Prepariamo la zuppa!

Tempo di ferie, ombrelloni, bungalow, tende, creme abbronzanti e sole. Siamo a Luglio, mese del primo massiccio esodo dalle città verso le coste, alla ricerca di un po’ di refrigerio e sano relax sulla spiaggia. Molti sono i pescatori che caricano le proprie auto con veri e propri arsenali da guerra, per tentare spigole e orate. C’è però una nutrita schiera di neofiti della pesca in mare, costituita da pescatori occasionali e novizi delle acque salate, che muove i primi passi sulla scogliera, con prede sicuramente meno pregiate: tordi, ghiozzi, boghe, bavose, sparlotti, pesci certamente non di taglia ma davvero saporiti.



Parola d’ordine: “ZUPPA”! Lasciamo a casa ingombranti panchetti, lunghe canne e mulinelli marziani. Dedichiamoci ad una pesca più amatoriale, magari da condividere con i propri bambini, alla ricerca del divertente “pescetto” da cucinare poi nel residence, con il suo caratteristico sapore di mare. La zuppa è divertente, rende piacevole il momento culinario perché, con il suo inebriante profumo prima della cottura, lascia spazio all’immaginazione della moglie ai fornelli, che si cimenterà in fritture, brodini e altre ricette, gioia di amici e piccini.



Le tipologie di pesca. Per compiere questa piccola impresa l’occorrente è ridotto al minimo: una piccola canna da fondo (o da trota lago con azione H o MH), ed una bolognese di 5 metri. La prima, specifica per una pesca al tocco, con il piombino e doppio terminale a bandiera. La bolo per cercare i pesci a mezz’acqua, con il galleggiantino.

- La pesca a lancetto. Per chi non ha padronanza delle lenze da costruire, c’è un semplice rimedio: l’acquisto del terminale pronto per la pesca a Lancetto. Si tratta di una tecnica da gara molto in voga tra i pescatori baresi, liguri e veneziani, che ho avuto modo di vedere con i miei occhi durante le competizioni al porto di Bari. Le attrezzature non sono poi così differenti da quelle della pesca a fondo leggera ma differiscono per alcuni piccoli particolari. Da anni sono reperibili presso i negozi di pesca alcuni travi preconfezionati: ciò che viene proposto è il cosiddetto “palamaro” ossia un trave con tre piccoli braccioli a bandiera. Ad un’estremità vi è il cappio per legarlo alla girella mentre dall’altra parte il monofilo in eccesso deve essere connesso ad un piombo plastificato da 20/30 grammi. Massima scelta sulla zavorra, infatti alcuni preferiscono utilizzare le “ballerine”, ossia piombi anti-incaglio, oppure le classiche campane. Accorgimenti tali da consentire di esplorare agevolmente anche le piccole tane ricche di donzelle, tordi e piccole corvine. Lenze primordiali, che farebbero storcere il naso all’agonista più evoluto, ma rappresentano un primo step da impostare per la ricerca del pescetto da gustare in padella.



L’esca che fa da padrone è il verme coreano, da tagliare in piccoli pezzi e posizionare sugli ami già legati. Non ci sono problemi quindi durante il lancio, lo si può anche forzare leggermente. In bobina consiglio uno 0,25 perché i terminali dovranno comunque essere dello 0,20 , dato che finali più esili non reggerebbero lo sforzo dovuto all’uso di piombi di peso medio. Questa pesca è spesso itinerante, da svolgere in movimento, infatti con molta pazienza, dovremmo dapprima individuare buoni spot che abbiano una serie di anfratti sott’acqua. Molto lentamente caleremo in queste buche le nostre lenze, postazione dopo postazione avvertiremo quella più adatta.Una volta in azione occorre mantenere la canna in una posizione da ricerca, con il filo teso ad un’angolazione non superiore ai 45° dalla superficie del mare. Effettueremo una lentissima traina, con ampie pause. Di sicuro, dopo i primi movimenti, avvertiremo la scossa, quel famoso “trillo” sulla canna che fa emozionare i bambini quando insegniamo come pescare al mare! Tre, due, uno, zac! Un piccolo colpo e poi il recupero, sicuramente andato a segno con un bel saraghetto o qualche simpatico labride di passaggio.



- Pesca a galleggiante. Durante il periodo estivo il passaggio di pesce a mezz’acqua aumenta notevolmente. Boghe, occhiate e castagnole sono attive in piccoli branchi, facilmente individuabili anche ad occhio nudo quando il mare è cristallino, specie alle prime ore dell’alba. Le zone migliori dove poter approcciare un’avventura a suon di minutaglia sono: scogliera bassa e piccoli moli. Le postazioni sono comode e ancora poco affollate, prima del pienone di agosto. La “bolognesina” di 5 metri, quella corta per intenderci, è un vero e proprio jolly. Approfitteremo del suo carattere scattante per realizzare una montatura standard per il pescetto, obiettivo comune con la pesca a fondo. Si è soliti impostare un’altezza di 2,5 metri, con un trave dello 0,18, galleggiante da 3-4 grammi, tre grossi pallini, girella e terminale da 50 centimetri dello 0,16 con un amo del 12. L’esca più gradita è la polpa di scampi (nel riquadro vi è il modo corretto per innescarla ) . La pasturazione sarà a base di sfarinati da superficie, con un buon componente a base di farina di pesce o macinato di sarda. Questa, infatti, sviluppa un “puzzo” tremendo (tanto odiato dalle mogli), ma genera in acqua una nube di brumeggio dalla meccanica incredibile, regalando anche una cattura al minuto. Nelle due immagini raccontiamo l'innesco della polpa di gambero che prevede quattro fasi: prendere con le dita in gambero, tranciando la testa. Poi, sgusciarlo delicatamente. Tagliare un piccolo pezzo da inserire sull’amo, effettuando una pressione sul corpo dell’esca. Infine, calzarlo sull’amo.



Le condizioni migliori. Pescare a luglio significa affrontare le prime giornate di caldo, quando vi è ancora un po’ di calma in acqua. Il traffico dei natanti e gli schiamazzi dei bagnanti sono ancora limitati e quasi tutte le ore del giorno possono regalare catture, anche se l’alba ed il tardo pomeriggio sono i momenti più propizi. Con bonaccia ed acqua limpida è opportuno affrontare le palizzate dei porti oppure scogliere con fondali medio-bassi, dove vi sono tane riparate dalla luce dall’ingresso della luce del sole. La pesca notturna, invece, non è molto redditizia, l’attività dei piccoli pesci è calante a discapito dei predatori.

Cuciniamo la zuppa: la ricetta del "ciambotto". In Puglia siamo grandi amanti del mare, la nostra è una regione peninsulare bagnata dall’Adriatico e dallo Ionio, quindi la pesca rappresenta una delle attività economiche più importanti.



E’ tradizione cucinare piccoli pesci di scoglio secondo una ricetta tipica: il “Ciambotto” . La nostra giornata è stata prodiga di piccole boghe che ben si adattano ad un saporito piatto di mare, da gustare in compagnia. Vediamo come prepararlo:



- Mettere 2 bicchieri d’acqua in un tegame di medie dimensioni
- Aggiungere due spicchi d’aglio; un mazzo di prezzemolo; sale quanto basta; qualche pomodoro ciliegino
- Portare ad ebollizione e, nel frattempo, eviscerare i pesci.
- Immergere poi i pesci e cuocere per qualche minuto.
- Servire in un piatto il brodo condito con qualche goccia di olio extra-vergine di oliva. Riporre il pesce su un piatto separato.
- Infine, gustare il brodo intingendovi crostini di pane o pane raffermo pugliese.



Una ricetta semplice e di facile realizzazione per una serata in compagnia di amici, alla riscoperta dei sapori genuini della nostra terra pugliese. Buon appetito!!!
Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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