Pesca del muggine con la canna fissa
Nel bagaglio tecnico di molti pescatori di mare c'è spazio per la bolognese, per l'inglese, magari per un po' di feeder ma sono in tanti, ormai, che hanno dimenticato le basi della canna fissa. La mia può sembrare una presa di posizione particolarmente rigida ma, sulla base di quello che noto in rete e sui social network, mi sento di asserire che c'è una particolare predilezione per la telescopica con anelli (la bolognese - per intenderci) a discapito della fissa. Tutto ciò si verifica, in particolare, per la pesca al muggine che rappresenta per molti, me compreso, una specialità per palati fini. È una tecnica che si avvicina tantissimo all'impostazione della roubasienne, visto l'impiego di terminali capillari e travi decisamente sottili. Inoltre, la pesca al muggine con la canna fissa ha un fascino tutto suo, perchè consente di tornare indietro nei decenni a quel "vintage" dei nostri padri, o magari dei nostri nonni. Detto ciò, approfondiamola assieme, partendo dapprima dal protagonista, il muggine, per passare poi alle canne da impiegare, alla pasturazione, alle esche e alla costruzione della montatura.
Il muggine: preda tipica di porti e scogliere
Il muggine, o cefalo che dir si voglia, è un abitante di porti e scogliere: due ambienti molto favorevoli alla pesca con la canna fissa! In natura esistono vari tipi di muggini: il muggine comune, il cefalo calamita, il verzelata, il bosega, il liza aurata. Le prede che ho catturato con maggiore frequenza sono stati il liza aurata e il bosega ma, pescando in ambienti salmastri come i porti canali, potreste aggiungere alla lista anche le altre tipologie, tra cui il muggine comune. Sono pesci praticamente onnivori, che si alimentano di tutto ciò che trovano a contatto col fondo, non disdegnando talvolta il cibo in superficie. Non deve sorprendere quindi che li si riesca a pescare con filetto di sarda o col pane, considerando che spesso si nutrono degli scarti organici dei pescherecci che sono soliti pulire le reti anche direttamente in porto. La presenza dei muggini è massiccia, da Nord a Sud; sono attivi sia in inverno che in estate, ma i più grossi, come quelli in foto, sono tipici dell'inverno, quando i piccoli muggini vanno in letargo e quelli corpulenti, invece, mantengono un accettabile livello di attività. Tutto ciò è merito delle temperature dell'acqua sicuramente più alte in porto al contrario del mare aperto, dove spesso scendono sotto i 13 gradi, di fatto riducendo al minimo l'attività di qualsivoglia pinnuto.
Pesca al muggine con la canna fissa: l'attrezzatura ideale
Per pescare comodamente il muggine dalla scogliera o in porto, occorre dotarsi di una canna fissa in carbonio alto modulo con una lunghezza variabile tra i 7 e i 10 metri a seconda dei fondali. C'è bisogno di attrezzi molto leggeri, con azione parabolica (per chi ama i recuperi in stile canna "fiorentina") oppure progressiva, tendenzialmente medio rigida. Quali sono le differenze? Una canna parabolica o medio rigida sarà costruita sicuramente più leggera, possederà con un carbonio lineare e avrà una cima riportata, con carbonio pieno, che consentirà di impiegare terminali anche dello 0,08 senza problemi. Una canna fissa con azione rigida manterrà un fusto in carbonio alto modulo con un incrocio di fibre che ne aumenteranno la resistenza, generando un mandrino più nervoso, che si piegherà solo in cima e sottovetta. Ne consegue che l'impiego sarà destinato a terminali dello 0,14 o 0,12, mentre quelli più sottili lavoreranno con poco margine di sicurezza perchè la punta rigida potrebbe causarne la rottura durante la ferrata. La scelta su un attrezzo più o meno rigido spetta al pescatore: se l'azione di pesca si svolge in porto, comodamente seduti su un panchetto e le prede possono essere recuperate con guadino, direi che un attrezzo di alto pregio e con cima riportata sarà il giusto acquisto. Vice versa, se la pesca si svolge in piedi, le prede possono anche essere di buona pezzatura e c'è necessità di sfruttare terminali più robusti del solito, si valuti serenamente l'acquisto di una buona canna fissa in carbonio alto modulo rinforzato, con cima in carbonio cavo e, possibilmente, leggera da non far stancare il braccio.
Pasture ed esche per la cattura dei muggini di media e grossa taglia
Prima di entrare nel vivo della costruzione di montature e terminali, è sicuramente d'uopo affrontare una panoramica destinata alle esche e pasture. Il muggine è un pesce che ama gli sfarinati con sapori forti, sia in acqua dolce che in mare. Da anni sono solito utilizzare pasture così composte:
- 1 kg di pastura da cefalo, al formaggio e a grana fine, possibilmente di colore bianco;
- 250/300 grammi di pane grattugiato;
- 100 grammi di formaggio;
- una "spruzzata" di glutammato monosodico o aminoacidi, entrambi prodotti reperibili da aziende come Ellevi o Antiche Pasture;
- in assenza di glutammato e aminoacidi, aggiungete dell'aglio macinato;
Una pastura così composta è perfetta per circa 3 ore di pesca al muggine, impiegando pane francese, pan bauletto o, eventualmente, bigattini, che potranno essere anche immessi in pastura per il lancio in acqua. Quando in inverno mi ritrovo a pesca con giornate grigie e acqua molto fredda (da fine dicembre a inizi di marzo), dato che il gioco si fa particolarmente difficile e le catture sembrano impossibili, sfodero un jolly infallibile. Pertanto compongo la pastura in modo differente:
- 1,5 kg di pastura da cefalo di colore bruno, possibilmente alla sarda o con alto contenuto di farina di pesce
- 100 grammi di formaggio
- 10 cl di olio di sarda
Ovviamente, trattandosi di una pastura molto oleosa e ricca di nutrienti, sarà il caso di impastarla con i guanti, evitando di mantenere così un olezzo particolarmente sgradevole. L' esca principe resta il filetto di sarda: decongelata, fresca oppure salata. Evitate il pane, le acciughe o le alici. I muggini adorano la sarda, il suo sangue, l'olio rilasciato dalle interiora. Inneschi molto curati e resistenti, grandi quanto massimo quanto metà tocchetto, faranno sicuramente la differenza.
Montature per la pesca al muggine: spallinata e torpille
Siamo arrivati al punto fondamentale: la montatura. Va detto innanzitutto che il muggine mangia quasi sempre sul fondo, tranne in rari casi (tipo gli schiumaroli) che però non tratterò in questo articolo. La lenza dovrà pertanto avere una lunghezza pari quasi a quella della canna: dall'apicale in punta fino all'inizio del manico, per poter gestire le prede e l'innesco in modo più agevole. Armiamoci quindi di una sonda che sarà sicura alleata per misurare il fondale e pescarvi ad un palmo da esso. Dico ciò perché il muggine può mangiare con la testa verso il fondo e la coda in alto, parallelo al fondo o anche da sotto, causando la cosiddetta "starata" del galleggiante. Occorrono anche:
- bobine di monofilo dello 0,14 - 0,12 - 0,10 e 0,08;
- galleggianti da 1 e 1,5 grammi;
- una scatola con pallini di diverse dimensioni e torpille da 1 e 1,5 grammi;
- una bustina di micro-girelle;
- ami del 20/22 e 24 modello 120N o 6315 di Gamakatsu (o similari nella forma e di marche differenti).
La prima montatura per la pesca del muggine prevede una spallinata di 8/10 pallini da distribuire tra i 20 e 30 centimetri. Può essere costituita da una soluzione di pallini dello stesso tipo, come 10 piombini del n° 7 (0,09 grammi per 10 = 0,90 grammi per un galleggiante da 1 grammo). Oppure alternando pallini più grandi a pallini più piccoli: solitamente i piombini del 7 (0,09 gr.) vicino la girella, del 6 (0,11 gr.) al centro e del 5 (0,13). Questa soluzione è più indicata per galleggianti di 1,5 grammi o 1,25 grammi. A completare il tutto c'è poi una girella e due terminali di 50 e 60 centimetri di un ottimo 0,10 fluorocarbon o di un sottilissimo 0,08 in nylon. I galleggianti che segnaleranno al meglio le abboccate avranno una forma a goccia, con l'asta in acciaio oppure in carbonio. Ovviamente un'impostazione così architettata è la scelta primaria con acqua calma e fredda, tipica situazione da muggini veramente astuti, resi abulici a causa delle rigidità invernali.
In presenza di alta pressione e giornate tiepide, mitigate da venti caldi dei quadranti meridionali, il muggine risveglia il proprio metabolismo e diventa meno diffidente. Una montatura semplice, alla portata anche dei meno esperti, prevede l'inserimento di una torpille da 1 o 1,5 grammi sul trave, che tara alla perfezione un galleggiante a goccia (per acque lente) o a carota (per acque mosse) da 1 o 1,5 grammi. Due terminali, da 40 e 50 centimetri, sempre dello 0,10 o 0,08, saranno connessi col trave attraverso una micro-girella e fluttueranno nella corrente, mantenendo una discreta naturalezza agli occhi dei pesci più golosi.
Trucchi e consigli per il muggine in ogni stagione: pesca col petto di pollo e la torpille bianca!
Molto spesso ricevo email e messaggi di utenti che mi chiedono quale sia il trucco per pescare cefali di buona taglia in tutti i periodi dell'anno. Ammetto che non c'è una ricetta magica ma posso condividere una serie di trucchi che fanno sicuramente la differenza, sia nelle gelide mattine di gennaio, sia negli afosi pomeriggi d'agosto. Partiamo dall'esca, punto cardine della pesca al muggine. Dall'autunno inoltrato fino alle prime tiepide giornate di aprile, a seconda della temperatura dell'acqua, alterno il pane alla sarda, su cui ho l'abitudine di spruzzare dell'olio di sarda spray da carp-fishing destinato alle boiles. Oltre alla oleosità della sarda, con quest'olio riesco a dare una marcia in più, che si traduce in un rilascio oleoso superiore al normale. In alternativa, se la sarda dovesse staccarsi facilmente, può entrare in campo la pesca col petto di pollo. Si, non sto scherzando: del tenero petto di pollo, tagliato a strisce, da modellare su ami del 20, magari aromatizzato con dello spray alla sarda. D'estate, con le temperature più alte e la minutaglia che dà fastidio, cambio le carte in regola e abbandono sarde e pane, pescando con un solo bigattino innescato sottopelle su un amo del 24. Ovviamente, previa pasturazione con palle al formaggio e bigattini. Potreste farlo anche voi! Spesso ha fatto sparire boghe e sparlotti, avvicinando corpulenti esemplari di muggini calamita e bosega dalla taglia abbastanza rilevante.
Un terzo trucco di derivazione agonistica è la torpille colorata di bianco. L'ho rubato ai garisti per poi impiegarlo nelle mie pescate per diletto, raccontandolo poi su Pescanet: dapprima per le boghe, poi per i muggini più smaliziati. C'è bisogno di tingere la torpille con del "bianchetto" o Uni Posca e farla asciugare per alcuni minuti, magari a casa, lontano da occhi indiscreti. Una volta in pesca, il bianco della torpille, specie se adoperata in acque chiare, fungerà da attrattore luminoso per i muggini che cominceranno a scrutarlo con occhi piuttosto discreti. Vedendo anche esche di colore bianco, come i fiocchietti di pane, si sentiranno più sicuri nel lasciarsi andare, cadendo inconsapevolmente in un tranello confezionato ad arte grazie ai consigli di Pescanet. Un altro trucco? Beh, andate a pesca e fate pratica... pratica e pratica in vari porti e altrettante scogliere. Capirete le dinamiche di ogni spot, i suoi punti di forza e debolezza. È il consiglio più grande che mi sento di donarvi per il vostro futuro da cefalari!