Lenze alternative per la pesca a ledgering

È opinione diffusa che il ledgering sia una semplice pesca a fondo, dove basta lanciare e aspettare qualche minuto per prendere u pesce. È un giudizio molto semplice, che pone le sue basi (errate) sulla staticità, intesa più in senso fisico che tecnico. La pesca a fondo tradizionale è praticata in modo passivo e fa dell'attesa il suo perno fondamentale mentre il ledgering, come vedremo più avanti, è una rielaborazione in chiave anglosassone, che richiede parecchia elasticità mentale grazie all'uso combinato di pasturazione e presentazione dell'esca. È proprio qui la differenza rispetto alla pesca a fondo generalista: il ledgering è una tecnica moderna, importata in Italia da Mario Molinari negli anni '80, che prevede l'impiego di un piombo-pasturatore caricato di pastura. Col passare degli ani, il ledgering ha visto crescere il numero degli appassionati ed è nato persino un campionato italiano per gli specialisti di tale disciplina. Di pari passo è sorto un notevole intersse sulle tematiche del ledgering, al punto che oggi si contano diverse varianti della tecnica anglosassone, alcune delle quali particolarmente atte a contrastare condizioni "difficili" sempre più frequenti.



Spesso i cappotti si verificano anche in acque dolci, erroneamente ritenute più facili rispetto alle acque salate. Perchè? I motivi sono tanti e non basterebbe una pagina web per elencarli. Vuoi per la penuria ittica dei nostri corsi d'acqua (bracconieri, cormorani, inquinamento, lavori di sistemazione delle sponde), vuoi per il comportamento sempre più incostante delle stagioni, i poveri pesci sono sottoposti a notevole rpessione antropica e naturale. Bisogna proporre il boccone nel modo più naturale possibile e per farlo c'è bisogno di qualche dettaglio in più. Veniamo subito al dunque...

Lenze alternative per la pesca a ledgering

Esistono due modi di pescare a ledgering. Il primo consiste nel permettere al pasturatore di scorrere lungo la lenza. Il secondo, invece, vuole che il pasturatore sia collegato direttamente con la lenza madre e il terminale scorra lungo il trave. Sono due interpretazioni del ledgering assolutamente differenti, ma hanno lo stesso scopo: presentare esca e piombo sul fondo. Le aziende di settore hanno il campionario una serie di minuterie che aiutano il pescatore nella realizzazione di montature sempre più complesse ed efficaci. Purtroppo o per fortuna, sembra che la lenza standard da pasturatore e anti-tangle non sia più sufficiente.



Running rig

A guardarlo bene sembra un'evoluzione dell'anti-tangle e forse è proprio così. Tuttavia non ci sono pezzi di plastica che irrigidiscono la lenza modificando la traiettoria di lancio. Vi è solo una girella coperta da una guaina sagomata, che si incastra a sua volta da una seconda guaina a forma di spaghetto, più morbida e lunga 6/7 centimetri. Il pasturatore viaggia liberamente lungo il trave, grazie ad una piccola girella con moschettone, che permette di cambiarlo velocemente, variandone forma e peso quando è necessario. Il running rig offre due singolari vantaggi. Il primo è nella possibilità di utilizzare pasturatori di media dimensione: ho lanciato con disinvoltura modelli da 1 e 2 once carichi di sfarinato senza avere rotture. Il secondo riguarda il terminale: anche uno spezzone corto va bene, perchè mimetizza l'esca all'interno del letto di pastura (a patto che la lenza sia ben in tensione). Consiglio di attendersi alle canoniche lunghezze di 30/40 centimetri, perchè andando oltre allontaneremmo l'esca dalla pastura. Lo svantaggio del running rig risiede nella minore sensibilità della lenza, perchè la vibrazione della mangianza avviene sull'amo e si trasmette sul terminale, fermandosi sul piombo.



Helicopter rig

È composto da un sistema di stopper in silicone che fermano la girella a cui è collegato il terminale. Il pasturatore è posizionato per ultimo, attraverso un nodo alla lenza madre. Questa soluzione ben esplicata in foto è conosciuta come helicopter rig perchè, se ci poniamo su un piano orizzontale con la lenza ben tesa, il terminale si muoverà con movimento rotatorio, proprio come un elicottero. Il vantaggio dell'helicopter rig sta nella possibilità di alzare e abbassare il terminale (solitamente 30/40 cm) lungo l'asse del monofilo madre. Se dovessimo avvicinarlo al pasturatore, l'esca poggerà in quella parte di fondale interessata dalla pastura. Viceversa, se scegliessimo di allontanarlo dal pasturatore, l'esca opererà un po' più distante dal tappeto di pastura rilasciato dal feeder. Purtroppo ho registrato due svataggi. Su fondali alti e accidentali c'è sempre il tranello dell'incaglio improvviso in fase di recupero. Il motivo sta nella piombatura a fine corsa. È proprio il pasturatore a scorrere per ultimo mentre tiriamo indietro la lenza, quindi occhio a scegliere l'helicopter rig su fondali sabbiosi o melmosi senza ostacoli sommersi. Il secondo punto a perdere dell'helicopter rig è nel combattimento con la preda. Le carpe più testarde trascinano il terminale verso il basso, muovendo di conseguenza lo stopper inferiore in prossimità del piombo. Bisognerà armarsi di pazienza e superare questo inconveniente.



Assetto di pesca

Un aspetto molto spesso trascurato riguarda l'assetto della canna in fase di pesca. La canna va appoggiata su un apposito braccio regolabile connesso al paniere o, come nel mio caso, alla feeder chair. In commercio ci sono molti supporti telescopici orientabili con pratica apertura e chiusura, anche ad avvitamento. L'appoggio della canna va regolato orientativamente tra l'ultimo e penultimo anello. in caso di acqua ferma (laghi o cave), la canna dev'essere orientata lateralmente, in modo parallelo alla sponda, con la cima bassa e filo sommerso. Qualora pescassimo in acqua corrente (fiume o in condizioni di vento che smuove le acque) è d'uopo orientare la canna finanzi a noi in posizione di almento 45° rispetto alla base, così da mantenere sollevato il filo dall'acqua. Tale stratagemma consentirà di evitare la spinta eccessiva della corrente che porta la lenza verso valle.



Conclusioni

Il ledgering è una tecnica davvero meravigliosa. La sua forza è insita nella stabile presentazione dell'esca sul fondale a contatto con la pastura, anche quanto peschiamo a distanze irraggiungibili con un'inglese o una bolognese. Può funzionare sia in condizione di forte corrente, sia in acque placide e tranquille. Anche un deterrente così forte può non bastare. È bene rimboccarsi le maniche e crescere tecnicamente, seguendo i consigli di chi ha voluto sperimentare, perchè posto necessariamente dinanzi al fallimento delle proprie credenze standardizzate. Helicopter rig e running rig vi concederanno il meritato successo in condizioni difficili con pesce sospettoso. Citando il mitico John Belushi in Animal House... "quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare"!

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

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