Pesca di notte in carpodromo

Nei mesi più caldi, quando l'attività alieutica raggiunge i livelli più alti, si tende a sfruttare ogni minimo momento per poter uscire di casa e trascorrere qualche ora di relax sul fiume, al mare e in carpodromo. Proprio in quest'ultimo caso, moltissimi pescatori di qualsiasi età, possono ormai contare su un'offerta commerciale al Nord e parte del Centro Italia davvero invidiabile. Mi riferisco a due fenomeni: il primo riguardante la buona disponibilità di acque private in Pianura Padana, in Romagna, nelle Marche in Toscana; il secondo invece fa riferimento all'organizzazione di vere e proprie serate (anche competizioni) dedicate alla pesca alla carpa di notte in carpodromo. È sicuramente un'alternativa alla frequentazione di moli e scogliere, specie per coloro che, come me, non vivono in riva al mare ma risiedono lontano da esso. Ma, soprattutto, è un modo per staccare la spina, magari il venerdì o il sabato sera, pescando all'inglese o a roubasienne in acque popolate da carpe attive anche a mezzanotte.

Basi della pesca di notte in carpodromo

Come noterete dalle immagini, il servizio è stato realizzato in un laghetto della provincia di Venezia, aperto dal tardo pomeriggio fino a notte fonda. Le circostanze di pesca sono le stesse del giorno ma cambiano sostanzialmente a causa di un fattore di non poco conto: la notte. Sì, infatti pescare di notte non è la stessa cosa del pescare in una mattinata o nel pomeriggio per via della forte limitazione di visibilità sull'esca. Cerco di spiegarmi meglio. Quando c'è il sole ed è estate, il pesce tende a muoversi in superficie e utilizza il senso della vista per scrutare la zona di pascolo. È grazie alla vista, appunto, che individua un bel boccone (l'esca) e vi si avvicina, ingoiandolo e abboccando. Talvolta interviene un altro senso, ovvero l'udito: quante volte vi è capitato di osservare carpe girarsi in modo fulmineo e dirigersi verso l'area di pasturazione? Detto ciò, immergetevi in un'esperienza di pesca in notturna. Il senso della vista è pari a zero. Il senso dell'udito (mi perdonino gli ittiologi per eventuali imprecisioni) resta ben attivo, anzi è probabilmente il più sollecitato di tutti, sia nel momento della pasturazione, sia durante la caduta della lenza nell'acqua. Resta il senso dell'olfatto che, stimolato assieme all'udito, determina l'interesse verso l'esca da noi proposta. Capirete, quindi, che le basi per affrontare un carpodromo di notte sono diametralmente opposte a quelle del giorno. 

Montatura per la pesca all'inglese con galleggiante piombato e starlight 

Mi è capitato più e più volte di osservare un comportamento contraddittorio delle carpe (ma in realtà non lo è), durante le varie sessioni di pesca in notturna a cui ho partecipato. Prima del tramonto, nel mentre di esso, i ciprinidi tendevano a muoversi in superficie, rispondendo molto bene alla tecnica del pellet waggler. Poi, col calare del crepuscolo, scomparivano, rifugiandosi sul fondo. Solo il confronto con Giovanni, amico del Pescanet Team di lunga data, mi ha consentito di trovare la chiave di volta al nodo gordiano che mi attanagliava: come pescare le carpe di notte? Diversi tentativi hanno dato ragione ad una lenza che sento di dover condividere con tutti coloro che si appresteranno ad affrontare laghi, laghetti e carpodromi con l'oscurità. La montatura è specifica per l'inglese e richiede un galleggiante scorrevole piombato da 6+2 con porta starlight (da 4,5 mm). È composta da un terminale di circa 30 centimetri dello 0,14 ed un amo del 16 ad occhiello, senza ardiglione. A seguire, sul trave è montata una girella, poi 3 pallini di piombatura passiva da 0,09 grammi, a 10 centimetri l'uno dall'altro. Infine, è presente un bulk di 4 pallini teneri inglesi BB (1,60 grammi - 0,40 grammi l'uno), distanziato dall'ultimo piombino passivo per circa 120 centimetri. Il galleggiante sarà fermato da una perlina e da uno stopper di cotone, proprio come in figura.

montatura per la pesca in carpodromo all'inglese di notte

Pellet da innesco e pasturazione

Le carpe andranno insidiate a centro lago, oppure verso la sponda opposta, sempre e solo pescando sul fondo (non dimenticate di sondare accuratamente!). Meglio evitare la sponda del laghetto più vicina a noi per due motivi: faremo rumore durante il recupero delle catture ed inoltre, utilizzeremo le lampade durante la fase di salpaggio della preda. Suoni fastidiosi e fasci di luce sull'acqua tendono a spaventare le prede, allontanandole dalla pasturazione o dal pascolo. Meglio cercarle altrove, in tratti più riparati. Per mantenerle in attività durante la notte, consiglio di pasturare con pellet da 4/6 millimetri a piccole dosi, ogni 5/7 minuti, sempre nello stesso punto. Riuscirete così a mantenere vivo l'interesse ed il senso dell'udito. Sull'amo, invece, innescherete un pellet morbido, senza elastic rig, possibilmente "scented" con gusti alla frutta, oppure al bloodworm, capaci di rilasciare un piccolo alone una volta in acqua. Il senso dell'olfatto sarà così soddisfatto e le carpe non esiteranno a concedersi una piccola e deliziosa cena. Evitate il mais... a me non ha mai funzionato. Dubito che funzioni anche a voi, però sarei ben lieto di ricevere una smentita.

Conclusioni

Pescare le carpe all'inglese in laghetto, mentre è buio pesto, e magari fuori c'è gente che si diverte al pub o in discoteca... beh, non ha prezzo. Non è soltanto piacere fine a sé stesso. È l'aver strutturato una lenza in grado di attirare i due sensi più attivi nelle carpe durante il buio. È anche l'essere stati precisi nella pasturazione dei pellet ed aver anche selezionato un'esca gradevole all'olfatto delle regine. Potranno sembrarvi concetti scontati, ora che ne siete al corrente ma vi assicuro che ne ho visti di cappotti, cuciti addosso a pescatori ottusi, che tentavano di ingannarle col mais anche quando era evidente che la soluzione era in esche e pasturazioni differenti. Provate, tentate anche voi. La stagione è ancora lunga e le carpe sono sempre lì in laghetto, ad aspettarvi per future battaglie.

 

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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