Un'emozione chiamata Avisio

Tratto da un post pubblicato sulla pagina Facebook di Pescanet: Domenica pomeriggio di fine settembre; torrente Avisio in alta Val di Cembra, al confine con Cavalese e la val di Fiemme. Battuta di spinning in modalità no-kill.

Immaginate di essere qui. Con me. Immaginate l'acqua che scorre, la metamorfosi degli alberi che tendono ormai al giallo, la natura circostante fatta di piante acquatiche, pietre, massi, uccelli che planano sulla superficie increspata. Chiudete gli occhi e immaginate. Immaginate tutto questo. Dopo qualche secondo, riapriteli. Non è un sogno. È una realtà. E si chiama... Avisio. 

 

L'occhio scruta una moltitudine di particolari. Una correntina, una piana, un masso sulla destra. Il bosco, in piena metamorfosi di colori. Il sole, che tende ormai ad abbandonare la valle. Il cuore, invece, avverte l'arrivo dell'autunno, con il suo carattere, la sua staticità, la sua tristezza. L'istinto, infine, parla chiaro: tra una buca e una correntina c'è da aspettarsi il colpaccio. Una fario, o forse una marmorata. Non lo so, si vedrà! Vago alla ricerca di un'altra emozione. Il torrente oggi è particolarmente avaro. Non vuole saperne, anzi ha deciso di tenermi a digiuno. In compenso, guardandomi attorno, non posso fare altro che ammirare lo scenario che, sicuramente, richiama i corsi d'acqua di altri continenti.

 

I primi lanci non vanno a buon fine. Mi sposto in avanti, ritento la fortuna e... Sbam! Una belva, forse superiore ai 40 centimetri, parte forsennata e si sgancia sul più bello, effettuando un salto spettacolare. Un colpo al cuore. Il morale è a terra. Ho perso un'opportunità per un errore di valutazione, oppure per semplice sfortuna, perché pescando in no-kill, con amo senza ardiglione, la probabilità di perdere grosse prede è notevole. Rilancio, mi muovo a monte dove c'è una grossa piana. Tre, quattro, cinque lanci e poi, improvvisamente, una forte trazione. La sento, è lei: una fario!

 

Il sole sta tramontando. La battuta di pesca volge al termine. Le speranze ci sono, la voglia di sparare le ultime cartucce c'è. Ora più che mai. Mi lascio andare, malinconico, a questa visione, perché riempie il mio ego di tranquillità, rilassatezza, pace. Mi nascondo dietro il masso. Sono a gambe in acqua. Devo muovermi lentamente, evitando buschi movimenti che potrebbero insospettire le trote. Primo lancio... Nulla. Secondo lancio, un po' più in avanti, recupero e... Trac! È in canna! Una divertentissima trota marmorata conclude al meglio l'esplorazione pomeridiana sul torrente. Una battuta di pesca foriera di emozioni, dolori, errori ma che ha completamente permeato lo spirito di energia nuova. Perché, ricordate, lo spinning è emozione! 

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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