Una mattina di fine luglio scendo in spiaggia prima che sorga il sole, la spiaggia è formata da grossi ciottoli che continuano in acqua per i primi metri, dopodiché il fondale è sabbioso e il mare è abbastanza profondo.
Come esca porto con me il coreano e decido di pescare con due canne, una 150 g montata con un minitrave e bracciolo con flotter e una 100 g con un trave a due braccioli. Appare subito chiaro che a farla da padrone sono occhiate e lecce stella che, anche se non grandissime, fanno avvertire la loro presenza tramite i movimenti della cima delle canne, soprattutto quella da beach. Infatti, pronti via, una discreta occhiata rimane sul coreano flotterato. Le mangiate si susseguono e le catture si alternano alle slamate, spesso appena prima di uscire fuori dall’acqua. Gli esemplari più piccoli riguadagnano subito il mare, tengo solo quelli che hanno ingoiato in profondità l’amo.
Finché ad un certo punto arriva la svolta che trasforma una rilassante pescatina estiva come tante, in un’uscita davvero soddisfacente: il tutto accade mentre, con la canna da beach sul picchetto, tento di districare un terminale ingarbugliato di brutto, alzo gli occhi e vedo la cima dell’altra canna muoversi, mi fermo…osservo..SBAM, la vetta si piega e io realizzo che ho lasciato la frizione del mulinello chiusa
, abbandono il garbuglio al suo destino e corro verso il bestione che mi aspetta all’altro capo della lenza, un breve combattimento, e anche se temo di perderlo sull’ultimo gradino che è abbastanza profondo, riesco a tirarlo fuori. È una grossa mormora che sulla bilancia segnerà il mezzo chilo di peso, stranamente ha abboccato anche lei sul flotter.
Il sole è ormai alto e decido di chiudere lì la mia pescata, con una bella mormorona e alcune lecce e occhiate in saccoccia
