Pasqua a pesca? Si, grazie!

Sin da quando ero bambino, l'arrivo della Pasqua era un'enorme fonte di gioia. Coincideva, in altre parole, con l'avvio della stagione di pesca in mare (o in acque dolci), perchè spesso cadeva in Aprile, mese ideale per riprendere a pescare dopo la lunga pausa invernale. Per anni ho cercato di mantenere la consuetudine della pescata a Pasqua, anche in caso di maltempo. Credo di esserci sempre riuscito, infatti non ho particolari ricordi di cappotti. È vero che c'è stata la Pasqua più fortunata e quella più avara di catture ma, tutto sommato, non c'è da lamentarsi visto il periodo di transizione meteorologica che, sicuramente, influisce sull'appetito dei pesci.

  

Quest'anno ho voluto ripetere la sana consuetudine di una pescata a Pasqua e ne ho approfittato per fare due lanci sotto casa, dove scorre uno dei più bei torrenti di tutto il Trentino, ricco di pesce autoctono ma, soprattutto, zona a prelievo nullo perchè No Kill. Le regole, in questo caso, sono particolarmente rigide: solo ed esclusivamente pesca a mosca o spinning e con esche artificiali. La sfida si fa più interessante perchè siamo in un ambiente cittadino, che sposa perfettamente i dettami dello Street Fishing.

  

Arrivato sul torrente non posso fare altro che godere di una quiete unica. Tutto sembra che accada sopra di me, mentre mi muovo a gambe in acqua lungo il letto, risalendo alla ricerca di punti favorevoli per le trote. Oggi ho deciso di dare battaglia con un'attrezzatura light leggermente sottodimensionata: Mitchell Mag Pro da 2,10 metri e mulinello Abu Garcia Orra SX, teminale dello 0,18 Trilene Berkley XL Smooth Casting e cucchiaino con amo senza ardiglione in misura del 6.

L'acqua scorre e il torrente non è proprio in secca. Sembra in buona salute. Tuttavia, nonostante le lenti polarizzate, non riesco a scorgere le trote al centro del suo corso. Provo qualche lancio e ne becco una ma, sfortunatamente, la perdo appena iniziato il recupero. Tento di posizionarmi lungo l'argine e mi fermo alla prima buca. Lanci e rilanci ma anche stavolta la trota mi prende in giro: abbocca, combatte e poi la perdo slamandola. Sarà per l'amo senza ardiglione? Sarà per mia inesperienza (non credo)? La sentenza ai posteri. Procedo cautamente verso la buca cinquanta metri più su e, finalmente, al primo lancio, abbocca una bella fario che si esibisce in un combattimento spettacolare.

La gente dall'alto mi vede pescare e qualcuno tenta anche di applaudirmi, ma il suo entusiasmo è subito spento dal mio segno di "non far troppo baccano perchè la trota sente...!". L'avvicino a me e la inguadino, poi le scatto questa foto quasi in acqua e la slamo con la massima cura. Evito di toccarla proprio perchè siamo in zona No Kill e non mi va di sottoporre il pesce ad una tortura fotografica. Sicuramente capirete la mia scelta...

Ormai la buca non presenta altro pesce di rilievo, anzi avrò sicuramente infastidito le altre trote presenti. Mi dirigo più in alto, nei pressi di un'area pianeggiante dove si alternano buche più o meno profonde. Arrivo da dietro, quindi la trota non mi vede, data la sua abitudine a mettersi controcorrente. E la teoria sembra ottenere conferma anche stavolta: lancio, recupero e sbam! Non vuole proprio saperne di mollare, anzi si nasconde dietro un piccolo masso e mi tocca raggiungerla in acqua per evitare l disastrosa rottura della lenza. Ritorno fuori dal torrente per pescare a piede asciutto e continuo con l'azione di pompaggio, prima lateralmente e poi con la canna verso l'alto. La trota si avvicina ed entra finalmente nel guadino per la foto di rito. Un ibrido marmorata-fario immortalata ancora in acqua e liberato con la massima cura.

  

Il pomeriggio prosegue con altri lanci, altri recuperi e altre slamate intervallate da qualche inseguimento finito sul più bello. Provo a cambiare l'artificiale e lo stile del recupero. Passo in rassegna anche i punti più improbabili ma niente da fare. Game over! Chissà, forse la luna o forse la sfortuna. Eppure di trote oggi ne ho viste e ne ho anche beccate due! Pazienza, ci rivedremo prossimamente per una pescata al mattino, in un altro angolo di paradiso, dove forse c'è la Big che aspetto da tempo!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

Post consigliati

I migliori post dal blog di Pescanet