Pesca con i pellets in lago a bolognese

Tutto è nato da una scherzosa battuta. Al bar dello sport, quello virtuale per mezzo Skype, nascono le idee. Non si parla solo di donne, ma anche di pesca. Per nostra fortuna, l'amico Sergio Gattulli, attivissimo collaboratore e grande pescatore dallo spirito libero, propone un'idea. "Marcucc... ma perchè non provare a pescare col pellet?". Ed io: "Il pellet? So io dove te lo metto il pellet!". E vai di carta di credito...! Il giorno dopo parte la nostra transazione per l'acquisto di alcuni pellet da carpodromo, per testare la reattività in un campo neutro come quello del Lago di Occhito, in provincia di Foggia. Per una volta abbandoniamo l'idea di mais, bigattini, piselli e ceci e abituiamo la mente al pellet.



All'arrivo presso la sponda pugliese del Lago abbiamo incominciato a sondare un po' il terreno. Funzionerà? Non funzionerà? Boh... Il pellet l'ho conosciuto quasi 10 anni fa con la sua introduzione nel mondo alieutico pugliese, quando i primi negozi iniziarono a commercializzarlo. Le prime pescate di spigole furono molto fruttuose, al punto da obbligarmi ad averne sempre una busta con me in borsa.

Nelle acque interne, invece, l'esperienza pellets è rimasta un po' in ombra, specie perchè le uniche occasioni di utilizzo sono state essenzialemente due, in laghetti privati, ma con ottimo successo. Quasi per caso, l'estro piscatorio di Sergio ha acceso in me un piccolo campanellino e da lì è nata la voglia di condividere con voi questa esperienza lacustre, con un'esca davvero insolita, direi proprio sconosciuta dalle nostre parti!



Ma cosa è il pellet? Qualcuno ne ha sentito parlare per il settore del riscaldamento invernale, relativamente alle stufe a pellet. Esistono anche mangimi per animali a pellet, visibili in supermercato nel reparto cani e gatti domestici. Trattasi di piccoli cilindretti di mangime, a base di farina di pesce, ricavati da una pressione del cibo in piccoli chicchi. L'odore a volte è nauseante perchè richiama un misto di sarda e limone (per il mare), sarda e farina di pesce (per le acque interne). Poi ci sono quelli aromatizzati, specifici per le carpe, che hanno varie tipologie di sapore che tende alla fragola, arancia, vaniglia, ecc. Nelle foto correlate ve ne mostriamo alcuni tipi della Dynamite Baits, di facile reperimento in commercio e Sonubaits. Le buste classiche hanno un contenuto pari a 1kg, mentre modelli specifici e più costosi vengono confezionati in quantità non superiori ai 250gr. Al tatto sono asciutti e duri, possono essere trattati prima dell'innesco, come vedremo nelle prossime righe.



Quello che colpisce del pellet è l'estrema praticità: non sporca, è veloce e non richiede particolari competenze. Non sporca perchè è asciutto, sintetico e compresso, evita quindi di lasciare liquidi anche in pastura se dovessimo utilizzarlo come "additivo". E' veloce e non richiede particolari competenze perchè lo si può immettere direttamente sull'amo quando è inumidito, senza troppe operazioni dispersive. E' pur sempre un'esca nata dalla ricerca alieutica, che non esiste in natura, quindi va testato e verificato nella sua efficacia da spot a spot. I laghi artificiali non sono meta di pescatori che utilizzano il pellet, però la novità a volte incuriosisce i pesci che possono risponderne positivamente come i carassi e le carpe catturate quest'oggi.



Come bagnarlo per l'innesco. Abbiamo riassunto in tre fasi la preparazione del pellet per l'innesco sull'amo, come se si trattasse di un bigattino. Non inseriamo la didascalia, la si trova direttamente sulla busta con un disegno davvero intuitivo e minimale (vedi la foto sotto a sinistra - riferimento grafico in basso). Per prima cosa, occorre riporre in una maggibox i pellets. Successivamente aggiungiamo dell'acqua e lasciamoli riposare per qualche minuto. Noteremo a vista il loro gonfiarsi. Prendiamone uno e proviamo ad inserirlo sull'amo, come se fosse un chicco di mais. Se il pellet scivola lungo l'amo è pronto per l'innesco, qualora dovesse rompersi o sembrare duro, meglio attendere qualche minuto. Infine, dopo aver eliminato l'acqua, lasciamoli nella maggibox leggermente umida. Qualora dovessero irrigidirsi (molto improbabile), rifocilliamo la bacinella di acqua.



Lenza e innesco del pellet asciutto. Oltre all'innesco classico, il pellet è una valida esca per l'innesco sostenuto attraverso l'anellino siliconico della stonfo. La funzionalità di questo sistema è collegata all'abitudine delle carpe di succhiare l'esca durante l'abboccata. Esistono due metodi: il primo vede il posizionamento del pellet all'interno del cappio siliconico, l'altro invece chiede l'ausilio di un piccolo bracciolo di monofilo che si collega con il supporto siliconico. Entrambi i sistemi permettono all'amo di penzolare ed essere altresì statica se appoggiata sul fondo.



La lenza è l'ultimo concetto che vorremmo sviluppare per completare la panoramica della pesca col pellet. La tecnica utilizzata per il nostro test è stata l'universale bolognese con un galleggiante a goccia di 2 grammi, applicata al mondo del lago. In figura mostriamo una coroncina di pallini consigliata da Sergio Gattulli, composta da 20 unità distribuite in circa 120 centimetri di lenza con un galleggiante di due grammi e terminale da 50 centimetri. La bolo è l'attrezzo ideale per praticare col pellet perchè rende possibile la costruzione di una lenza morbida e costante nella discesa, che non crea molte sollecitazioni al pellet causandone il distacco dall'amo o dall'anello siliconico. Nella pasturazione occorre essere molto parsimoniosi e lanciare in acqua i chicchi con piccole fiondate regolari o mischiandoli in pastura, per abituare il pesce alla loro presenza in acqua.

Siamo giunti alla conclusione di questo articolo. Gli amici di Pescanet hanno dettato il loro verbo, mostrandovi qualche bel ciprinide in questa calda domenica estiva. A voi lettori, l'ultima parola!


Marco de Biase

Marco de Biase

Direttore di Pescanet e di Pescare in Trentino. Classe 1983, vive da diversi anni nel Nord Italia occupandosi di marketing digitale. Dopo una lunga esperienza nelle acque pugliesi dell'Adriatico, frequenta da tempo gli spot del Trentino, Veneto e Lombardia. È un pescatore umile, sempre disposto a documentarsi e amante delle sfide. Comunica attraverso la scrittura, la fotografia e i social network seguiti da più di ventimila followers. È inoltre autore di due romanzi d'amore e pesca, oltre ad essere poliedrico collaboratore di riviste cartacee, aziende e blog di settore.

Articoli consigliati

I migliori articoli dall'archivio di Pescanet