Pesca sulla Fossa di Caldaro in Trentino
Spesso c'è un'associazione mentale tra il Trentino e lo spinning in acque correnti. Effettivamente è così: le acque trentine ben si prestano per la pratica della pesca a recupero con esche artificiali. Tuttavia, in alcuni angoli della provincia di Trento, magari meno conosciuti e meno blasonati, è possibile incontrare veri e propri paradisi per i "colpisti" come me. Per colpisti intendo coloro che amano la disciplina della pesca al colpo, ovvero che praticano la pesca con la canna fissa, con la bolognese e la roubaisienne. Oggi vi presento un itinerario insolito, ricco di pesce (beh, come sempre del resto...), che può essere affrontato in vario modo. Concentreremo la nostra attenzione sulla pesca al colpo, perchè qui di opportunità ce ne sono tante e vale la pena fare una passata nel vero senso alietico, magari con la canna fissa o a bolognese. Benvenuti alla Fossa di Caldaro!
Pesca sulla fossa di Caldaro in Trentino. La fossa di Caldaro è un corso d'acqua artificiale che collega il lago di Caldaro, in provincia di Bolzano, al fiume Adige. Un tempo era impiegato per il trasporto di materiali mediante piccoli natanti. Oggi funziona, perlopiù, come canale scolmatore del lago. Ha un'ampiezza delle sponde variabile, che va dai 12/15 metri nei tratti più larghi (zona in ci ho effettuato il servizio fotografico), fino ai 7/8 metri nei punti più ristretti. Le sponde sono abbastanza ripide ma comunque regolari. La profondità media della Fossa di Caldaro è di mezzo metro. La vegetazione è rappresentata da cannucce palustri ed erbacce che proliferano in primavera. I pesci presenti sono molteplici: scardole, gardon, carassi, carpe, tinche, cavedani, alborelle, lucci e persici. C'è un po' di tutto e questo è dovuto alle acque temperate, che non subiscono particolari sbalzi in inverno e d'estate si mantengono comunque fresche.
I periodi migliori per la pesca sono rappresentati dai mesi primaverili e autunnali. D'estate fa molto caldo. D'inverno, specie nelle giornate ventose, la Fossa di Caldaro è sferzata da venti gelidi che rendono difficile l'azione di pesca. Le prede più comuni e costanti restano le scadole e i gardon, anche di grossa taglia. Cavedani e carassi sono più rari perchè più complessi da pescare. Tinche e carpe non mancano, ma l'incontro con questi pesci è abbastanza raro. Forse a feeder sarebbe tutto diverso, ma per il momento concentriamoci sul regolamento e poi approfondiamo l'azione di pesca alla passata, un classico tutto italiano.
Regolamento. La pesca al pesce bianco in fossa è ben regolamentata. È consentito l'uso di ami senza ardiglione e si può pescare con mais, lombrico o altre esche, ad eccezione del bigattino. La fossa di Caldaro è l'unico corso d'acqua in Trentino dove è ammessa la pasturazione. Si può pescare con massimo mezzo chilo di sostanze vegetali. Quindi potete impiegare la classica pastura al pastoncino giallo, oppure se vi è più comodo, lanciate pure chicchi di mais per far avvicinare scadole, cavedani e carassi. Il permesso giornaliero ha un costo di 12€ e vale per tutto il tratto della Fossa di Caldaro (da Roverè della Luna alla confluenza con l'Adige), per le acque stagnanti (qualsiasi lago in concessione alla APDT), per le altre fosse, come quelle di Ravina e Romagnano.
Tanto divertimento col pesce bianco. La pesca a bolognese e la canna fissa sono state le protagoniste del servizio fotografico realizzato per la Fossa di Caldaro. Io e l'amico Giovanni, caro fan di Pescanet, abbiamo pescato con fisse da otto metri e bolognesi da sei metri, applicando la tecnica della passata: lancio a monte, lasciamo scorrere il galleggiante, trattenuta e abboccata sul più bello. La pasturazione, dapprima pesante e poi più leggera, ha avvicinato una moltitudine di pesce, anche minutaglia. È stato necessario un cambio di strategia, per ottenere risultati di qualità. Infatti, impiegando i chicchi di mais, rispetto al lombrico, abbiamo selezionato meglio la taglia, concentrandoci su prede di una stazza maggiore come cavedani, carassi, scardole e grossi gardon. Per quanto concerne la montatura, abbiamo pescato con galleggianti da 2/2,5 grammi e con spallinate molto strette, concentrate in 10 centimetri di lenza e terminali di 20 centimetri massimo, dello 0,12 con ami del 12/14 a gambo corto. A fine pescata contavamo più di una ventina di prede, tutte di taglia rispettabile, restituite al proprio ambiente. In conclusione potremmo dire che la Fossa di Caldaro è uno spot che, in periodi di chiusura della pesca alla trota, o quando ci viene voglia di pesce bianco, può diventare una palestra con cui fare pratica in regime no-kill, senza doversi necessariamente dirigere in carpodromi o laghetti a pagamento.
Al prossimo itinerario, sempre su Pescanet!