Ledgering al persico reale

La pesca nelle acque interne di Puglia e Basilicata è famosa per le quantità industriali di carpe e carassi catturabili durante la frega. Si parla spesso dei fantastici black bass insidiabili a spinning ma vi è poca attenzione rivolta a un pesce predatore tutto italiano, con striature nere e colori che tendono al verde e all’arancione. Stiamo parlando del persico reale, un abitante pacifico delle dighe del Sud Italia, assolutamente selettivo e piacevole da catturare sia con gli artificiali da spinning che a fondo, mediante una versione povera del ledgering.



I persici sono ben distribuiti al Lago Basentello, Lago Locone e Lago Fontetusio di Palazzo San Gervasio. Cercarli al Lago di Monte Cotugno o al San Giuliano è comunque possibile, ma a volte latitano e si spingono in zone non sempre definite. Preferiscono nuotare in zone basse o nei pressi di vegetazione sommersa. Spesso guizzano e si avvicinano a riva per curiosità. Non è raro individuarli ad occhio nudo nelle giornate di frega e la presenza di qualche esemplare è un preludio per una copiosa pescata di persici.

Non solo spinning

Come detto prima, il persico reale è un pesce che gradisce sia l’esca a recupero con lo spinning, sia il boccone statico a ledgering. Il periodo di attività va dalla primavera all’autunno, con una punta tra aprile e giugno, quando il suo appetito crescente lo porta all’esplorazione dei fondali alla ricerca di facile cibo. La taglia più comune è pari a 150/200 grammi con punte che possono sfiorare il chilo. Le carni sono abbastanza buone e gli esemplari più grossi possono essere abbattuti per degustarne le qualità organolettiche. Dobbiamo altresì osservare il catch & release per i pesci più piccoli, preservando l’ambiente lacustre che torneremo a frequentare nel tempo. Nei prossimi mesi parleremo di persici a spinning; oggi invece pescheremo il persico reale con il ledgering senza l’ausilio del pasturatore. Si tratta di pesca a fondo bella e buona, senza troppi fronzoli, ideale per un pubblico giovane e alle prime armi, che vuole divertirsi con poco, senza disdegnare le soddisfazioni dei ciprinidi.



Attrezzature leggere

Per pescare il persico reale a fondo è necessaria una canna da ledgering in tre pezzi da 3,60 metri / 3,90 metri con azione massima di 60/80 grammi. Le cime hanno una verniciatura colorata che facilita l’individuazione delle tocche del pesce, evidenziando anche le più timide e insignificanti. Monteremo un mulinello di taglia 2000/3000 caricandolo con dello 0,16 in bobina. Non occorre forzare la mano con attrezzature più pesanti, sia perché gli esemplari dominanti hanno dimensioni discrete, sia perché le fughe sono brevi e concitate, totalmente diverse da quelle di una carpa di pari peso. In questo credo che il persico reale rassomigli i combattimenti delle spigole, che partono in quarta verso il largo e poi si lasciano andare nel recupero senza troppa resistenza.



Lenza, inneschi e pasturazione

La pesca a ledgering non richiede l’impiego del pasturatore. Per una volta lasciamo la scatoletta forata a casa e muniamoci di piombi da 30/40 grammi. La domanda sorge spontanea: come pasturare nella zona di pesca prescelta? Semplice, con la fionda! Un modo alternativo di pescare a ledgering, che punta più alla semplicità della pesca al colpo e riassume perfettamente un modus operandi della pesca in mare, con piombo e esca sul fondo. Lungo il trave inseriremo un anti-tangle fermato da perlina e girella. Segue un terminale dello 0,12 di 30/40 cm armato con amo del 12 a gambo corto dove innescare due bigattini. Prepareremo una pastura gialla da fondo, farcendola con mais, bigattini e una spruzzata di pastoncino rosso che donerà un mix brunastro. Con la fionda effettueremo dei lanci preventivi che avranno lo scopo di preparare il fondo. Dapprima fionderemo palle grosse quanto un mandarino, poi attestiamoci su piccole noci di continuità (simili a un quantitativo che andrebbe in un cage feeder, vero?).



Sua maestà il persico

Il verde copre tutto il corpo abbastanza compromesso, le striature si stendono sul dorso e le pinne arancioni donano un tocco di originalità ai pesci più simpatici dell’ambiente dulciacquicolo. Essendo una specie infestante, quando il persico entra in pastura colonizza l'habitat acquatico e le catture sono alternate ai carassi. Per evitare i ciprinidi occorre mettere in pratica strategie differenti: la prima prevede una spruzzata di farina di pesce all'interno della pastura, la seconda obbliga a sminuzzare lombrichi mischiandoli con mais, bigattini e pastura da fondo. Il persico ha inoltre una bocca molto estesa, composta da tanti piccoli denti che aggrediscono l’esca (pesciolini foraggio o vermi, bigattini, ecc.)e la tramortiscono prima dell'ingoio finale. Per liberarli dall'amo dobbiamo aprire la bocca con una leggera pressione del pollice, slamarli con uno slamatore apposito facenso attenzione a non sforzare troppo la mascella. Una volta individuato il branco, faremo incetta di persici che, preda dopo preda, cadranno nel tranello di un ciuffo di bigattini ben presentato lungo un gustoso tappeto di pastura.

Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

Articoli consigliati

I migliori articoli dall'archivio di Pescanet