Pesca No Kill fanatica.......

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Cavedano
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Pesca No Kill fanatica.......

Messaggio da Cavedano » 25/04/2016, 7:02

foto in http://www.pescambiente.blogspot.it/201 ... ci-su.html

Da un molto tempo sento sempre più montare, sulle riviste cartacee e nelle discussioni online, una sorta di fanatismo del No Kill con anche qualche “tentativo di cavalcare l’onda” da parti di giornalisti di pesca di cui ho fatto parte dal 2000 al 2008 scrivendo per le riviste della fallita editoriale Olimpia e precisamente per PESCARE ed il peccatore, Ops il Pescatore con anche 50-60 pagine ingombro che coi 2000-2500 euro che incassavo mi sostenevano le spese di pesca non intaccando sul bilancio famigliare basato sullo stipendio di 2 operai. Sembra che pescare No Kill con amo singolo e senza ardiglione sia rispettare il pesce ma soprattutto diventi il mezzo principale per salvare la pesca nei futuri anni.
Per rispettare il pesce BASTA NON ANDARE A PESCA!!! Lo facciamo, ci piace amen… ma non tiriamo fuori alibi per tacitare la nostra parte ecologica. Personalmente faccio Kill sulle trote e sui persici reali di buone dimensioni (le iridee tutte!!) e rilascio altri pesci anche se 2 anni fa i vicini mi hanno talmente rotto le scatole di fare una mangiata di pesce di acqua dolce che ho trattenuto dei barbi e dei cavedani presi nei 2 giorni precedenti

. Intanto nei movimenti ambientalisti del nord Europa stà prendendo piede la filosofia che si vada a pesca per mangiare il pesce e non per bucarlo, stressarlo ecc ecc e poi liberarlo per magari riprenderlo.

Nel mondo succedono cose che pensare ad attuare SOLO queste pratiche mi sembra come dare una aspirina ad un malato di raffreddore e allo stesso tempo di tumore senza pensare a questa ultima malattia.
Vi porto solo alcuni esempi che sono minima parte di ciò accade nel mondo e che sono la causa del declino ittico oltre che ambientale della terra: in Siberia per più di 30 anni, l'acqua è stata deviata dal Amu-Darya e dai fiumi di Syr-Darya che alimentano l’Aral, per irrigare milioni di acri di terra per produzione del riso e del cotone in Asia centrale.
Ciò ha causato una perdita più di più del 60% dell'acqua del lago.

Il lago ha ristretto oltre da 65.000 chilometri quadrati a meno della metà di quella grossezza.
La concentrazione nel sale del lago è aumentato da 10% a più di 23%, contribuendo alla devastazione di un'industria della pesca una volta prospera. Il clima locale secondo come riferito è cambiato, con le estati più calde e più asciutte ed inverni più freddi e più lunghi. Mentre l'acqua si è ritirata, il terreno salato è rimasto sulla base esposta del lago.


Le tempeste della polvere sono scoppiate annualmente a 75.000 tonnellate di questo terreno esposto, disperdendo le relativi particelle del sale e residui dell'antiparassitario.
Questo inquinamento atmosferico ha causato malanni nutrizionali e respiratori diffusi ed i rendimenti del raccolto sono risultati diminuiti dalla salinità aggiunta, anche in alcuni degli stessi campi irrigati con acqua deviata. Fino ai tardi anni 60, più di 3.000 pescatori hanno pescato nelle acque ricche intorno a Muynak, catturando e lavorando circa 22 specie commerciali differenti di pesci, compreso la carpa, l'abramide, il luccio-perca, il triotto, il barbo e una varietà locale di storione.
Oggi, ci sono nient'altro che 250 pescatori nell'intero distretto intorno a Muynak.

Le dighe nel mondo (oltre 45mila di cui 40 alte oltre 150 metri) sono indispensabili, anche se i benefici che portano, accanto ai problemi di sicurezza, hanno un rovescio della medaglia: l'impatto sull'ambiente e sulle popolazioni. Tanto che gli ambientalisti denunciano che la costruzione di molte di esse ha determinato distruzione di ecosistemi, siti archeologici e naturalistici, diffusione di malattie.
Giganteschi progetti di dighe in Cina, in India o in Turchia mettono in crisi interi ecosistemi e acuiscono la già difficile situazione politica. Anche in Svizzera in passato si è combattuto per grandi progetti di questo tipo (Greintal, Urserental).
Le dighe costruite in Cina lungo il Mekong sarebbero la causa delle improvvise oscillazioni della portata del fiume registrate in tempi recenti.



A sostenerlo sono le analisi effettuate dalla Commissione intergovernativa per il fiume Mekong (Mrc), un organismo internazionale cui la Cina ha rifiutato di aderire, che ha inviato una richiesta formale al governo cinese per avere spiegazioni riguardo l'attività delle dighe.
Il fiume Mekong è lungo circa 4500 chilometri ed è di vitale importanza per i paesi dell'Asia sud-orientale, come Cambogia, Tailandia e Laos, in quanto fornisce una enorme riserva di pesce e di acqua per l'irrigazione delle terre coltivate vi sono progetti per ben 11 dighe,.

Durante la stagione dei monsoni il Mekong, in passato, inondava gran parte delle terre e questo arricchiva la fertilità del suolo e favoriva la riproduzione di molte specie di pesci.
Secondo le statistiche effettuate dall'Mrc a partire dal 1993, in concomitanza con la costruzione della prima diga di Manwan in Cina, il Mekong ha cominciato a diminuire la portata delle acque.
Successivamente nel 2003 la situazione si è ulteriormente aggravata con la costruzione della seconda diga cinese di Dachaosan.

"Anche quest'anno la pesca nel fiume è stata estremamente povera", ha detto al settimanale New Scientist Eric Baran, il portavoce del centro di ricerca internazionale Worldfish.
Le modificazioni che l'uomo sta introducendo nell'ambiente hanno ormai da tempo superato la soglia dell'irreversibilità. Si calcola che ogni anno vengano immesse nella biosfera 250.000.000 di tonnellate di prodotti organici di sintesi, tra cui 2.000.000 di tonnellate di pesticidi, categoria in cui si concentrano le sostanze più tossiche e persistenti.
Tra il 1980 e il 1985 i consumi di pesticidi sono incrementati del 19,5% e sono in continuo aumento.
Ed ai disastri ecologici causati dall’affondamento di petroliere non ci pensiamo?

Le diminuzioni nell'ozono totale sono state di maggior entità negli anni Ottanta rispetto agli anni Sessanta o Settanta, con perdite nello spessore di ozono del 50% o anche più nel settembre 1987 sopra un'area avente all'incirca la dimensione del continente antartico.

L'impoverimento do ozono nell'emisfero sud durante le primavera del 1989 ha eguagliato il buco dell'ozono record del 1987. Dall'inizio dell'agosto 1989 il contenuto di ozono totale è andato diminuendo dell'1,5% circa al giorno fino a raggiungere il 5 ottobre, un valore minimo del 45%.
La dimensione del buco di ozono e l'entità dell'impoverimento variano di in anno in anno, a seconda della temperatura e del regime del vento polare. La diminuzione maggiore si riscontra in condizioni di vortice polare indisturbato (la forte circolazione atmosferica centrata sull'area polare) e di temperature particolarmente fredde. Le perdite di ozono sono concentrate nella stratosfera più bassa tra i 12 e i 25 km.

La diminuzione dell'ozono totale si arresta ai primi di ottobre, ma i bassi valori residui persistono fini alla rottura finale del vortice polare in novembre, quando viene introdotta da latitudini più temperate aria contenente più ozono. Si ritiene che la temperatura media del pianeta sia aumentata di circa 0,6°C dal 1861. Inoltre, sulla base delle tendenze attuali di emissione dei gas serra, vi è la stima di un ulteriore aumento della temperatura terrestre tra 1,4 e 5,8°C nel periodo fra il 1990 e il 2100.
Il conseguente cambiamento climatico comporterà delle implicazioni estremamente significative a carico della salute dell’uomo e dell’integrità dell’ambiente. Il clima infatti influenza fortemente l’agricoltura, la disponibilità delle acque, la bio diversità, la richiesta dell’energia (ad esempio per il riscaldamento o il raffreddamento) e la stessa economia.

Le foreste provvedono ad un habitat di vitale importanza per migliaia di animali, uccelli, e piante che non si trovano in nessun'altro posto nel Pianeta. In particolare , le foreste tropicali e le foreste temperate, è dimostrato che sono la principale ricchezza di bio diversità.
Ma se si continua con questo ritmo queste ricche foreste scompariranno velocemente dalla faccia della terra, sempre per mano degli umani. Ogni secondo, ogni giorno, un pezzo di terra grande come un campo da calcio viene depauperato e reso inaccessibile.

Questo vuol dire che 86.400 campi da calcio o più di 31 milioni di campi da calcio ogni anno subiscono il disboscamento per mano umana.
E se scompaiono le foreste, così scompariranno anche gli animali, gli uccelli, e le piante che vi abitano - con drammatici cambiamenti di aspetto e clima del Pianeta. Certamente tutti ci siamo accorti dei cambiamenti climatici anche dell’ Italia con grossi periodi di siccità come nel 2003 mentre nel 2002 si sono verificate grosse alluvioni.

Non si può dire “Noi facciamo qualcosa nel nostro piccolo! E perciò attuiamo il No Kill ecc ecc” quando ognuno di Noi è responsabile della politica dei governi avendolo votato Lui stesso!
Non si può dire ciò quando si usa l’auto sempre e per fare magari solo 2 km e la lavatrice è sempre accesa oppure si lasciano accese inutilmente TV, PC ed altri elettrodomestici.
Non si può dire ciò quando ed acquistare prodotti inutili che comunque alimentano industrie inquinanti.


Si abbia almeno il coraggio di ammettere davanti alla propria coscienza che il No Kill è solo un modo e una maniera di tacitare la nostra coscienza e non di arrivare, come in alcuni, ad insultare chi abbia voglia di mangiare qualche cattura.

Il sottoscritto avrebbe potuto e potrebbe anche “cavalcare l’onda” ed amicarsi l’opinione pubblica sostenendo il No Kill a spada tratta ma non vuole violentare il suo cervello e dice quello che pensa. Se vi sentite di farlo fatelo ma non ci date dei criminali quando vedete la foto di uno che ha “Killato” un pesce magari per una cena fra amici!
Attenzione, non sto dicendo che sono contro il No Kill, ci mancherebbe, o che praticarlo sia sbagliato, ma chi lo pratica non condanni o dia tutte le colpe dell’impoverimento della fauna ittica a chi non lo pratica, questo è il succo.
Certo ci vorrebbe almeno costringere i pescatori (chi non lo fa NO licenza) ad un corso di pesca dove illustrare bene i pesci (ho visto gente scambiare Black bass per persici reali), impedire cementificazioni selvagge su dei riali e grossi torrenti

in asciutta per via di derivazioni ittiche.




illustrare le leggi, Immettere come materia scolastica anche l ‘educazione di tutti i tipi ovviamente, cercare di fare cambiare ciò in favore dei pesci ma quanti pescatori lo vogliono? Chi sa cosa sono le consulte di pesca? Fare movimenti veramente ecologici, fare azioni onlus per recuperi, semine, gestione di incubatoi, far cambiare la mentalità dei maggiori dirigenti della FIPSAS e tante altre cose e non solo criticare ed insultare.

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