Ami: un approfondimento tecnico

In giornate fredde come quelle appena passate, con la neve che allontana le nostre speranze di una fruttuosa pescata, non possiamo far altro che studiare le nostre attrezzature, preparandole per future battaglie nella primavera che verrà. Lo scorso mese abbiamo affrontato un vero e proprio viaggio nel carbonio, studiandone le peculiarità attraverso un lessico semplice ed alla portata anche dei non addetti ai lavori. Oggi vorremmo fare lo stesso, occupandoci dell'amo, un elemento fondamentale durante la nostra azione di pesca, che non va mai trascurato nell'acquisto e durante la fase di legatura. Esistono davvero tante forme di amo, a seconda delle circostanze, anche se in realtà le sfaccettature apparentemente secondarie sono quelle che a volte differenziano un modello dall'altro. Troviamo ami con gambo lungo, gambo medio, gambo corto, nichelati, forgiati, bronzati, semplici; ami con punta rientrante o parallela al gambo, dritta o storta. Il viaggio non finisce qui, anzi... deve ancora cominciare!


Ami da pesca a filo fine

La prima tipologia di ami da pesca che descriveremo sono quelli dal filo fine, ovvero una struttura davvero sottile e leggera, che permette all'amo di scendere in acqua in modo gentile e non cambia di molto il movimento dell'esca. Questo tipo di ami sono ideali per prede di tutte le taglie e rappresentano il non plus ultra per le pesche di finezza, tipo il cefalo col pane o il cavedano col bigattino, vista l'assoluta penetrazione nell'apparato boccale del pesce. I vantaggi elencati incontrano però alcuni punti deboli, ovvero la tendenza a rovinarsi dopo diversi combattimenti con pesci di taglia ed una certa fragilità nella fase di slamatura, al punto da essere causa spesso di perdite di pesci durante il recupero.


Ami da pesca a filo medio

Questo tipo di amo costituisce il giusto compromesso tra leggerezza, robustezza e peso, unendo anche una buona capacità di presentazione dell'esca. Questo tipo di amo va impiegato in caso di pesche a pesci di media taglia, non molto sospettosi. In acque interne è ideale per la scardola, il carassio, le breme e le carpe fino ai due kg di peso, garantendo affidabilità per diverse ore di pesca con tira e molla esasperati. In mare può andare benissimo per il ledgering o le pesche ai predatori, quali spigole e orate. Non segnaliamo particolari svantaggi, tranne l'impossibilità di reperire ami a filo medio su misure piccolissime, tipo dal 20 al 24.


Ami a filo grosso

L'amo in questione ha uno "stelo" piuttosto voluminoso, resistente, robusto, nato per impieghi gravosi come la pesca delle carpe, dei barbi, dei pesci gatto. In mare può risultare indispensabile per grosse prede, quali orate di taglia, mormore, saraghi corpulenti e tutti quei pesci con un apparato boccale piuttosto pronunciato. Lo svantaggio sta nel minore mimetismo dell'esca, della necessità di utilizzare monofili medio-grossi (sarebbe sproporzionato anche un semplice 0.10) ed esche un po' voluminose (il bigattino è assolutamente improponibile).


Ami con ardiglione e ami senza ardiglione

In Italia, il 90% delle vendite di ami riguarda questo tipo di prodotto, spesso sconosciuto ai pescatori dilettanti, che praticano la pesca per puro hobby. L'ardiglione è una piccola rientranza sulla punta dell'amo, che serve ad infliggere nel pesce una maggiore penetrazione dell'amo, che protegge nel caso di allentamento della tensione da parte della preda. In alcuni casi, l'ardiglione si fa necessario per evitare la perdita dell'esca, quali lombrichi e bigattini che, senza ardiglione, avrebbero via libera per scivolare dall'amo. Gli ami senza ardiglione (barbless hooks) nascono esclusivamente per la pesca in condizioni di massimo rispetto del pesce (vedi carpodromi - fisheries inglesi - o le riserve). Ci sono due vantaggi molto importanti. Il primo riguarda la possibilità di inserirvi esche delicate, con la massima precisione, senza che le stesse avvertano ferimenti letali, tali da compromettere la vitalità. Il secondo vantaggio concerne la penetrazione dell'amo nella bocca del pesce al momento della ferrata, che è più diretta e non necessita di un maggiore "conficcamento" nel labbro. E' più facile slamare i pesci pescati con l'amo barbless, c'è meno movimento da fare per liberare il pesce attraverso l'ausilio dello slamatore. Al tempo stesso, però, molti pescatori del meridione riferiscono di una difficoltà sia nel reperirli dai negozianti, sia nell'usarli con le esche più delicate.


Un'esca per ogni amo

Dovendo fare una sorta di classificazione, suggeriamo una serie di canoni standard per scegliere l'amo a seconda dell'esca. Ecco un riassunto molto esplicativo:

- Bigattino: innesco singolo, amo a filo sottile del 18/20/22/24
innesco doppio, amo a filo sottile o medio del 14/16/18
innesco triplo, amo a filo medio del 12/14
ami con e senza ardiglione

- Mais: innesco singolo, amo a filo medio del 14/16
innesco doppio, amo a filo medio o grosso del 8/10/12
ami con e senza ardiglione

- Pastella: amo a filo medio del 8/10/12 con e senza ardiglione
- Gamberetto vivo: amo a filo sottile del 6/8
- Pane: amo a filo sottile del 16/18 con ardiglione
- Lombrico: amo a filo medio del 6/10 con ardiglione

"AMatevi" pure! A breve...la continuazione di questo pezzo, con uno studio tra i diversi gambi (lungo - medio - corto) e i materiali!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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