Pesci di Arezzo-a cura dell' ittiolo Stefano Porcellotti

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Cavedano
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Pesci di Arezzo-a cura dell' ittiolo Stefano Porcellotti

Messaggio da Cavedano » 10/10/2017, 6:09

L’ ittiologo Stefano Porcellotti (http://www.ittiofauna.org/) ci illustra la situazione della fauna ittica della provincia di Arezzo
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Situazione Attuale cioè nel 2017
Nelle acque della provincia di Arezzo, con poche eccezioni dovute ai ripopolamenti, si può senz'altro asserire che le specie meno tolleranti e le migratrici obbligate o sono scomparse o hanno notevolmente ridotto la loro presenza, mentre le più adattabili, tra cui parte di quelle introdotte, si sono andate spesso affermando in maniera esplosiva contribuendo a danneggiare ulteriormente le prime. La situazione attuale delle 20 specie ittiche, autoctone o di antica introduzione, alle acque interne della provincia di Arezzo si presenta abbastanza compromessa:
1) Trota Macrostigma = estinto o rarissimo
2) Ghiozzo Etrusco = in via d’estinzione o gravemente minacciato
3) Scazzone = estinto o rarissimo
4) Cavedano Etrusco = gravemente minacciato
5) Barbo Canino = non è mai stato presente, un errore dei primi campionamenti che chiamavano così i B, tyberinus giovani,
6) Barbo Tiberino = gravemente minacciato
7) Rovella = gravemente minacciato
8) Vairone = gravemente minacciato
9) Lasca* = gravemente minacciato

10) Cobite = gravemente minacciato
11) Savetta* = raro o minacciato
Il Barbo Comune (12), il Persico Reale* (13) ed il Luccio (14), sono in forte sofferenza ma possono essere supportati mediante semine.

La presenza dell’anguilla (15), vista la mancanza di scale di monta nei principali bacini idroelettrici, dipende esclusivamente da periodiche reimmissioni.

Vista la mancanza di idonei quartieri riproduttivi, la presenza di Tinca (16) e Carpa* (17) dipende fortemente da semine di materiale allevato in cattività.
Godono di ottima salute soltanto Scardola (18) e Alborella* (19) e Cavedano Comune (20).

Tra le specie alloctone vi sono invece casi d’esplosioni numeriche a carattere infestante come nel caso del Carassio, del Carassio Dorato e del Pesce Gatto Nero.

Il Boccalone o Persico Trota si è perfettamente acclimatato e minaccia la sopravvivenza di molti elementi della fauna autoctona protetta (Tritoni, Salamandre ecc.).
La Trota Fario è stata immessa in quantità talmente esagerata da essere la causa principale della sofferenza delle altre specie ittiche di torrente.
Esistono anche segnalazioni (da verificare sulla presenza nei tratti inferiori dell’Arno di esemplari di Lucioperca (Stizostedion lucioperca), di Abramide (Abramis brama) e di Rutilo (Rutilius rutilus), sono inoltre presenti esemplari di Siluro d’Europa (Silurus glanis) nel bacino artificiale di Levane.
A tutela delle specie autoctone sarebbero auspicabili i seguenti provvedimenti, in parte già accolti dall’amministrazione provinciale:
a) Viene sospesa l’immissione, abolito ogni periodo di divieto e la misura minima per il Persico Trota o Black Bass o Boccalone (Micropterus salmoides);
Rimozione intensiva per il Carassio (Carassius carassius), Carassio Dorato (Carassius auratus) e Pesce Gatto Nero (Ictalurus melas);
c) divieto di trasporto e detenzione, nel territorio provinciale, di esemplari vivi di pesci non appartenenti alla fauna autoctona e non utilizzati per scopi ornamentali (acquaristica);
d) divieto di introduzione, nelle acque pubbliche e nelle private collegate della Provincia di Arezzo, di specie ittiche estranee alla fauna indigena, vietandone l'immissione nelle acque pubbliche e nelle private collegate, ai sensi della 92/43/CEE, art. 22 par. b;
e) è consentita l’introduzione di specie ittiche estranee alla fauna indigena soltanto in acque private non collegate, a scopo alieutico, ornamentale o alimentare, ai sensi della 92/43/CEE, art. 22 par. b;
f) operare un censimento di tutti gli specchi d'acqua privati utilizzati a scopo di pesca sportiva ed effettuare controlli sulle specie ittiche presenti.
g) viene vietata ogni forma di cattura o di uccisione intenzionale di individui di Cavedano Etrusco (Squalius lucumonis), Scazzone (Cottus gobio), Cobite Comune (Cobitis taenia), e di Ghiozzo Etrusco (Padogobius nigricans), il divieto potrà essere rimosso se e quando si sia verificato un cospicuo aumento numerico di dette specie;
vengono vietati: la detenzione, il trasporto, il commercio, lo scambio e l'offerta a fini di vendita o di scambio, di individui di Cavedano Etrusco (Squalius lucumonis), Scazzone (Cottus gobio), Cobite Comune (Cobitis taenia), e di Ghiozzo Etrusco (Padogobius nigricans), prelevati in natura;
i) viene vietata la perturbazione intenzionale delle specie Cavedano Etrusco (Squalius lucumonis), Scazzone (Cottus gobio), Cobite Comune (Cobitis taenia), e di Ghiozzo Etrusco (Padogobius nigricans), segnatamente durante il periodo riproduttivo;
l) sono consentite deroghe alle disposizioni precedenti soltanto per considerazioni legate alla salute dell'uomo e alla sicurezza pubblica, dopo aver sentito una apposita commissione di esperti, o ad altre ragioni imperative d'interesse pubblico superiore.


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