Trote a fondo con la bombarda

I mesi di gennaio e febbraio rappresentano lo step ideale per la riproduzione delle trote. Le iridee più grosse scendono sul fondo dei nostri laghi per deporre le uova, cambiando l’atteggiamento aggressivo che da sempre le caratterizza. Il mutamento porta ad un’apatia verso tecniche quali la tremarella e lo striscio, spingendo gli esemplari più grossi a stazionare negli strati più profondi dei laghi, al contrario di quanto accade negli altri periodi dell’anno, quando i movimenti avvengono anche a pelo d’acqua. Sono due le tecniche più indicate per insidiare le trote in condizioni difficili: la pesca a galleggiante con la penna e lo striscio con le bombarde di profondità, da “caduta libera” come le Fassa Bugiardino disegnate da Fausto Buccella. In questo articolo ci concentreremo sui temi della trota lago con la bombarda, una tecnica necessaria in impianti di media grandezza che ho frequentato per anni al Sud: come il Lago Salice a Foggia o il Graziella a Castello del Lago, a pochi passi da Benevento.


Tecnica di pesca con la bombarda

L’ obiettivo è semplice, ci possono arrivare tutti. Dobbiamo risvegliare l’istinto predatorio nella trota che resta immobile sul fondo. Come fare? Usiamo la bombarda. In questi anni di pratica per la trota lago ho studiato le trote ed ho compreso i modi di “fare” col passare del tempo. Tra gennaio e febbraio si riscontra il periodo di apatia totale, con pesci indifferenti persino dinanzi ad una camola innescata a regola d’arte. Solo un modo corretto nel manovrare l’esca riesce a portare i benefici desiderati, a patto che l’invettiva sia tra le nostre armi e si abbia voglia di sperimentare. Dopo la semina abbiamo due possibilità; la prima è lanciare a ridosso delle trote appena immesse (quasi come un tiro al bersaglio anti-sportivo), la seconda impone la ricerca a partire dal centro del lago fino a giungere nelle immediate vicinanze della nostra sponda. Per raggiungere distanze maggiori è necessaria una canna dall’azione media, una 5/15 grammi per esempio. Con l’ausilio della bombarda potremmo raggiungere il centro del lago, spesso rappresentato da una sorta di fontana che rinfresca l’acqua o un isolotto in terra. Le trote si spostano nel punto più profondo, al centro del lago, per deporre le proprie uova, indifferenti al cibo e tutto ciò che le circonda. Effettuato il lancio a metà lago, attendiamo circa 20/25 secondi per la discesa repentina della bombarda, poi effettuiamo un recupero delicato con alcuni strattoni verso l’alto. La bombarda inizierà a muoversi entrando in trazione, salterellando a contatto sul fondo, trascinando il terminale e l’innesco. La trota, immobile, ne resterà incuriosita e comincerà a muoversi lentamente seguendo l’esca. Al nostro sussulto, seguito da una pausa, aggredirà la camola con decisione ma resterà sempre immobile. Noteremo una flessione del cimino, come se stessimo tirando su un peso morto. E' lei, la trota!


Montatura per la pesca delle trote a fondo con la bombarda

Trattasi di un vero e proprio ibrido che nasce dalla consapevolezza che la bombarda avrà lo scopo di arrivare a distanze medie, sul fondo, cadendo liberamente in profondità assieme al lungo terminale. Una sorta di striscio con vetrino, dove al posto del vetrino c’è una bombarda. Lungo il trave dello 0,18 inseriremo una bombarda Fassa Bugiardino (o similare dedicata alla pesca a fondo) da 8/10 grammi, seguita da una perlina parastrappi in silicone ed una girella tripla. Il terminale dev’essere lungo e morbido, da 1,5 a 2 metri, realizzato con uno spezzone di ottimo 0,12/0,14 in fluorocarbon, in caso di acque cristalline e profondità inferiori ai 4 metri. Infine l’amo, un Gamakastu LS 608N del n°8 con l’innesco di camole, lombrichi o pastelle Berkley.


La bombarda rivoluzionaria: la Fassa "Buccella - Bugiardino"

Conosco bene la bombarda Bugiardino studiata da Fausto Buccella e distribuita dalla Fassa. Il suo utilizzo è prevalentemente estivo, con trote in profondità da pescare con la “bandiera”. Credo che un pescatore debba testare tutte le tecniche perché spesso i pesci e gli impianti sportivi sono diversi dai classici teoremi professati nel centro-nord Italia. Dove ho vissuto io per anni ha funzionato al contrario, d'inverno. In un lago come il Salice a Foggia, il pesce va combattuto con astuzia per evitare di incorrere in giornate storte. In molti testano le bombarde che lavorano a pelo d’acqua, altri invece utilizzano i vetrini slim dai 6 agli 8 grammi. Noi del Pescanet Team abbiamo sperimentato le Bugiardino che hanno un grado d’affondamento superiore a quelle standard e compreso fra il 50% e il 70% del loro peso, a causa della diversa distribuzione del piombo all’interno della bombatura. Insomma, si tratta di bombarde che in acqua non scendono, ma precipitano direttamente in caduta libera e vanno gestite con dei movimenti simili a quelli del vertical jigging, cioè con pompate dal basso verso l’alto ed improvvise pause miste a recuperi lentissimi. La ragione per cui occorre pescare con questo tipo di bombarde non è tanto per raggiungere in fretta i pesci, ma per riuscire più facilmente e tenere la corsia di pesca durante la passata a striscio, specie quando occorre stimolare le trote con improvvise accelerazioni del recupero. C’è differenza tra il recupero lentissimo e quello alternato. Il primo non desta attenzioni, perché la trota vede muoversi qualcosa senza avere il desiderio di aggredirla. Nel secondo caso, alternando pause e scatti improvvisi, il pesce ha uno stimolo in più per abboccare.


Conclusioni

L'esperienza sul campo porta sempre a miglioramenti. Nel nostro campo si tratta di una verità forse scontata per i più bravi, ma assolutamente nuova per coloro che si cimentano nella disciplina italianissima della trota in laghetto. Qualora le "bugiardino" non fossero disponibili dal vostro negoziante, cercate di acquistare bombarde con alto grado di affondamento, possibilimente veloce e diretto verso il fondo in un intervallo tra i 20 e 30 secondi.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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