Spinning al cavedano sul fiume Basento
Da tempo, sul mio calendario di pesca, avevo pianificato un'uscita a spinning sul fiume Basento. Un nuovo obiettivo per me: il cavedano. Quando ero un ragazzino ero solito insidiare questo pinnuto pescando alla passata, utilizzando bigattini o lombrichi, ma di recente ho piacevolmente scoperto che è altresì un astuto predatore. Musica per le orecchie di un “malato” di spinning come me! Fino a poco tempo fa, associavo lo spinning in “fresh water” solo al black bass, al persico reale, al Luccio e alla trota... Non avrei mai immaginato di catturare con le esche artificiali un ciprinide, al tempo predatore. Proprio così, il cavedano appartiene alla stessa famiglia delle pacifiche carpe, ma a differenza di quest'ultime, assume anche comportamenti da vero e proprio cacciatore.

Il cavedano. Molto diffuso nelle nostre acque, presenta un corpo allungato e tondeggiante, coperto da robuste scaglie di color grigio tendente al dorato. La testa è grossa e larga, ma ha un apparato boccale piuttosto piccolo sprovvisto di denti, con labbra molto carnose e resistenti. Si potrebbe dire che i cavedani sono gli unici pesci da spinning che restano sempre in circolazione, infatti neanche l'inverno li ferma, ma ovviamente ne riduce notevolmente il numero. La primavera e l'estate sono senza dubbio i momenti più indicati per insidiarli, in quanto il cavedano diventa particolarmente aggressivo a causa della scarsa alimentazione invernale. Generalmente questo ciprinide vive in acque a corrente moderata, ma non esiste una regola ben precisa poichè lo si trova anche in acque ferme, come ad esempio nei laghi.
Il fiume Basento. Lo spot selezionato per una nuova battuta di spinning è il fiume Basento: per essere più precisi, mi sono diretto all' altezza dello scalo di Ferrandina. Con i suoi 149 km, è il corso d'acqua più lungo della Basilicata e quindi il più lungo fra i fiumi italiani che sfociano nel Mar Ionio. Il fiume ha regime esclusivamente pluviale con piene abbastanza imponenti in autunno e in inverno e magre accentuatissime in estate. Oltre ai problemi di esondazioni invernali dovute al bacino ristretto e di notevole magra nei mesi caldi, anche l'uomo ha dato e continua a dare il suo contributo per la devastazione del fiume Lucano. Infatti, circa un anno fa, le analisi effettuate da laboratori incaricati con prelievi in Val Basento, hanno messo in luce la presenza di valori oltre i limiti fissati dalle leggi per gli idrocarburi nei sedimenti e nelle acque, con percentuali oltre i limiti fissati dalla normativa per i metalli pesanti. I risultati hanno evidenziato una massiccia presenza di rame, alluminio ,cadmio e azoto nitrico e nitroso. Una conferma per nulla inaspettata per gli abitanti della zona, testimoni di numerose morie inspiegabili di fauna ittica e di strane schiume maleodoranti lungo le rive del corso d'acqua. Gli abitanti, a fronte di un'emergenza ambientale senza paragoni, hanno visto un seguito alle loro innumerevoli denunce troppo spesso terminate nell'indifferenza più totale delle istituzioni, che dovrebbero tutelare l'ambiente e la nostra salute. Sulla base di quanto riportato dalle analisi, è auspicabile un controllo reale e più severo sugli scarichi inquinanti in Val Basento e sull’attività di diverse industrie che scaricano e/o trattano reflui inquinanti nel fiume. Nonostante questo, nonostante la pressione umana fuori da ogni limite di legge, il cavedano è tra i pesci maggiormente diffusi. La sua presenza è abbastanza massiccia, infatti tollera senza problemi le acque a scarso contenuto di ossigeno. Non a caso,viene definito da molti “lo spazzino dei fiumi” in quanto si ciba di tutto ed anche in prossimità di scarichi o canaletti. Siamo fortunati ad averlo altrimenti il Basento sarebbe un fiume biologicamente morto.

Come pescare il cavedano a spinning. Veniamo al cuore della tecnica. Utilizzeremo un'attrezzatura leggera o medio-leggera con canna da 1,80 a 2.10 metri e mulinello da 1000 a 2000 caricato con un buon 0.16. La scelta dell'artificiale non sarà difficile e ricadrà sicuramente su piccoli rotanti orientandoci su misure comprese tra 0 e 3 (come in foto). Per quanto riguarda le colorazioni, ci si può sbizzarrire liberamente. Personalmente prediligo cucchiaini argentati o dorati, in quanto emettono lampi di luce che imitano alla perfezione i colori di piccoli pesci foraggio in fuga. Il fondale del Basento in questo tratto è sassoso, ma non completamente pulito e nel periodo estivo è ricoperto in buona parte da alghe filamentose o da erbe. La profondità è molto ridotta, si va dal metro fino a pochi centimetri, quindi non sono presenti particolari tane o buche. I cavedani si trovano più facilmente sul filo della corrente,dietro qualche piccolo ostacolo formato da rami o massi. Possiamo lanciare il rotante sia al centro del fiume vicino ai “correntini” oppure nei “salti di sabbia”, ma anche nel sottoriva parallelamente alla sponda e recuperando piuttosto velocemente. L'indole predatoria del cavedano lo porta a sostare anche nelle zone del sottoriva ombreggiate dai rami, dove resta in agguato, in attesa che qualche malcapitato insetto possa cadere in acqua. Se notate un bel branco di alborelle, non esitate a lanciare il vostro artificiale, potrebbe essere l'ideale per tentare la sua cattura. Cerchiamo di essere molto discreti ed evitare qualsiasi rumore, il nostro predatore è tra i pesci più diffidenti e sospettosi e al minimo segnale di pericolo fuggirà in un batter d'occhio. La sua cattura è molto divertente ma per nulla scontata! E' un pesce particolarmente combattivo e furbo, infatti dopo la ferrata cerca rifugio in qualche buca e sfrutta la corrente a sua favore per tentare di spezzare la nostra lenza. Terminato il combattimento,cerchiamo di avere cura del pesce bagnandoci le mani prima di procedere alla slamatura che sarà molto delicata e attenta a non danneggiare le sue possenti labbra.

Catch & release. Dopo la foto di rito, rimettiamo il cavedano in acqua tenendolo per qualche secondo fermo con la testa in direzione della corrente. In questo modo l'acqua scorrerà all'interno delle sue branchie e avremo così ossigenato la nostra cattura nel migliore dei modi prima di lasciarla libera di tornare nel suo habitat. Praticare un corretto Catch & Release è fondamentale per la tutela dei nostri amici pinnuti. Purtroppo sono già in troppi a non avere scrupoli e a voler distruggere il fiume Basento; almeno noi pescatori dovremmo sentirci in dovere di fare la nostra parte praticando una pesca sana e corretta,cercando di diffondere con decisione la cultura del rispetto della preda e dell'ambiente.