Come innescare il bigattino

Tra tutti gli inneschi, mi vengono sempre chiesti dei consigli sul bigattino. Singolo, doppio, a ciuffo o colorati. Questi ultimi sono molto validi nelle acque interne ma pressochè superflui nella pesca in mare. Quelli rossi (pinkies) sono indicati per carpe e carassi, magari alternati a bigattini di colore naturale, che invece sono preferiti dai cavedani. Gialli e arancioni appartengono all'arsenale degli inneschi da gara per pesci come gardon, scardole e triotti. Ne ho visti anche di colorati di verde, forse per gli amur, ma non li ho mai usati. Ci sono poi i grossi (orsetti), gradi quasi quanto una camola e sono larve di tafano e non di mosca, meno mobili ma indicati per selezionare la taglia del pesce. Quelli piccoli, generalmente colorati specialmente di rosso (raparini), sono destinati alla pesca in velocità del le alborelle e del pescetto in genere.



In base alla profondità che si dovrà raggiungere con la lenza si potrà preferire l’utilizzo, a seconda che si va dalla superficie verso il fondo, di uno o più bigattini. Infatti un ciuffetto di bigattini sarà più appetibile appoggiato sul fondo che sospeso come una marionetta a un metro dalla superficie. Gli inneschi, invece, variano da pesce a pesce preferendo quello con due bigattini, uno innescato sul gambo e l’altro lasciato penzoloni. Ricordo che è importante appuntare sempre sottopelle la nostra larva per non farla morire in breve tempo, senza fargli fare la “gocciolina” quando appuntato, segno inequivocabile di un innesco sbagliato.

Come innescare il bigattino singolo

Il bigattino appeso o “a bandiera” va innescato su quella piccola “crestina” che viene a crearsi tra le due macchiette nere una volta premuto leggermente sulla parte più grossa (coda), sia che se ne usi uno in coppia con quello innescato a coprire il gambo che insieme ad un altro innescato nella stessa maniera. Spesso ai bigattini viene fatta bere acqua tenendoli in una ciotola con un filo d’acqua per renderli più affondanti o vengono “scottati” per allungarli e renderne le carni più morbide (per la pesca delle breme). A volte è opportuno innescare un solo bigattino su amo n. 18-20 per i pesci più difficili, specialmente negli strati più superficiali dell’acqua. Ci sono, inoltre, inneschi della pupa del bigattino (caster), ma questa è un’altra storia che non vi racconterò. Tra gli inneschi particolari ne conosco alcuni davvero “diabolici”, a dir poco micidiali, che sprigionano la loro efficacia quando si ha a che fare con i “vecchi marpioni” (pesci astuti), dove è d'obbligo l'uso del bigattino singolo. Vi propongo sei esempi generalmente usati nelle competizioni in acqua dolce ma qualcuno di questi l’ho provato in mare con risultati eccellenti!



Vediamone uno per uno, aiutandoci con le didascalie realizzate da Giovanni di Gregorio, maestro del Photoshop!

Innesco 1

Il primo innesco è chiamato “Limerlick”; ha una geometria un po’ insolita perché il bigattino è infilato per le due estremità, sia sulla coda che sulla testa, quindi il corpo dell’esca accompagna quello dell’amo, creando un volume più agevole da aspirare. La larva sarà prima appuntata prima nella coda, bloccata dalla paletta e poi nella testa. L’innesco ha una durata discreta ma, logicamente, la mobilità dell’esca sarà ridotta ma è molto efficace in acque turbolente o con forte corrente. Consiglio di usare ami n. 14-16 a filo sottile. Testata personalmente a saraghi in scaduta e sulle spigole quando mangiano incollate al fondo.

Innesco 2

Il bigattino fissato sulla paletta si usa per “fregare” i pesci più furbi che toccano come se fossero pesciolini, che invece non lo sono (di solito i cavedani). Questo innesco crea una zona d’aspirazione, formata dall’insieme amo-bigattino, davvero ridotta. La larva non soffre perché innescata per la coda, resta attiva a lungo e mantiene la posizione proprio grazie alla paletta dell’amo, del n. 18 a curva larga.



Innesco 3

Variante del numero 2, l’innesco in figura fa risalire il bigattino di un millimetro o due sopra l’amo, direttamente sul filo del terminale. Permette una presentazione molto efficace per i pesci che si cibano sul fondo. L’amo, a filo sottile n. 20-22, resta completamente libero ingannando i pesci “svogliati” che tintillano l’esca.

Innesco 4

Il bigattino appuntato per la testa è un innesco che non permette alla larva di vivere a lungo ma che appare più voluminosa sul davanti, facilitando l’aspirazione dalla parte del pesce. Usando un amo n. 18-20 a filo ultrasottile per ferire il bigattino il meno possibile, si può usare questo tipo di innesco quando le tocche sono davvero incomprensibili.



Innesco 5

Tipico innesco per la pesca a galla, il bigattino appuntato sul dorso a metà del corpo è un innesco che fa prendere alla larva una posizione molto naturale. Infatti, montato su un amo n. 16-18 a gambo corto e con microardiglione, si confonderà con i pochi bigattini lanciati con la fionda, scendendo in acqua orizzontalmente. È un innesco ottimo pescando le spigole a galla nelle notti di plenilunio, quando le “regine” predano da sotto, specialmente usando una leggera lenza all’inglese perché l’esca appuntata così annulla l’effetto “elica” tanto fastidioso specie nell’innesco doppio. 

Innesco 6

In ultimo analizziamo l'innesco “classico”, che consiste nell' infilare l’amo in tutto il corpo del bigattino, al fine di nascondere l’amo alla vista del pesce. La larva muore rapidamente ma è efficacissimo nel caso ci sia molta mangianza in atto (come nella pesca dell’alborella o del latterino). L’amo ideale è il n. 16-18 a gambo medio.

Credo che utilizzando questi miei consigli potreste migliorare il frutto delle uscite e, perché no, ingannare quei pesci che solo fino a ieri sembravano imprendibili, sempre che questo maggio disastroso ci dia un po’ di belle giornate!

Vito Carlo Mancino

Vito Carlo Mancino

Nasce a Bari il 31 maggio 1965. Storico, membro dell’ANPI, studioso della Shoah e Sottufficiale della Guardia di Finanza, ha vissuto in molte regioni d’Italia nelle cui acque ha immerso le sue lenze. Già garista di livello nel settore “canna da riva”, oggi regala ai più giovani le sue esperienze. Attivo a Civitanova Marche (MC) dove vive e presta servizio, ha collaborato all’organizzazione di importanti manifestazioni di Surf Casting come il Campionato Mondiale del 2005, il Trofeo Eccellenza Nord del 2007 e i Campionati Italiani del 2008.

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