Pesca a fondo sul Fiume Ofanto

Sono in astinenza da pesce da più di due settimane. Prima impegni personali, poi ci si mette il lavoro a rallentare la mia attività di reporter. Avrete notato tutti un piccolo blocco negli aggiornamenti di Pescanet: mi sono fermato per qualche giorno a causa dell'enorme stress lavorativo dovuta alla moltitudine di impegni che hanno caratterizzato i primi giorni di ottobre. Stasera ho voglia di ripartire e recuperare il tempo perduto. Ho scelto di scrivere un pezzo da incorniciare; ogni volta che affronto l'argomento Ofanto sento di compiere una missione divulgatrice che può essere cara a tutti perchè si conosce veramente poco di questa grande risorsa che bagna la nostra terra. L'Ofanto è l'unico vero fiume di Puglia assieme al Fortore, corso d'acqua che scorre a nord, verso Chieuti, attraversando il territorio al confine col Molise. L'Ofanto è un fiume con una portata d'acqua discreta, con forti piene invernali e secche estive. Il Fortore, invece, è spesso dimenticato dalla geografia a causa della portata ridotta, tipicamente torrentizia, che fa di esso un "fiumiciattolo" paragonabile ad un rigagnolo alpino. Entrambi posseggono una realtà storica spesso discussa: la Battaglia di Canne. Molti studiosi affermano che la vera battaglia fu combattuta sul Fortore anzichè sull'Ofanto. Tale supposizione si basa su documenti e testimonanze, che metterebbero in luce parecchie inesattezze sul corso della guerra contro Annibale. Altri, invece, sono fedeli al racconto latino, che ammette la disfatta proprio a Canne della Battaglia, un villaggio a Sud di Barletta, conosciuto per i reperti archeologici che testimoniano la sconfitta romana.



L'Ofanto è anche avventura, contatto con la natura e biodiversità. Attraversa tre regioni (Campania, Basilicata e Puglia) offrendo diversi tipi di ambienti per il pescatore sportivo. Nella parte alta si pratica la trota-torrente e lo spinning alla trota autoctona e iridea mentre a valle della diga di Conza è presente il cavedano, insidiabile a passata o a spinning. Una volta giunto verso Melfi, l'Ofanto cambia il suo corso ed è simile ad un fiume di pianura. Si muove pigro lungo il confine tra la provincia di BAT e Foggia, disegnando meandri paludosi ormai distrutti dalla mano dell'uomo. Sfocia a Barletta dopo aver percorso alcuni chilometri in un tratto canalizzato che richiama, in primavera, gli scenari inglesi fatti di prati sempreverdi. E' proprio in quest'ultimo punto che andremo a pesca; lo faremo approfondendo il ledgering, una tecnica che porta enormi soddisfazioni proprio per la sua estrema efficacia in un contesto peraltro identico a quello di altri fiume appenninici che sfociano nell'Adriatico.

La parte finale del fiume Ofanto: la Fiumara. Ho pescato in diversi tratti del fiume. Sono stato a Loconia in contrada "Pantanelle", poi sul Ponte Romano, a San Ferdinando di Puglia verso il sentiero "Pera di Sotto". Ho bagnato le mie lenze a Canne della Battaglia, sotto il Ponte della SS16 ma lo spot preferito resta la Fiumara, nel tratto finale dell'Ofanto, a monte del succitato ponte che collega Barletta a Margherita di Savoia. La popolazione ittica è moleplice: carpe, carassi, anguille e alborelle colonizzano il fiume in autunno, inverno e primavera, alternandosi a cefali e spigole (eurialini) che risalgono il fiume con l'attenuarsi della portata durante l'estate. Il paesaggio colpisce anche il più insensibile dei pescatori. I canneti hanno preso il posto del bosco ripariale e, col tempo, le terre all'interno degli argini sono state distrutte dalle coltivazioni, violando ogni regola del buon senso (oltre alla legge). L'Ofanto è stato messo in ginocchio da gente senza scrupoli che ha violentato il suo corso. Tuttavia, credo che la natura sia più forte dell'uomo e pian piano sarà Lei stessa a distruggere i vigneti e frutteti impiantati lungo gli argini. Agisce direttamente con l'acqua e inonda le campagne, sfondando le protezioni laterali costruite dai contadini. Sembra quasi che voglia punirci per ciò che abbiamo fatto e sono convinto che, prima o poi, lo farà in grande stile.



Anche se l'ambiente circostante non è più quello di un tempo, l'Ofanto alla Fiumara resta sempre un corso d'acqua ricco di pesce con cui vale la pena confrontarsi almeno una volta nella vita. La popolazione di ciprinidi garantisce tanto divertimento, sia per chi vuole pescare alla passata, con lunghe canne bolognesi, sia per coloro che sono irriducibili amanti della pesca a feeder. C'è dell'altro... L'Ofanto è un degno campo di allenamento anche per la pesca a roubaisienne con i galleggianti a vela (c'è molta corrente in primavera); anche la pesca all'inglese trova una sua collocazione, pescando magari da un canneto all'altro. Una palestra gratuita dove sperimentare qualsivoglia tecnica di pesca in attesa del BiG.



Come pescare a ledgering sul fiume Ofanto. Semplicità. E' la parola chiave per ottenere dei buoni risultati in meno di quattro ore di pesca. L'Ofanto è un caro amico e può garantirvi generosi carnieri, a patto che siano rispettate le comuni regole del ledgering. Porteremo in sacca una o due canne in tre pezzi da 3,60 metri con azione da 1,5/2 once. Abbineremo mulinelli di taglia 2500 o 3000, preferibilmente con frizione anteriore. Caricheremo in bobina del buon 0,16/0,18 in nylon di colore scuro. Passiamo adesso alla lenza. Lungo il trave faremo passare un anti-tangle (in figura notate un modello della Cormoran piuttosto maggiorato e in materiale plastico). Inseriamo una perlina salvanodo e chiudiamo il trave con una girella. Infine colleghiamo il terminale, costituito da uno spezzone di 30/40 cm in nylon dello 0,12/0,14, armato con un amo a gambo corto del n° 8/10/12. La misura più piccola va concepita per l'innesco del bigattino a bandiera, mentre il n°8 è l'ideale per fare un misto di mais e cagnotto. Scegliere un buon pasturatore significa assicurarsi il successo. I cage feeder (pasturatori a gabbietta) non sono tutti uguali. La grandezza delle maglie influenza lo scioglimento della pastura. Maglie larghe conferiscono maggiore velocità nello sfaldamento dello sfarinato; la maglia stretta o un corpo plastico con piccoli buchi permettono di rilasciare più lentamente la pastura. Uso da tempo i pasturatori a gabbietta metallica da 30 grammi della Drennan e Browning perchè rappresentano un buon compromesso tra peso, tenuta alla corrente e prezzo. Lancerete frontalmente, verso il canneto opposto. Attetni a non oltrepassare il canneto. Ho visto tanti amici perdere intere lenze per qualche leggerezza nel lancio. Bisogna andare sul filo del rasoio perchè i pesci dell'Ofanto hanno l'insana abitudine di mangiare nell'ombra del canneto. Ponete la canna su un supporto laterale. Se c'è vento menterrete la canna alta altrimenti tenetela bassa. I primi lanci avranno lo scopo di scaricare il pasturatore, creando un tappeto di pastura. Poi, col passare dei minuti, arriveranno le prime catture senza troppo esitare.



Esche e pasture. Vorrei approfondire due tematiche assolutamente connesse. Le esche più funzionali per la pesca in foce sono il bigattino, il mais, il lombrico e il verme coreano. Ovviamente, per tentare il pesce d'acqua dolce, useremo le prime tre esche ma è bene fornirsi di verme coreano perchè i cefali e le spigole di risalita ne sono particolarmente ghiotte. Il bigattino incuriosisce i carassi, le alborelle, i pesci gatto e qualche carpa sfiziosa. Il mais è già più selettivo. I grossi carassi e le carpe di buona pezzatura preferiscono sia i modelli classici che le varianti aromatizzate (tutti frutti, fragola, vaniglia, ecc.). Il lombrico è da provare. Anni fa ero solito cacciare i lombrichi dal terreno e innescarli sull'amo. Il potenziale è davvero devastante, specie nei periodi freddi che vanno da dicembre a marzo. Durante le fredde giornate d'inverno è l'unica esca a risolvere la situazione.



Esperimento a Carp-Fishing. Vlad è un ragazzo rumeno, entrato nel Pescanet Team un anno fa, appassionato di pesca a carp-fishing. Le acque dove ha praticato questa tecnica per anni sono sostanzialmente diverse dall'Ofanto e dai corsi d'acqua appenninici. Eppure è riuscito a modificare lenze ed inneschi per un contesto ambientale come l'Ofanto. Le foto in azione sono una garanzia! Non entrerò nel dettaglio perchè non ho la preparazione tecnica per descrivere la tecnica del carpfishing. Mi permetto, però, di consigliare un approccio alternativo al ledgering che trova la sua consacrazione nella pesca a fondo. Provate e vedrete quanto l'Ofanto può ancora offrirvi, nonostante le terribili ferite inferte dalla mano dell'uomo con l'inquinamento e la distruzione del suo ambiente originario.

Altre informazioni utili:

Documenti necessari: Licenza di tipo B.

Dopo le numerose segnalazioni di Pescanet, i controlli sono più frequenti, pertanto consigliamo di pescare solo se in regolare possesso del documento.

Viabilità: Le strade non sono asfaltate. Conviene lasciare l'auto nei pressi dell'argine e proseguire a piedi.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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