Pesca in Trentino sul Torrente Pescara

Il tour del Trentino prosegue senza sosta, mese dopo mese. Dopo aver provato corsi d'acqua nella valle dell’Adige, in Vallagarina e in Valsugana, recentemente ho concentrato la mia attenzione sulla Val di Non, rinomata valle trentina, ricca di torrenti e laghi di impareggiabile bellezza. Ho immerso le mie lenze in uno spot che ha lo stesso nome di un importante fiume del centro-sud Italia: il Pescara. Non siamo in Abruzzo, ma c’è omonimia, quindi è come se un pezzo del mio passato fosse ancora qui con me, in Trentino; pertanto ve ne parlerò col cuore in mano, cercando di condurvi passo passo in un itinerario consigliato a tutti coloro che desiderano vivere una vacanza di pesca nel pieno senso della parola. Cercherò di farlo con dovizia di particolari, trasmettendovi parte delle emozioni vissute a contatto con la natura. Allacciate le cinture, si parte per la Val di Non!

 

Il torrente Pescara e regolamento. Il Pescara è un torrente di montagna che sorge in Alto Adige e sfocia nella Diga di Santa Giustina, in Val di Non, Trentino. Presenta acque incontaminate, ricche di trote fario e delle prestigiose trote marmorate che, in alcuni tratti, raggiungono anche buone dimensioni. Le acque sono molto veloci e l’ambiente è alquanto rustico, determinando l’impressione di pescare molto “into the wild” (per citare il film di Sean Penn). Il tratto scelto è il NKP, cioè Pescara No Kill, gestito dall’Associazione Pescatori Val di Non. Parte dall’imbocco del torrente nella diga di Santa Giustina e prosegue a monte per circa tre kilometri. In questo contesto è consentita la pesca a spinning o la pesca a mosca.  

C’è poi un altro tratto, a regime ordinario, che arriva fino al confine con l’Alto Adige, dove è possibile trattenere il pesce e pescare con le esche naturali (camole, verme, larve di insetti) oppure a spinning e pesca a mosca. Arrivare sul tratto NKP è alquanto semplice: dopo aver attraversato il ponte che a Cagnò sovrasta sul Pescara, basta parcheggiare sulla piazzola laterale, lasciare l’auto e scendere al livello della centralina idroelettrica sotto il ponte. Le sponde sono un po’ ripide e infrascate, ma in alcuni punti l’accesso al torrente è abbastanza facilitato. È obbligatorio l’uso di waders o cosciali, perché per muoversi da un lato all’altro del torrente sarà necessario entrare in acqua.

 

Il permesso giornaliero  in regime no-kill ha un costo di 22€, mentre scende a 16€ per il regime ordinario con possibilità di catturare fino a 5 trote. Come detto prima, il pescatore che esercita il no-kill deve pescare con esche artificiali (minnow – rapala – cucchiaino) con amo singolo senza ardiglione oppure a mosca, sempre con amo senza ardiglione. In regime ordinario, invece, si può pescare con ancoretta, doppio amo o amo singolo con ardiglione e, inoltre, si può trattenere il pescato. Inoltre, il pescatore che esercita no-kill potrà muoversi nella stessa giornata in altre acque dell’Associazione Pescatori Val di Non sempre a prelievo nullo (Torrente Barnes, Torrente Noce o Torrente Sporeggio). Lo stesso dicasi per il regime ordinario. Non è possibile, invece, pescare con due permessi diversi nello stesso giorno.

 

Battuta di pesca sul torrente Pescara in Val di Non, zona NKP. Quando sono arrivato sullo spot alle 7.30 del mattino, in Val di Non regna la pace, il silenzio e il profumo dell'avventura. L’acqua del Pescara scorre veloce sotto il ponte e l’ambiente incontaminato lascia subito presagire una grandiosa giornata di pesca. Il torrente non è largo, anzi in alcuni punti è stretto, ricco di correntine, rapide, piccole cascatelle che rendono molto avvincente lo spinning o la battuta di pesca a mosca. Decido di affrontarlo con una 2 pezzi da 2 metri e mulinello taglia 20, monofilo dello 0,18 e cucchiano Panther Martin barbless del n°6 . Credo sia la migliore soluzione per concedere un po’ di vantaggio al pesce, impostando quindi una sorta di spinning light per ambienti ristretti, ricchi di trote ruspanti. Mi immergo nel Pescara e scendo un po’ a valle, prima del ponte. Poi inizio la risalita tra i massi e lo scrosciare delle acque. I primi lanci riservano belle sorprese: fario di piccola taglia ma dall’animo combattivo, che si sganciano sottoriva per i numerosi salti e l’amo senza ardiglione; ibridi e altre fario che, invece, aggrediscono il cucchiaino con maggiore convinzione e riesco a portare a terra per la foto di rito, cercando di causare il minimo stress. La risalita continua e, passato il ponte, mi ritrovo in un tunnel di alberi dove sono un tutt’uno con la natura circostante.

 

Altri lanci, altri spettacolari inseguimenti e poi, finalmente, una trota più corpulenta, che mi dà parecchio filo da torcere perché si intrufola in una buca, costringendomi a rocambolesche acrobazie con la canna per riuscire ad avvicinarla al guadino. Ricaricate le energie, continuo a camminare e mi sposto in un punto in cui il torrente è più lento, grazie ai lavori di sistemazione delle sponde che l’hanno reso meno impervio e ripido. Qui catturo altre trote selvatiche di pezzatura discreta, che si dimenano come leoni dopo esser cadute nel tranello. Il Pescara continua a sorprendermi perché, lancio dopo lancio, mi rendo conto di essere in un vero e proprio paradiso dello spinning, dove non è concesso sbagliare, ma il torrente ripaga gli sforzi concedendo ottime catture. Sono arrivate le undici, piove, non voglio rischiare. Approfittando di una breve pausa della pioggia, mi spingo ancor più a monte dove cerco la trota più bella della mattinata. Effettuo qualche lancio verso un grosso masso che genera una pozza interessante. Primo tentativo, nulla. Secondo, nulla. Al terzo, improvvisamente, una trazione spaventosa piega la piccola canna da spinning quasi fino al manico. Vedo saltare una bella fario autoctona, sui 35 centimetri, che si esibisce in capriole fuor d’acqua, per continuare la sua fuga tra la corrente. Allungo il braccio sinistro fino all’estremo e, dopo un’estenuante tentativo di recupero, riesco a farla entrare nel guadino. Tre… due… uno… ciak! Scatto la foto ricordo e libero l’ultima trota del Pescara, un torrente che mi ha lasciato davvero senza parole per la sua ottima pescosità e la ricchezza ittica preservata al meglio, grazie al lavoro dell’Associazione Pescatori Val di Non. 

 

Vacanza di pesca in Trentino all’Albergo Cavallino Bianco di Rumo. Durante la fantastica esperienza di pesca in Val di Non, ho soggiornato all’ Albergo Cavallino Bianco di Rumo, un paese di montagna al confine con l’Alto Adige. La struttura, un albergo tre stelle di proprietà della famiglia Fanti-Fedrigoni, è uno splendido esempio di gestione familiare attenta alle esigenze del cliente, sia esso un pescatore o un classico turista che desidera rigenerarsi nella magnifica cornice delle Maddalene. Sorge a Marcena, una delle frazioni che compongono Rumo. È dotato di 25 camere accoglienti e spaziose, offre servizio bar, ristorante, miniclub, sala conferenza, angolo relax con un’ampia piscina riscaldata interna con spazio esterno, idromassaggio su terrazzino, un moderno centro benessere con sauna, bagno turco e molto altro ancora. Il servizio ristorante prevede piatti caldi e freddi a buffet per il pranzo, mentre alla sera ci si può deliziare il palato con cene a base di pietanze tipiche del Trentino. Per i pescatori con bambini e consorte al seguito, l’Albergo Cavallino Bianco conta di un miniclub dove i piccoli possono giocare e divertirsi. Mentre papà è a pesca, mamma può approfittarne per fare una visita al pezzo forte della struttura: piscine e  centro benessere, dove abbandonare i propri pensieri e rigenerarsi soli oppure in coppia, dopo una pescata lungo le rive del Pescara. Un bagno in piscina, qualche minuto di idromassaggio all'aperto con vista sulle montagne della Val di Non, poi un percorso fatto di sauna finlandese, bio sauna, bagno turco, doccia emozionale e relax sdraiati assaggiando un'ottima tisana depurativa. È proprio questo il "dopo-pesca" che ho vissuto in Albergo assieme a Marina, mia moglie, ritratta nelle foto sottostanti.

 

Albergo Cavallino Bianco: una Trentino Fishing Lodge per il pescatore moderno. L’ offerta ricettiva del Cavallino Bianco non finisce qui! L'albergo appartiene alle Trentino Fishing Lodge: trattasi di una classificazione specifica per quelle strutture che vantano servizi specifici per pescatori come sveglia e colazione anticipata (vedi foto sopra), deposito materiale da pesca in apposita stanza con chiusura a chiave, possibilità di congelare il pescato, acquisto del permesso di pesca direttamente in albergo e mappe o cartine della zona. Ho avuto modo di saggiare questi servizi uno per uno, curati meticolosamente e organizzati con la massima dedizione, ottenendo un’ottima impressione, nonostante le mie rigide esigenze da reporter professionista. Non sono servizi di poca importanza, anzi ci consentono di vivere una bella vacanza di pesca senza dover rinunciare alla dimensione alieutica, perché dal Cavallino Bianco il pescatore sportivo è sempre il benvenuto. Per saperne di più, visita www.cavallinobiancorumo.it

 

Servizio guide di pesca e offerte speciali per la pesca in Trentino. Tra gli altri servizi a disposizione del pescatore c’è anche la guida di pesca, ovvero è possibile prenotare un’uscita sul lago o sul torrente in compagnia di un istruttore federale FIPSAS accreditato, al costo di 70€ a persona per 4 ore. L’istruttore effettuerà un briefing preventivo, guiderà l’ospite sullo spot, lo aiuterà nella realizzazione della lenza, fornirà tutte le dritte necessarie per una proficua battuta di pesca a spinning, pesca a mosca, trota torrente, sia in regime ordinario che no-kill. Il servizio è una carta in più per chi vuole andare sul sicuro e non conosce le acque del Trentino. L’Albergo Cavallino Bianco ha inoltre pensato ad un’offerta specifica per noi pescatori, ideale per chi vuole unire la pesca, il benessere e il relax, da soli o con la propria moglie/fidanzata.  Col pacchetto “Pesca in Trentino” vivrete una vera e propria vacanza di pesca di 2 notti, durante la quale sarà possibile sfruttare la posizione strategica di Rumo per esplorare il torrente Pescara, il torrente Lavazzè, il fiume Noce o i laghi della Val di Non. Dopo l’uscita mattutina, potrete riposarvi nel centro benessere in compagnia della dolce metà o di un amico pescatore. E alla sera, invece, sarà possibile restare a cena in Albergo con un piccolo supplemento. Scoprite l'offerta di più cliccando sul link: http://www.cavallinobiancorumo.it/it/offerte-val-di-non-wellness/offerte-hotel-trentino/pesca-in-trentino_6313_ido/

 

Conclusioni. Il soggiorno in Val di Non, lungo del rive del torrente Pescara e nelle camere dell'Albergo Cavallino Bianco si è concluso. Un po' troppo presto, per un pescatore romantico come me che vive la pesca con un'etica e filosofia sempre più rara, tale da averla elevata a ragione di vita. Vorrei tornarci, anzi certamente rimetterò piede a Rumo in tarda estate, a settembre, prima della chiusura della pesca alla trota. Voi dovreste farlo prima, le trote del Pescara e la magnifica accoglienza del Cavallino Bianco vi aspettano. 

Al prossimo itinerario!

Altre informazioni utili:

Associazione di riferimento e permessi di pesca: Associazione Pescatori Val di Non, corso Dante, 30 a Cles (TN). Telefono: 348 770 1319 (presidente Marco Gilli). Email: presidente@pescatorivaldinon.it

Struttura consigliata: Albergo Cavallino Bianco a Rumo (TN), fraz. Marcena, tel. 0463-531040, email: info@cavallinobiancorumo.it

È obbligatorio essere in possesso della licenza di tipo B.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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