Pesca a ledgering in lago

La pesca a ledgering, che da vent' anni orsono è affermata anche in Italia, a volte è considerata come una evoluzione della pesca a fondo. Nell'immaginario collettivo è "quella pesca" in cui "si lancia un piombo-pasturatore" e "si aspetta che il pesce tiri". Apparentemente, ad una visione semplicistica, tale concetto può essere veritiero. Ma le similarità tra ledgering e pesca a fondo non si limitano a queste banalità. Si tratta di una pesca molto certosina e di precisione, che ha avuto l'exploit in Inghilterra, tanto da esser praticata anche in gara (mentre in Italia ci sono parvi segnali di integrazione nel mondo agonistico). E' una tecnica impegnativa, in quanto richiede costante attenzione in tutti i suoi diversi momenti: il lancio, l'attesa, il recupero.



Quando e come pescare a ledgering

D' inverno, in primavera, d'estate ed in autunno, la tecnica anglosassone non tradisce mai. Il periodo migliore è, senza ombra di smentita, la primavera che presenta condizioni di acqua ancora fredda, pulita ed abbastanza veloce. I ciprinidi (e tra questi vi è la carpa, di nostro precipuo interesse), incominciano ad avvicinarsi a riva, per poi incominciare la fase di frega. Solitamente le carpe più grosse fanno capolino tra aprile e giugno, per poi concedere una piccola pausa d'estate, quando la minutaglia è molto frequente e le big sembrano latitanti. Dopo gli ultimi caldi di settembre, le miti "ottobrate" rappresentano momenti d'oro da non lasciarsi sfuggire. Solitamente, per la pesca delle piccole carpe (entro il chilo e mezzo di peso) e dei ciprinidi in generale, occorre utilizzare una canna lunga 3,60 metri, le classiche "12 ft" inglesi da fishery, con azione medio-rigida, in grado di poter lanciare senza difficoltà pasturatori dai 30 ai 60 grammi. Si tratta di attrezzi che presentano 2 o più cimette ad innesto, di varia potenza, con numerosi anelli guida filo su tutte le sezioni. Il mulinello da abbinare sarà un valido taglia 2000/2500, con una riserva di filo pari ad almeno 200 metri dello 0,16 affondante per la pesca a ledgering.



Pasturatori e piombi per la pesca a ledgering

E' doveroso soffermarci qualche istante sui pasturatori ed i piombi. Due metodologie sono potenzialmente valide ed applicabili a questa pesca che assicura caroselli di carpette in velocità. La prima prevede l'uso del pasturatore, sia per bigattini (quindi un block-end feeder) sia per pastura ovvero cage-feeder, dal peso variabile tra 20 e 60 grammi a seconda delle distanze da raggiungere. La seconda, come da reminiscenze della pesca a fondo classica, richiede un piombo plastificato tra i 20 e 50 grammi. Ovviamente, nel primo caso ci muniremo di pastura ed esca, mentre nel secondo caso l'azione della pasturazione potrà essere assente oppure operata con la fionda alla distanza necessaria. L'esca potrà essere costituita da bigattini, mais, piselli e ceci.



Lenze per la pesca a ledgering

Il terminale può esser ricavato da uno spezzone di 30/40 cm dello 0,12, morbido e voluttuoso, collegato alla lenza madre da una piccola girella. L'amo, infine, dovrà essere abbastanza piccolo nel caso si peschi col bigattino, di taglia maggiore qualora si scelgano i legumi. Alcuni si chiederanno: come mai questa delicatezza negli attrezzi da impiegare? Perchè più un filo ha diametro, più rischia di essere investito dalla corrente o dal vento perchè oppone più resistenza ad una forza impressa in direzione contraria. Si tratta di un principio base della fisica. Inoltre, viste le catture di peso ridotto che tenteremo di addescare, è inutile dotarsi di canne potenti e mulinelli superlativi. La lenza per le big Dopo il caldo dell'estate e l'arrivo delle tiepide "ma anche uggiose..." giornate di ottobre, i pesci tendono a preferire le prondità degli abissi alle acque superficiali. E' questo il momento ideale per azzardare la cattura delle carpe di taglia medio-grande (dai 2 kili in su), dato che la minutaglia si allontana da riva e non vi è più il rischio di incappare in branchi di pesciolini voraci che divorano l'esca prima che arrivi a fondo. Si tratta di un periodo fertile anche per la cattura di grossi pesci di fondo come carassi, pesci gatto, tinche, ecc. Solitamente le nostre carpe stazionano ai margini del filo della corrente, con una distanza di 20/30 metri da riva, dove l'acqua rallenta il suo corso.



Attrezzature da pesca a ledgering

L'attrezzatura per imprese più ardue dovrà essere necessariamente più robusta, con canne sui 3,90 metri ad azione rigida dalla potenza di lancio assestata sui 120 gr. Le cime, più nervose ma al tempo stesso sensibili, dovranno permettere il lancio di grossi pasturatori (method feeder o cage feeder) ben carichi di pastura. Il mulinello, un buon taglia 3000/4000, sarà caricato con un nylon dello 0,18 al quale applicheremo uno spezzone parastrappi (lo shock leader per intenderci) dello 0,22 . Il terminale, infine, dello 0,14/0,16 per 25/30 cm, andrà a concludersi in amo del 12, al quale applicheremo grossi chicchi di mais oppure coroncine di mais multi-aroma con il sistema dell' hair rig.



Il powergum

Un'ultima montatura, non rappresentata nelle vignette, è quella col powergum. Trattasi di un sistema innovativo, molto in voga nel circuito inglese, importato da alcuni concetti chiave del carp fishing. Lo spezzone in power-gum (rappresentato però nel video istruttivo sottostante) permette alla lenza di ottenere una certa morbidezza, con comodi riscontri in fase di lancio perchè le tensioni sono distribuite lungo la treccia. Inoltre, una minor rigidità permette l'utilizzo di terminali sottili, che regalano maggiori abboccate in periodi difficili, con pesce sospettoso.



Tornando al discorso relativo alle esche, sono valide anche soluzioni miste come bigattini e lombrichi, oppure bigattini a bandiera, mais e lombrico, mais e piselli. Meglio, però, non esagerare con la fantasia, si potrebbe peccare di presunzione presentando un'esca troppo artficiosa agli occhi delle nostre carpe. Una volta in posizione, lanciamo. Vi è una obiettiva difficoltà nel pasturare a 30/40 metri da riva sempre nello stesso punto. Specie se le carpe sono molto sospettose, un errore nel lancio può compromettere l'esito della battuta di pesca. E' buona norma puntare i propri lanci verso un punto di riferimento sulla sponda opposta, tipo una casetta, un albero, dei cespugli.


Strategie e recupero

E' d'uopo inoltre, dopo il lancio, tenere il cimino a pelo d'acqua, posizionato su un'apposita forcella basculante. In caso di vento o corrente sostenuta lo alzeremo a circa 45° per contrastarla meglio ed avvertire le abboccate. Altra consuetudine che da soddisfacenti risultati è quella di effettuare quattro-cinque lanci con il pasturatore carico e trascinarlo a strattoni, con l'obiettivo di preparare il campo di battaglia con le nostre signore carpe. Le prime violente zuccate non tarderanno ad arrivare ed è questo il momento critico in cui mantenere i nervi saldi e pompare i nostri pesci con movimenti laterali della canna, così da avvicinarlo a riva ed evitare che vada ad anfrattarsi tra gli ostacoli sommersi. Il giusto equilibrio lo si ha con un ponderato gioco tra frizione ed anti-ritorno. "That's what feeder fishing is all about" ...Bob Nudd era solito ripeterlo durante i suoi video istruttivi che ebbi modo di acquistare durante un soggiorno ad Edinburgo. Una tecnica semplice, efficace, che regala enormi soddisfazioni se praticata attenendosi a delle basilari regole. Tutt'altro che lanciare ed aspettare!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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