Carpe e carassi nel giorno di Natale
Anche quest'anno ho mantenuto la pazza e insana consuetudine di portare un po' di panettone ai pesci infreddoliti del mio fiume. Per molti, la pesca è un’attività incompatibile con il clima natalizio. Io invece, dedico le festività alle sfide con gli amici pinnuti, che non hanno fede né festeggiamenti. Per loro, il 25 Dicembre è un giorno come un altro, ma con qualche difficoltà in più: il freddo, la fame, i predatori.
Â
Â
Â
Oggi, nonostante fossi a tavola con i miei cari, la voglia di spallinate e cavedani mi ha spinto a lasciare il pranzo per un po’. E così, con lo stomaco pieno di polpettone e la gola deliziata dal vino, ho annunciato che sarei andato a fare una capatina al fiume, promettendo di tornare per il dolce. Ho visto negli occhi del parentado la solita rassegnazione mista ad un sorriso di comprensione. Per un momento ho esitato, ma poi ho pensato che non potevo rinunciare al mio appuntamento ormai ricorrente. Mi sarebbe pesato troppo perdere l’occasione di pescare, anche solo per un breve lasso di tempo, nel giorno di Natale.
Â
Â
Â
Sono arrivato sul fiume un quarto d'ora più tardi, con il mio solito cappello natalizio, camminando a piedi sull'argine deserto. Mi ha accolto un’atmosfera soffusa, quasi irreale: silenzio, assenza di pedoni e un clima assolutamente mite. Un pettirosso volava sull’acqua e si posava sul prato, senza temermi. Mi guardava e mi chiedeva due bigattini per il suo pranzo. Tutto mi faceva presagire momenti di pura bellezza. Il fiume scorreva tranquillo sotto il ponte, con naturalezza. Qualche pesce faceva capolino, nuotando vicino alla superficie. Il mio riflesso sull’acqua era inquietante e affascinante al tempo stesso: mi sentivo parte dell’ambiente che mi circondava.
Â
Â
Â
Ero contento di essere lì, di condividere quell’istante con la natura, con quegli esseri acquatici che non si aspettavano di vedermi pescare, proprio in un giorno così sacro a tanti! Dopo aver preparato la bolognese, ho lasciato parlare il mio spirito di pescatore. Volevo catturare i cavedani, non solo osservarli da lontano… e invece mi sono ritrovato con carpe e carassi di Babbo Natale!
Â
Â
Â
Nel dettaglio, ho montato una lenza con:
Â
- galleggiante da 1 grammo, sostenuto da una serie di pallini distribuiti in circa 60 centimetri;
- un finale dello 0,08 per 20 centimetri;
- amo del 24, con un solo bigattino, infilato sottopelle.
Â
Â
Â
Ho steso l'intero sistema pescante con calma, dopo aver lanciato abbondanti fiondate di bigattini. L’acqua tiepida e un discreto regime idrico mi hanno favorito nell’impresa. Due lievi affondate, seguiti da due lisci, sono stati l’anticamera della cattura del primo carassio natalizio. Sono arrivati anche due cavedani, di taglia modesta, seguiti persino da carpe e altrettanti carassi. Prede meno nobili del ré indiscusso dei ciprinidi, ma comunque pregne di soddisfazione.
Â
Â
Perchè, cari amici, il momento più bello del Natale non è stato il catturare un pesce da esibire come un trofeo, né il sentire la canna vibrare per una piega distribuita dal cimino fino al mulinello. Niente affatto. Gettare decine di bigattini sull’acqua e vedere avvicinarsi branchi di ciprinidi sul mio richiamo, ha riempito il mio cuore di tanta dolce allegria, rendendomi partecipe di un momento di vera magia.
Â
Auguri di buone feste a tutti voi,
Marco de Biase