Come pescare il pesce gatto

Se dovessi stilare un classifica elencando i pesci che preferisco, il pesce gatto sarebbe sicuramente sul podio, tra i primi tre. Il divertimento che regala dal momento della ferrata, la soddisfazione che genera quando lo si riesce a prenderlo in mano è qualcosa di unico. Inoltre è una "belva" decisamente vorace, che tende ad abboccare a qualsiasi esca. Un pesce tenace, forte e resistente, abilissimo nuotatore, è in grado di sopravvivere anche in acque basse e povere di ossigeno. E non solo... è un pesce abbastanza sviluppato in tutta la penisola, da nord a sud. Fondamentalmente, le tre specie che si possono pescare in Italia sono: il pesce gatto nostrano e africano, che difficilmente raggiungono dimensioni sopra 1,5-2 kg; ed il più grosso e, a mio avviso, divertente, risulta essere il pesce gatto americano che, nel giusto habitat, può raggiungere dimensioni superiori ai 5 kg.

Attrezzatura ed esche per pescare il pesce gatto a fondo

La tecnica migliore per pescare il pesce gatto tutto l’anno è la pesca a fondo. Il pesce gatto ama infatti stare principalmente sul fondale, nascondersi negli anfratti e nelle buche del terreno. Amante del buio, è facile pescarlo anche dopo il calar del sole. D’estate invece può capitare di vederlo nuotare a galla, ed in questo caso si potrà tentare di pescarlo con il galleggiante. Per quanto riguarda l’attrezzatura per la pesca a fondo, in genere utilizzo una canna da pesca a fondo di 3,60-4 metri abbastanza robusta, come una canna da carpfishing, feeder o le telescopiche multiuso in carbonio intrecciato. Vista la potenza e le ripartenze di questi pesci, sono solita optare per una lenza non inferiore allo 0.25, alla quale lego una girella semplice che sosterrà il piombo montato sia in linea che eventualmente a perdere, utilizzando una safety clip. Da qui parte il terminale ( 25-30 cm) di ugual diametro o poco inferiore alla lenza, finalizzato da un amo robusto con occhiello di misura 6-8. Il pesce gatto infatti ha un apparato boccale molto rigido e gli esemplari più grossi potrebbero riuscire a piegare l’amo. Le piombature ovviamente varieranno in base al luogo dove si andrà a pescare.

Pesca del pesce gatto a galleggiante

Per la pesca al pesce gatto con il galleggiante invece consiglierei una bolognese da 5-6 m ad azione rigida, con una lenza sempre dimensionata al pesce che combatteremo. Sarà necessario un galleggiante da 2-4 g con la sua classica spallinata di piombini. Per concludere la lenza, suggerisco sempre l'impiego di un amo del 6-8. Parlando di mulinelli, credo che la taglia 2500-3000 rappresenti il giusto compromesso. Per quanto riguarda le esche, come detto in precedenza e considerata la voracità della nostra preda, si possono utilizzare: i vermi da terra (esca prediletta), il mais, piccoli pezzi di carne e ovviamente i bigattini.  Dove consentito, realizzate magari un bel fiocco di larve, che potrà rappresentare la una scelta vincente.

Come maneggiare un pesce gatto

Potrà sembrare una banalità, ma non è così facile riuscire a tenere un pesce gatto in mano nel modo corretto senza ferirsi. Per chi non lo sapesse, questo pesce ha tre aculei, due dei quali sono situati all’interno delle due pinne pettorali e uno all’interno di quella dorsale. La puntura di questi ultimi non provoca danni gravi, ma può essere molto fastidiosa. Quando viene pescato, il pesce gatto tende a tenere erette le pinne, come arma di difesa, dunque bisognerà maneggiarlo con prudenza. Il problema non sorge tanto con gli esemplari di grossa taglia, bensì con i piccoli. Per quelli grossi sarà sufficiente tenere una mano al di sotto delle pinne pettorali e con l’altra ben salda la pinna caudale; per i piccoli esemplari invece bisognerà prestare più attenzione vista la vicinanza dei tre aculei.

Conclusione

Inizialmente non amavo pescare i pesci gatto. Gradivo di più le carpe, all’apparenza molto più docili. Il trovarmi davanti questo pesce, con una bocca immensa e gli aculei mi creava sempre un po’ di agitazione. Quante volte ho rifiutato una foto per paura di essere punta! Poi però ho imparato ad apprezzarli. Pesci che sanno regalarti così tante emozioni dal momento della ferrata a quello del rilascio ce ne sono pochi. Misurarsi con un bel pesce gatto dà un po’ l’idea di aver combattuto contro un titano. Possente, muscoloso e con una presenza in grado di intimorire. Ma una volta che impari a conoscerli e sai come prenderli, capisci che non sono così cattivi come appaiono;  anzi, saranno le prede che ti lasceranno il ricordo migliore!

Carlotta Giliotti

Carlotta Giliotti

Da Milano si è trasferita in provincia di Parma per essere più vicina ai suoi amati torrenti dell’Appennino, che lascia solo per qualche avventura nell’arco alpino. Pratica la pesca al tocco alla trota per la maggior parte dell’anno, ama però dedicarsi anche alla pesca dei ciprinidi.

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