Pesca al carassio in inverno con la roubasienne
L'inverno è la stagione del letargo per tante specie ittiche. Le basse temperature, le giornate più corte e le intemperie impongono una generale riduzione dell'attività alieutica. In molte zone d'Italia in cui il mare dista parecchi chilometri, i pescatori hanno generalmente due opzioni: dedicarsi alle trote in cava oppure esplorare il magico mondo dei laghetti di pesca a pagamento. In questi contesti ci sono condizioni sicuramente a favore dell'appassionato che vuole sfidare la stagione fredda. L'abbondanza di pesce bianco, la comodità di un caldo ristoro, gli spazi ben curati dai gestori sono le motivazioni che spingono tanti, garisti e non, a trascorrere qualche ora con la roubasienne nei carpodromi o nei cosiddetti carassiodromi. Se poi a questo ci aggiungete anche il fatto che i gestori più lungimiranti organizzano garette amatoriali con generi alimentari in regalo, capirete il grande successo di queste realtà rispetto alle acque libere. Pescarvi può sembrare alquanto facile ma, credetemi, è tutt'altro che semplice! Serve pazienza, leggerezza e tanta esperienza. Doti che non mancano a Giovanni, garista trentino e grande amico di Pescanet, che mi ha fatto compagnia in una sessione di pesca a roubasienne invernale in laghetto.
Carassi invernali a roubasienne in laghetto
Le immagini risalgono a qualche giorno prima dell'arrivo del Covid in Italia. È una bella domenica di febbraio 2020, siamo nel cuore dell'inverno anche se le temperature raggiungono stranamente i 18 gradi in piena mattinata. Davvero incredibile! Il sottoscritto è alle prese col feeder, Giovanni invece con la canna francese ad innesti. L'acqua è ancora fredda, il suo colore olivastro ne è la conferma. I carassi sono lì, sul fondo, piantati e fermi nello strato più basso del laghetto. Hanno perso la vitalità tipica primaverile ed estiva ma ci sono, ne siamo sicuri. Va ricordato, infatti, che si tratta di un pesce bianco che è capace di sopravvivere anche alle basse temperature e vive in acque non proprio limpide, anzi tollera anche fondali limacciosi tipici di molte torbiere (non tutti i laghetti sono cave di ghiaia - ricordatelo). Per quanto possano essere numerosi e abbondanti, d'inverno non abboccano voracemente. Vanno stimolati con montature leggere, terminali capillari, inneschi raffinati e pasturazioni a base di bigattino assolutamente limitate. La pesca a roubasienne viene in aiuto, grazie alla sua precisione in pesca assolutamente chirurgica. Ma, soprattutto, perché ci consente di presentare con una lenza da 0,30 grammi (e anche meno), sempre nello stesso punto, ad una distanza di 11,5 o 13 metri. Un dettaglio alquanto impensabile pescando all'inglese o con la canna fissa.
Set up dell'attrezzatura per la pesca invernale
Sia che peschiate da soli o in compagnia, la roubasienne a vostra disposizione dovrà avere una lunghezza di 13 metri (possibilmente reali). Ciò è fondamentale perchè quando sarete soli, potrà capitarvi di avvicinare i carassi anche pescando con un pezzo in meno: a 11,5 metri. In compagnia di tre, quattro o più pescatori, sia in competizione che pescando per diletto, il set up dell'attrezzatura richiederà l'innesto dell'ultimo pezzo, arrivando anche a 13 metri o qualcosa in più grazie all'ausilio di pompe e pompette. È un dato di fatto, causato dall'innata abitudine di molti pescatori di montare la roubasienne per intero, pescando e portando i carassi ad un pascolo più lontano del necessario, magari anche con lunghe banniére (distanza tra cimino e galleggiante). Il set up prosegue con:
- almeno due punte da bianco in 3/4/5 pezzi con cima lunga, non ridotta, che ospiteranno elastici rispettivamente dello 0,9 mm e 1,2 mm. Il primo per carassi medio piccoli, il secondo per pesci medio-grandi;
- un terzo kit di sicurezza con cima ridotta, da carpe, montato con un elastico di 1,4 mm. Una punta, insomma, per eventuali carpe, che potrebbero risvegliare l'appetito assieme ai sempiterni carassi;
- galleggianti da 0,50 grammi fino a 0,20 grammi per pesci particolarmente sospettosi;
- monofili dello 0,13/0,12 per il trave;
- terminali 0,10/0,09/0,08 fluorine o fluorocarbon;
- ami del n°18/20 senza ardiglione adatti all'innesco di bigattini, piccoli lombrichi o chicchi di mais.
Come si può notare dalle immagini, bisognerà pescare comodamente seduti su un panchetto, appoggiando la canna sulla spray bar in fase di attesa o di pasturazione. Durante le pescate in solitaria si potrà pasturare anche con la fionda. In gara o in compagnia di più pescatori è meglio andare sul sottile e pasturare con le coppette (quindi comprate un cupping kit). Oppure ci si può dotare delle Pole Pot, come quelle di Guru e Preston, che si innestano direttamente sulla punta, senza dover ricorrere al cupping kit. Il set up è pronto, andiamo avanti!
Esche e montature per i carassi invernali
L'acqua del laghetto è fredda. Anche se il sole è alto, il cielo è sgombro e viene voglia di pescare a maniche corte (come il buon Giovanni), ricordiamoci che siamo ancora nell'inverno meteorologico. Di conseguenza, il metabolismo dei carassi è ancora lento, quindi non tenderanno a mangiare con voracità. Abboccheranno lentamente, magari anche raramente, quindi è bene stuzzicare il loro palato con bigattini, caster, qualche piccolo chicco di mais o un mini lombrico innescato per intero. Il bigattino è il più usato, vuoi perchè pratico, vuoi perchè rappresenta un pasto altamente proteico che il carassio non riesce ad ignorare. Il mais va sempre testato, in quanto può fare selezione ed attrarre i carassi più grossi (o le carpette). Non nego che mi è capitato di osservare pescatori tentare la fortuna con gli orsetti, col ver de vas oppure col pellet morbido da innesco. Tutto può andar bene, purchè il pesce sia incuriosito e abbocchi, altrimenti il risultato è una mera perdita di tempo. Con bigattino, lombrichi e piccoli chicchi di mais, lo ribadisco, andrete sul sicuro.
La prima montatura è uno standard che ho presentato in un altro articolo su Pescanet, dedicato alle montature per il carpodromo d'inverno. Prevede l'impiego di un galleggiante con portata da 0,30 grammi, seguito da 3 piombini del numero 8 (0,07 gr x 3), 2 piombini del n°11 (0,03 gr x 2) a distanza di 10 centimetri e poi 2 pallini del n° 12 (0,02 gr x 2) a distanza di 15 centimetri. Il terminale avrà una lunghezza di 20 centimetri e sarà collegato col resto della montatura attraverso una piccola asola o un nodino.
Se le cose dovessero farsi più complesse, distanziate maggiormente i piombini e appoggiatevi sul fondo di una decina di centimetri. Oppure passate alla seconda montatura che pone l'esca in modo rigido e statico. Un particolare non da poco in presenza di carassi fermi, immobili, che vogliono il bigattino posato quasi davanti al muso. È necessario un galleggiante con portata di 0,20 grammi che sarà tarato alla perfezione da un bulk di 5 piombini del n° 10 (0,04 grammi x 5), posizionato prima di una doppia asola di collegamento col terminale di 20 centimetri.
Trucchi per la pesca con la roubasienne
La lenza è perfetta, la giornata promette bene, pasturiamo abbondantemente, peschiamo i primi pesci e poi... il disastro. La pescata si ferma bruscamente. Perchè? Due sono le motivazioni: troppi bigattini e banniére corta o ravvicinata. Due trucchi fondamentali per la pesca con la roubasienne vi permetteranno di ingranare la quinta e procedere spediti con le catture fino a fine turno. Il primo riguarda la pasturazione con bigattini e mais. Evitate di pasturare eccessivamente. I pesci sono in letargo quindi hanno poco bisogno di cibo. Dobbiamo ingolosirli, non saziarli! Il segreto pertanto è di rilasciare una coppetta di bigattini (o mais - pellet) ad ogni tiro di roubasienne. Il secondo trucco, invece, è collegato con la lunghezza della banniére. Occorre abbandonare la canonica lunghezza inferiore al metro se si vogliono tentare tutte le carte per stimolare l'appetito dei carassi. Meglio arrivare anche a un metro e mezzo, magari anche a due metri. Il pesce dapprima abboccherà più vicino al rilascio dei bigattini, poi si allontanerà rimanendo più distante dall'esca. Ciò accadrà per vari motivi: rumore, disturbo, riflessi nell'acqua della punta nera (gli inglesi stanno spingendo sul mercato le punte kit di colore grigio chiaro). Con una lenza libera di muoversi e fluttuare non a stretto giro di pasturazione, i carassi si sentiranno più tramquilli nel mordere uno o due bigattini sapientemente innescati su lenze capillari.