Pesca in Trentino sul Torrente Fersina

Nella vita di ogni pescatore c’è sempre un corso d’acqua o un tratto di mare che gli appartiene. Lo sente suo... lo ama; ne è innamorato per una serie di avventure che l’hanno coinvolto. Personalmente ho amato sia l’Ofanto che un torrente del Trentino: il Fersina. L’Ofanto è stato il primo corso d’acqua che mi ha avvicinato alla pesca in acque dolci. Il Fersina, invece, è il torrente che scorre silenziosamente vicino casa, perchè abito a meno di 50 metri in linea d’aria da esso. Lo vedo tutto l’anno, nei periodi di apertura e di chiusura. Ci pesco da marzo a settembre, quando il mutare delle stagioni cambia anche la sua fisionomia, rendendolo copioso, asciutto e di buona portata. Quest’anno ho concluso la sua esplorazione, partendo dal tratto finale (in zona APDT), passando per il tratto centrale e proseguendo in Valsugana (in zona Associazione Pescatori Fersina Alto Brenta). L’ho battuto palmo su palmo praticando lo spinning leggero. Ho accumulato tante vittorie, poche sconfitte. Ho vissuto momenti indimenticabili con catture di fario, marmorate, ibridi e qualche iridea di risalita dall’Adige. Oggi sono finalmente pronto per parlarvene: vi propongo un itinerario ricco di dettagli, da scoprire quando sarete in vacanza in Trentino. Oppure, per i locali, l’invito è a visitare prima o poi il Fersina; un torrente che ha molto da offrire per gli amanti della pesca leggera, che hanno voglia di mettersi in gioco con bei pezzi ed un ambiente incontaminato.

 

Il Fersina da Ponte Alto a Civezzano

Avete mai provato l'emozione di passeggiare o pescare in un canyon? Io si e ne sono veramente fiero. C'è un tratto del torrente Fersina che scorre alla periferia di Trento, dove il pescatore può "assaggiare" un'esperienza fuori dagli standard. Per arrivarci occorre parcheggiare l'auto nei pressi del ristorante La Gnoccata, poi scendere lungo il sentiero che costeggia il laghetto di Ponte Alto e raggiungere la centralina Enel. Da qui, con molta attenzione, si entra in acqua e si parte con l'esplorazione. Il Fersina è piccolo ma meravigliosamente incastonato tra rocce, quindi disegna una sorta di canyon abbastanza profondo che riserva incontri speciali con trote fario, ibridi e trote marmorate. In questo ambiente, che prosegue fino a Civezzano, assolutamente ricco di vegetazione e dal fascino primitivo, il pesce non è di taglia particolarmente rilevante: gli spazi sono ristretti, la profondità dell'acqua non è molto alta, quindi mancano i ripari necessari affinchè pezzi oltre i 50 centimetri possano vivere e pascolare liberamente. Tuttavia, molto spesso, l'emozione non è nelle grandi cose, bensì nelle piccole. E gli amanti dello spinning leggero, o ultraleggero, potranno gustarsi l'avventura divertendosi con canne da 2 metri, mulinelli taglia 1000/2000 e cucchiaini barbless del 4/6. Attenzione ai sentieri mentre risalite il torrente: dopo il ponte della galleria "Crozi", il Fersina è molto, molto infrascato. Raggiungere il punto massimo della zona in gestione della APDT può essere rischioso. Il cellulare non ha sempre campo, quindi avventuratevi preferibilmente in coppia, mai da soli. 

 

Regolamento APDT (anno 2018 - non aggiornato!)

Il tratto che appartiene alla Apdt di Trento è classificato come I. Parte dalla cascata di Ponte Cornicchio e sale fino a Civezzano in località Cantaghel. Si tratta di una zona in regime ordinario, con permesso giornaliero pari a 17€, che consente di sopprimere fino a 4 trote e pescare sia a spinning, sia mosca che con la classica trota torrente, ovvero al tocco. La pesca è aperta dalla prima domenica di marzo e si conclude il 30 settembre. Sono ammesse le esche artificiali e naturali, come camole e lombrico. Si pesca però sempre con amo senza ardiglione, singolo o con ancoretta. Personalmente preferisco il regime no-kill perchè questo tratto è piuttosto selvaggio, con tratti molto infrascati. Ciò significa che il pesce nasce e muore in questi ambienti, ci sono semine annuali, ma non continue; quindi vale la pena evitare di ucciderlo ed è meglio rilasciarlo nel suo ambiente naturale, perchè preservare la pescosità di uno spot è dovere di tutti. Infine c'è una limitazione per i soci APDT, che consente di effettuare fino ad un massimo di 4 uscite settimanali.

 

Il Fersina nella Bassa Valsugana

Dopo la seconda galleria che apre la strada alla Valsugana, c'è una cava e poi una piccola area di parcheggio. Lasciate l'auto e avventuratevi lungo la stradina che costeggia il torrente. Mettete i piedi in acqua e ammirate lo scenario che si staglia dinanzi ai vostri occhi. Le alture della Valsugana, il verde rigoglioso, l'acqua che scorre. Il Fersina sembra cambiato. Non è più quel torrente ingabbiato tra canyon e argini artificiali. Qui assume le sembianze di un torrente libero, che si muove pigro nella vallata e offre diverse buche o piane per lo spinning e la pesca al tocco. Man mano che si prosegue, si ha l'impressione di pescare in una terra ampia e gioiosa, dove l'antropizzazione è minima e c'è sempre qualcosa da scoprire. Come un ponte tibetano, o qualcosa di simile, che ho incontrato verso Slacche (una frazione che confina col Fersina). Come le trote dorate e dalla "carnagione" scura che ho pescato, tra un recupero e l'altro, muovendomi sia su pianori, sia su punti in cui si formavano piccole cascatelle dovute alla pendenza.

 

Regolamento UPT (non aggiornato - anno 2018)

La zona è in gestione all'Associazione Pescatori Fersina Alto Brenta, ma c'è una collaborazione attiva da anni con la UPT (Unione Pescatori del Trentino). Ho acquistato, al costo di 70€, il pacchetto di permessi della UPT che, al suo interno, contiene 5 uscite di pesca annuali. Il regolamento prevede la possibilità di pescare a mosca o a spinning, con amo singolo senza ardiglione. Le acque sono classificate come "zona B". Il periodo di apertura va dalla prima domenica di marzo e termina il 30 settembre. La pesca è aperta tutti i giorni, tranne il venerdì. Con lo stesso permesso si può pescare, nella stessa giornata, anche al Lago di Caldonazzo con le medesime tecniche. Oppure, per chi volesse spingersi più avanti, può risalire il Fersina fino in Val dei Mocheni, verso le sorgenti del torrente (vedi sotto).

 

Il Fersina da Pergine Valsugana alla Val dei Mocheni

Terminata l'esplorazione nella bassa Valsugana, dirigetevi verso la zona commerciale di Pergine (oppure l'Hotel Al Ponte - ulteriore punto di riferimento). Dieci minuti di auto e siete lì. Lasciate l'auto nel parcheggio, prendete il sentiero laterale e arrivate a pochi passi dal torrente. La zona è sempre chiamata "B" (secondo il regolamento UPT). L'acqua scorre più velocemente del tratto precedente. Il torrente si divide in due, poi riprende la sua forma originaria. Ci sono anche buche interessanti dove le trote non mancano, anzi sono spesso oggetto di "visite" da parte di pescatori al tocco. Risalendo il corso d'acqua, si costeggia l'Hotel e il campo da Golf. Il Fersina mostra una portata superiore, che può variare anche nel giro di mezz'ora (più volte mi è capitato di notare cambiamenti verso le 10 del mattino). Le trote si nascondono sotto alcuni alberi protratti in acqua, dietro i sassi oppure, come sempre, nelle pozze. Diversamente dagli altri punti succitati, qui la pesca si concentra un po' ovunque, dove trovate possibili nascondigli. 

 

Camminando per circa un chilometro, sorpassando il Palaghiaccio di Pergine, arriviamo in un punto in cui il Fersina si allarga, perde portata e disperde la sua acqua in una piana molto larga. Qui d'estate ci sono turisti e locali che cercano refrigerio e fanno il bagno. Bisogna fermarsi e spostarsi più a monte, verso Canezza, e proseguire in Val dei Mocheni. Ma si tratta di un itinerario che non tratteremo oggi, quindi non andiamo oltre. Per quanto riguarda la fauna ittica, il Fersina a Pergine Valsugana presenta trote fario di semina e trote fario più ruspanti. Sotto vedete due esempi: una fario "castana", con una livrea ben definita e una fario "dorata", con puntini neri e rossi molto marcati, pinne più pronunciate e un muso più affusolato. I pesci sono in ottima salute e combattono fino allo stremo quindi, in altre parole: canne piegate, cuore che batte a mille e tanta, tantissima soddisfazione!

 

Un itinerario fantastico, da vivere almeno una volta!

Cazzola scriveva che "lo spinning è emozione". Sono d'accordo con lui e aggiungo "lo spinning sul Fersina è emozione". Perchè è un torrente che varia la sua fisionomia, il suo carattera, la sua varietà ittica. A monte, in Val dei Mocheni, è piccolo, stretto ma ricco di pesce selvatico. Man mano che si prosegue, alterna piane e buche profonde popolate da trote fario dal carattere robusto e dai colori meravigliosi. Poi, al confine con Trento, si snoda in un canyon, regalando al pescatore esperienze senza precedenti. Infine, giunto in città, conclude il suo corso in un tratto No-Kill tra i più battuti del Trentino, paradiso di spinners e pescatori a mosca. Penso che vada vissuto almeno una volta, da turista o da habituè delle acque trentine. E chissà... forse un giorno ci ritroveremo lì, sul "mio" Fersina, il torrente che amo di più in assoluto.

Altre informazioni utili:

Associazioni di riferimento: APDT Trento Via del Ponte 2 a Ravina (TN). Telefono: 0461/930093, email: info@apdt.it

Associazione Pescatori Fersina Alto Brenta. Viale Venezia , 2/F a Pergine Valsugana. Sito internet: www.pescatorifersinaaltobrenta.it

Obbligatoria la licenza di tipo B.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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