sono presenti ovviamente i servizi igienici, un bar e persino un negozietto con tutto l'occorrente per la trota-lago.


Come pescare al Lago Andrea in autunno. L'autunno appulo-lucano è tipicamente mite, con temperature che oscillano sui 25° gradi in pieno giorno. La trota è un po' abulica a causa del caldo, talvolta anomalo, a volte fastidioso. Questo genera uno strano modo di mangiare che rende la sfida ancora più avvincente. Ho scelto di impostare la battuta di pesca secondo il mio istinto di pescatore. A Marina ho affidato una bolognese da 5 metri sulla quale ho montato un galleggiantino da trota (scopri la lenza utilizzata) da 3 grammi. Dovevate vederla... era felicissima di pescare! Gestiva la lenza in autonomia come una pescatrice provetta e indicava persino i movimenti delle trote in superficie! Diversamente da Marina, ho scelto di pescare a recupero col vetrino, dato che spesso intravvedevo trote inseguire le camole recuperate in velocità a pelo d'acqua. La sfida ha avuto ragione per Marina, che ha pescato tre trote a galleggiante a meno di 10 metri dalla sponda, intervallando piccoli recuperi a momenti di inattività. La storia insegna che è bene provare entrambe le tecniche e comprendere al meglio l'appetito delle trote. Evidentemente erano statiche, in attesa del boccone sul fondo. In altri casi potrebbero essere aggressive e stimolate da temperature più basse. La pesca è anche questo: imprevedibilità!
Concludo l'itinerario linkando il video complessivo di un'esperienza che resterà nel cuore. Non si tratta certamente di una pescata memorabile. Anzi, a dirla tutta, non ero a Rapolla per pescare, ma per vivere una giornata diversa dal solito accanto alla donna che amo. Sono riuscito finalmente ad unire tre cose: avventura, amore e pesca. Credo di essere un uomo fortunato! Cosa volere di più dalla vita!?